Una lezione di vita
di Antonio Stanca
L’ex-colonnello
dell’Esercito Pietro Giovanni Liuzzi, residente a Latina, ha pubblicato
nel 2007, presso edit@ – Casa Editrice & Libraria di Taranto, il libro
“Leali ragazzi del Mediterraneo” (Cefalonia, Settembre 1943: Viaggio
nella Memoria). L’opera contiene le testimonianze raccolte dall’autore
durante un viaggio compiuto a Cefalonia, la maggiore delle isole greche
nel mare Ionio, e relative alle tristi vicende verificatesi in quel
luogo quando, dopo l’armistizio con gli anglo-americani firmato da
Badoglio l’8 Settembre 1943, avvennero scontri sanguinosi tra i soldati
italiani presenti nell’isola e quelli tedeschi improvvisamente divenuti
loro nemici. Questi, che erano stati alleati durante la seconda guerra
mondiale, si videro traditi dal gesto di Badoglio e si resero autori di
azioni gravissime verso i militari italiani. Azioni non dimenticate
dagli abitanti del posto che ad esse hanno assistito e che ancora sono
in vita nonché dai più giovani ai quali sono state raccontate. Sono
state così crudeli, quelle azioni, da aver suscitato una diffusa,
generale sensazione di spavento, di dolore, da essere entrate a far
parte della storia, della vita dell’isola, da divenire argomento da
tramandare perché di esso tutti sappiano. Ogni cosa a Cefalonia,
persone, strade, case, campagne, città, paesi, villaggi, sembra parlare
dei gravi fatti del Settembre 1943, dice Liuzzi nel suo lavoro. Ovunque
egli si fermi, durante il viaggio, a chiunque chieda riesce sempre a
ricavare notizie di quei terribili giorni. Confusi erano i soldati
italiani circa il comportamento da seguire una volta saputo
dell’armistizio, pensavano che la guerra fosse finita ed invece si
trovarono di fronte ai tedeschi divenuti feroci perché traditi e decisi
ad annientarli. Dai loro assalti gli italiani, tuttavia, si difesero
fino alla fine di ogni risorsa materiale e morale. Compirono atti di
vero eroismo ma non caddero solo in battaglia perché molti furono uccisi
dopo essere divenuti prigionieri o essersi arresi: vennero fucilati in
massa e lasciati senza sepoltura. Diversi furono i luoghi di tali eccidi
ed ogni volta la crudeltà dei tedeschi superò quella della strage
precedente, ogni volta essi portarono morte e distruzione senza curarsi
delle suppliche, delle invocazioni, delle preghiere dei prigionieri in
nome delle madri, delle mogli, dei figli, di Dio. Qualcuno dei destinati
alla fucilazione sfuggì ad essa per un caso fortuito e dal Liuzzi è
stato raggiunto e richiesto di quanto allora accadde. Sono le
testimonianze più autentiche, raccolte nel libro, circa eventi che col
passare del tempo si è cercato di far apparire meno gravi se non
addirittura di dimenticare. Questo vuole evitare Liuzzi, vuole riportare
alla memoria quei tragici fatti in tutti i loro momenti ed aspetti e
perciò li documenta e testimonia senza trascurare alcun particolare. Un
recupero completo, totale, intende compiere anche al fine di ricavare da
quel ricordo un monito, un invito a correggere i contrasti ancora
esistenti nel mondo attuale, a risolverli in maniera pacifica evitando
lo scontro, la guerra, la violenza. Quel che avvenne a Cefalonia
dovrebbe far pensare a quanti pericoli comporta una guerra, avviare su
strade diverse da essa e promuovere lo scambio, la collaborazione tra i
popoli.
Ampia è pure la
documentazione fotografica contenuta dall’opera che, pertanto, risulta
una delle migliori finora compiute circa gli avvenimenti di Cefalonia. A
distinguerla contribuisce anche il fatto che essi non rimangono soltanto
una notizia di morte ma acquistano, grazie al Liuzzi, un significato più
ampio, si estendono ad ogni tempo e luogo, diventano un appello, un
richiamo, un’indicazione di carattere morale, una lezione di vita. |