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LO SGUARDO CHE
CAREZZA DA LONTANO di Gloria Capecchi
“Lo sguardo che carezza da lontano” di Federico Batini, giunto alla seconda edizione (la prima si è esaurita in pochi mesi), si propone come “guida” per coloro che, con ruoli diversi (formatori, facilitatori, insegnanti, animatori, conduttori, etc.), si confrontano con la “relazione di aiuto”. Il testo è pensato come supporto per la formazione e per l’auto-forrmazione alla relazione di aiuto. Il lavoro di coloro che esercitano rapporti di aiuto viene inteso da Batini “come il lavoro di un giardiniere molto attento e particolare: egli cura le sue piante con attenzione, dando a ciascuno non secondo una propria misura, ma secondo un sapere che è attento a ciò di cui ciascuna ha bisogno; quello che può essere giusto per una pianta può essere nocivo per un’altra. Il giardiniere però non è sempre presente,… fedele, ma non asfissiante non impedisce, con la propria ombra alla piccola pianta di crescere. Il giardiniere sa anche che, quando la pianta è divenuta albero, ha le sue radici e non ha più bisogno del suo supporto” (pag. 9). Il volume è strutturato in quattro parti. Nella prima sezione “Vite a posteriori. Per una riflessione epistemologico formativa sulla relazione di aiuto” l’autore va a spiegare il perché parlare di relazione di aiuto ed a definire in cosa consista un rapporto di aiuto, mettendo in risalto la “normalità” del tipo di relazione, dissipando l’equivoco che consiste nella sovrapposizione semantica del termine “relazione” o del termine “aiuto”. In questa prima parte oltre che definire la relazione di aiuto, Batini fornisce alcune concetti di base per definire ciò che sta alle fondamenta della relazione di aiuto, cioè la comunicazione che viene affrontata nei suoi molteplici aspetti con un linguaggio accessibile e preciso al tempo stesso. Nella seconda parte “Formare/formarsi alla relazione di aiuto” e nella terza “Sulla formazione alla relazione di aiuto” ci addentriamo in quello che è il nucleo del testo, in quella che è la caratteristica e la principale finalità del libro. In queste sezioni Batini mira a fornire indicazioni, concetti, riflessioni, suggerimenti che possano servire da supporto, sostegno, strumento per formare persone alla relazione di aiuto, ma anche per auto-formarsi, auto-aggiornarsi, auto-prepararsi ad intraprendere relazioni che hanno per oggetto il fornire aiuto. Ciò che sta alla base delle indicazioni fornite consiste nell’intendere la relazione non come una droga, ma come un supporto all’indipendenza ed all’autonomia. Sia le caratteristiche tecniche che quelle metodologiche sono affrontate con chiarezza, lucidità e precisione fornendo anche tutti i riferimenti bibliografici necessari ad eventuali approfondimenti. Nell’ultima parte “Appendice” ci viene fornita una “collezione” di giochi, esercizi, strumenti didattici ed una ricca sezione di bibliografia di approfondimento, da poter utilizzare nei percorsi formativi alla relazione di aiuto, ma anche da impiegare da soli, in piena autonomia.
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