Un autore per tutti
di Antonio Stanca
A
settantasei anni il noto giornalista e conduttore televisivo Antonio
Lubrano ha scritto un breve volume di favole dal titolo “Falpalà”
(favole per adulti), ed. Rai-Eri e Guida. Lubrano aveva scritto opere di
saggistica, altre di narrativa ed ultimamente si era cimentato con il
teatro quale attore in un’opera lirica. La sua maggiore notorietà
risale, tuttavia, a trasmissioni televisive che ha condotto quali
“Incontri ravvicinati”, “Scoop”, “Diogene”, “Candido”, “Mi manda
Lubrano” ed altre dove si è mostrato osservatore acuto e partecipe dei
tanti problemi individuali e sociali che sono degli italiani dei nostri
tempi e si è sempre collocato dalla parte del cittadino, a difesa, cioè,
dei suoi diritti materiali e morali, ha favorito le sue conoscenze in
ambiti diversi e a volte completamente nuovi. Il pubblico, cioè il
popolo, è stato il principale destinatario del suo lavoro, democratiche,
sociali sono state le sue aspirazioni, per gli altri, per tutti ha
Lubrano lavorato e quello televisivo gli è parso il mezzo più idoneo per
ottenere il risultato d’informare, istruire, preparare. Anche nel
giornalismo ha perseguito gli stessi scopi e così nelle opere
saggistiche e narrative tra le quali rientra quest’ultima. In “Falpalà”
già dal titolo, che significa una striscia di stoffa, cioè un oggetto
molto comune, si deducono gli intenti che hanno sempre animato il
Lubrano, la sua volontà di riuscire semplice, chiaro, di arrivare a
tutti, di servire a tutti e da qui l’uso di facili modi espressivi.
Comprensibilissimo è il linguaggio di “Falpalà”, non vuole l’autore
essere complicato, anche qui è il difensore dei diritti, degli interessi
degli altri, il loro tutore. Gli altri, però, sono stavolta esseri
animali e vegetali di ogni genere e di ogni parte d’Italia, piante e
bestie mostrate nei loro rapporti con l’ambiente, con l’uomo, con i
tempi d’oggi o di poco trascorsi e nei problemi che sono derivati e che
costituiscono veri e propri pericoli. Piante e bestie che questo vedono,
pensano, di questo parlano tra loro e con l’uomo, per questo agiscono
dal momento che sia per le une sia per le altre sono in atto da tempo
fenomeni che minacciano seriamente la loro esistenza. L’inquinamento
dell’aria, dell’acqua, del terreno, l’uso sempre più diffuso di
pesticidi, la deforestazione, la generale riduzione delle acque e di
altri elementi necessari alla vita vegetale ed animale soprattutto se
allo stato naturale, hanno provocato i danni maggiori alla flora ed
alla fauna dei tempi moderni. Esse sono elementi, aspetti della natura,
sono state utili all’uomo, a lui sono servite ed ora presso di lui
rivendicano il proprio diritto alla vita. E sono quattordici le favole
di “Falpalà”, ognuna dedicata ad una diversa condizione animale e
vegetale, ad un diverso luogo della penisola italiana, nelle quali
Lubrano fa sentire la protesta di tante voci. Ampliata, pertanto,
risulta la sua sfera d’azione rispetto a come egli s’era sempre
presentato, più completa l’Italia da lui sempre osservata e discussa
perché nuovi sono i temi e i loro protagonisti. Ancora facile è rimasta,
tuttavia, l’espressione, quella delle favole che come al solito vogliono
incuriosire, piacere, insegnare e per questo sono semplici e si muovono
in continuazione tra realtà e idea, ragione e fantasia, serio e comico,
lontano e vicino. Dopo quest’opera si può dire che non c’è luogo dove
Lubrano non sia andato a scoprire, spiegare, non c’è problema per il
quale non sia intervenuto e nei modi che più risultassero vicini a chi
lo ascoltava o leggeva. Se i suoi contenuti erano di tutti anche la loro
rappresentazione doveva essere per tutti. |