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L’ultimo Lucarelli

di Antonio Stanca

A Marzo 2008, presso Einaudi, è uscito l’ultimo romanzo del giovane scrittore parmense Carlo Lucarelli, “L’ottava vibrazione”, sabato 28 Giugno 2008, quale secondo titolo della serie “Corti di carta” dedicata dal “Corriere della Sera” a romanzi inediti di autori italiani, è comparso “Ferengi”, breve narrazione nella quale il Lucarelli sviluppa alcuni momenti della precedente, più ampia sua opera. I tempi, i luoghi sono identici, quelli delle imprese coloniali italiane di fine ‘800 avvenute nel continente africano. Ma mentre ne “L’ottava vibrazione” lo scrittore ripercorre per intero il periodo ed il fenomeno del colonialismo italiano fino alla sua fine segnata dalla sanguinosa sconfitta subita dalle nostre truppe in Etiopia, ad Adua nel 1896, per mano dell’esercito del negus Menelik II, in questo piccolo inedito narra di un evento particolare accaduto nel 1900 a Massaua, nella Colonia Eritrea dove, pur dopo la sconfitta, c’è ancora chi vive di qualche residuo dei vecchi splendori. E’ una famiglia di commercianti italiani, quella del barone Caraffa, arricchitasi anche con mezzi illegali fin dall’inizio del colonialismo ed ora in attesa del destinatario dell’eredità essendo il barone gravemente malato. La moglie di uno dei due figli ha già pensato a come fare per ereditare tutto insieme al suo amante quando il barone viene trovato ucciso ed i famigliari, accusati del delitto, sono arrestati. In verità ad uccidere è stata la serva Aster che assisteva il barone da tempo e lo chiamava “ferengi”, cioè “straniero bianco”.

In poche pagine Lucarelli riesce a creare un thriller di alta tensione, una narrazione che coinvolge subito il lettore e alla fine lo lascia sospeso tra tante supposizioni. Questi gli effetti ottenuti dallo scrittore già ai suoi inizi e poi nei capolavori degli anni ’90, quelli che lo hanno rivelato maestro del genere noir e lo hanno fatto conoscere anche all’estero. Inoltre, nonostante lo stile rapido e conciso, riesce Lucarelli nelle sue opere a dire pure di quanto avviene intorno all’evento centrale, di come si pensa, si parla, si vive, di cosa si fa mentre esso si prepara. “Ferengi” è, infatti, l’ampliamento di una delle tante parti che compongono l’ultimo suo romanzo. Egli non rinuncia mai a soffermarsi sugli ambienti, sui costumi dei luoghi rappresentati, sui pensieri, sui sentimenti dei personaggi creati. Nei suoi lavori non ci sono solo vittime ed assassini ma persone che possono diventare tali per una serie di circostanze. Su queste lo scrittore indaga e saranno queste a muovere l’uomo verso le tante direzioni assunte dalla sua attività. Lucarelli non è l’autore isolato dal contesto ma impegnato in esso e per esso con i mezzi, cinema, televisione, stampa, che gli offre.

Anche quando, come nelle due ultime narrazioni, si rivolge al passato, alla storia, egli osserva sempre l’esterno e l’interno di una situazione, il privato e il pubblico, il singolo e la collettività, convinto che solo nel loro vario articolarsi e combinarsi risiede la spiegazione di azioni pur gravi.

 


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