Le “leggi” dell’uomo
di Antonio Stanca
Leggendo
ogni tanto sul “Corriere della Sera” l’intervento di un personaggio di
rilievo nel nostro ambito culturale ed artistico quale il
sessantasettenne scrittore, drammaturgo, saggista Claudio Magris,
docente di Letteratura Tedesca presso l’Università di Trieste, non si
può non rimanere impressionati per la lucidità con la quale vengono
illustrati temi così complessi come quelli attuali e per la chiarezza
espositiva. E’ un’impressione, però, che dura il breve tempo della
lettura e lascia nel lettore il desiderio di riprovarla. Questo
desiderio sembra abbia voluto esaudire adesso il Magris dal momento che
nel volume “La storia non è finita” (ed. Garzanti) ha raccolto gli
articoli da lui pubblicati, tranne alcuni, sul “Corriere” dal 1998 ai
nostri giorni. E’ un libro che si vorrebbe non finisse mai poiché ogni
articolo o gruppo di articoli dice di un argomento tra i tanti che
compongono la nostra attualità senza trascurare nessuno ed offrendo a
chi legge la possibilità di capire le cause, le origini di un fenomeno,
i suoi veri responsabili, le conseguenze che ancora potrebbero
verificarsi ed i modi per evitarle se pericolose. L’evento, la sua
cronaca, sono seguiti dall’osservazione, dalla riflessione, dal
commento, da un discorso illuminato da continui e precisi riferimenti e
confronti con avvenimenti, personaggi, opere del passato più vicino o
più lontano. E’ la storia contemporanea dell’Italia, dell’Europa, del
mondo, ad essere percorsa dal Magris di questo volume e nella maniera
animata di chi partecipa di quanto dice, si appassiona poiché si sente
coinvolto nella sua posizione di giornalista, scrittore, nella sua
funzione di professore. E’ un libro che sarebbe bene far giungere ai
giovani, nelle scuole, dove la chiarezza è un dovere per chi istruisce
ed un diritto per chi viene istruito. Non sarebbe da poco condurre i
giovani, sulla scorta di Magris, alla conoscenza e comprensione di
quanto si agita adesso nella vita del singolo e della collettività, nel
mondo. Le parti del volume sono ordinate in modo che non la data ma
l’argomento degli articoli serve a riunirli affinché risulti trattato in
ogni suo aspetto. Si saprà, così, che “essere laici” non vuol dire “non
essere religiosi” ma soltanto pensare, agire secondo ragione, che le
ragioni della Chiesa non vanno confuse con quelle dello Stato, che la
morale è soprattutto dell’uomo, che l’eutanasia è diversa dall’aborto,
che la recente rinascita religiosa non va confusa col dilagante
spiritismo, che per la scienza un altro uomo succederà all’attuale, che
l’era mediatica ha i suoi limiti, che il processo di americanizzazione
non è finito, che la religione cristiana, il Papato dovranno sostenere
duri confronti con altre grandi religioni e istituzioni religiose in
tempi di globalizzazione, che tutto, scuola compresa, diventerà azienda,
che antisemitismo e filosemitismo si confondono, che il fascismo ancora
esiste, che dopo la fine dei due blocchi, della guerra fredda, i
problemi del Medio Oriente e gli scontri armati saranno inevitabili, che
il terrorismo terrà il mondo sospeso, che il primato dell’Europa non c’è
più, che la crisi è tale che ogni valore, ogni principio può essere
scambiato con un altro e persino col suo contrario, che alla fine del
Mondo antico si verificò uno stato di confusione simile all’attuale, che
allora fu il Cristianesimo ad arginarlo mentre ora non s’intravede
possibilità alcuna, che, nonostante tutto, la storia non è finita…
La risposta ai grandi e
gravi interrogativi ai quali è giunto l’uomo dei nostri tempi cerca il
Magris di questo libro, un movimento continuo egli avvia tra l’ambito
individuale, famigliare e quello sociale, nazionale, mondiale, tra
grandi e piccoli della terra, tra religione e politica, spirito e
materia, tempo e spazio, guerra e pace, vita e morte, mostrandosi sempre
disposto verso l’esterno, verso altre opinioni ma pure capace di giudizi
definitivi, di posizioni ultime. Come l’anno scorso ne “L’infinito
viaggiare” così quest’anno ne “La storia non è finita” si sono ritrovate
la cultura e l’immaginazione del Magris, il professore e lo scrittore.
Allora egli aveva cercato l’uomo nei suoi luoghi ora lo ha cercato nei
tempi a lui più vicini e come prima anche ora ha scoperto che di là da
quanto è avvenuto e avviene “le leggi non scritte degli dei”, quelle,
cioè, nate con l’uomo, proprie di lui, valgono e varranno sempre. |