Tempi e problemi
(Un libro dell’Einaudi)
di Antonio Stanca
Molte polemiche sono sorte recentemente nei nostri
ambienti culturali poiché la casa editrice Einaudi, nella collana
Stile libero riservata ad autori esordienti e generi insoliti, ha da
poco pubblicato "Pin-up Art", un volume curato da Vincenzo
Mollica e composto dai disegni di Milo Manara, cioè dalle sue figure
femminili che alludono alle più strane e varie situazioni erotiche.
Secondo i benpensanti l’Einaudi per aver promosso negli ultimi tempi
simili pubblicazioni è contravvenuta ai livelli acquisiti con gli
anni, al prestigio, alla fama conquistati per aver pubblicato i
maggiori autori ed opere della letteratura mondiale. Un prodotto
minore sarebbe, quindi, da considerare, secondo loro, il volume del
Manara e da far pubblicare ad una delle tante poco note case editrici
ormai esistenti: al suo contenuto non importante sarebbe dovuta
corrispondere anche la veste editoriale.
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Diversa è l’opinione presso Einaudi che, come
altre case editrici dalle gloriose tradizioni, accoglie ormai anche
prodotti minori per non rimanere esclusa dal movimento librario, per
salvaguardare i propri interessi commerciali visto che le opere
maggiori hanno una diffusione sempre più ridotta, sono sempre meno
lette. Ad esse vengono generalmente preferite opere che non richiedono
impegno o attenzione particolari, che non muovono l’intelligenza ma
la curiosità, non i sentimenti ma i sensi. Sono stati il recupero
delle masse, l’abbassamento del diffuso livello culturale, la
materializzazione dei costumi, i mass-media a determinare certe
situazioni, a favorire certi gusti, a far sì che la lettura impegnata
diventasse un fenomeno sempre più d’élite. Per queste ragioni un
fumetto o raccolta di disegni come quella del Manara può avere ormai
non solo diritto ad essere pubblicata e da un editore famoso ma anche
più successo di un’opera di narrativa o di poesia e questo più di
tutto importa a chi edita. I tempi e il loro nuovo pubblico hanno
evidenziato tante esigenze e promosso tanta produzione da far parlare
di letteratura ed arte maggiori e minori, di livelli alti e bassi e
permettere loro di esistere insieme, nello stesso tempo e luogo.
Pertanto è inutile ostinarsi a condannare gli uni in nome degli altri
poiché tutti hanno motivo e ragione d’essere, d’avere il proprio
pubblico e l’edizione voluta e non stabilita dall’esterno. Questo,
tuttavia, non significa che non si debbano operare distinzioni ed
evitare confusioni ma soltanto che il problema non sta nell’editore
affermato che pubblica un’opera meritevole o meno. Esso è più
ampio, investe cultura, società, ambiente, costume, comunicazione,
economia, mercato e richiede un compito più difficile rispetto al
passato quando soltanto gli autori maggiori contavano: quello di
procedere con prudenza tra la sterminata produzione che ai nostri
giorni si verifica, di discernere tra le opere, diceva Montale,
destinate a durare appena poche ore e quelle capaci di valere per
sempre. |
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