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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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La Scuola delle tre 'I' e dei tre 'No'
Riforma e Riforme della Scuola

 

Il 12 marzo 2003 il parlamento ha approvato la riforma 'Moratti' (Legge 28 marzo 2003, n. 53): ancora una volta larga parte della stampa ha celebrato l'occasione rispolverando i confronti con la riforma 'Gentile', come, solo tre anni prima, aveva fatto per la traduzione in legge della riforma 'Berlinguer - De Mauro' (Legge 10 febbraio 2000, n. 30).

In mezzo, la Scuola - quella vera ed agita di insegnati, studenti e genitori - sempre più perplessa, osserva ed attende; dopo tutto sente parlare di riforme da tanti, troppi, anni.

Per quasi un ventennio, dalla metà degli anni '70 (con il titolo I del DPR 419/74) ai primi anni '90, ha creduto di poter 'fare' in proprio, sostituendosi al legislatore e proponendo mille, variegate (e mai verificate) 'mini e maxi' sperimentazioni, mentre materne (DM 03.06.91), elementari (DPR 104/85) e medie (DM 09.02.79) erano investite da nuove rivisitazioni del curricolo e del progetto.

Poi, negli ultimi dieci anni, ha assistito - contemporaneamente - ad una ricentralizzazione del progetto (dai Programmi 'Brocca' alle leggi di riforma prima ricordate) e ad un decentramento (dall'autonomia, prevista dal DPR 275/99, al federalismo, spinto sino alla devolution, delle varie leggi e proposte di riforma del titolo V della Costituzione).

Tutto questo mentre la scuola segnava il passo e le rapide e radicali trasformazioni di quest'ultimo mezzo secolo mettevano seriamente (e, per molti, definitivamente) in crisi la sua funzione sociale ed il suo tradizionale ruolo di 'prima' agenzia educativa.

Non si può prescindere da tale contesto per comprendere come questo mondo si dimostri resistente ed estraneo a modelli istituzionali 'imposti' - oggi alla scuola delle tre 'I', come ieri al 'mosaico' berlingueriano - e si può meglio comprendere perché "(...) la scuola italiana sembra aver detto e voler ripetere 'no' ad ogni tentativo di modificarne i connotati: no al cambiamento degli ordinamenti, no al cambiamento dei contenuti da insegnare, no al cambiamento degli strumenti per imparare."

Queste tre negazioni sono l'oggetto di indagine dell'ultimo lavoro di Roberto Maragliano, "La scuola dei tre no", edito da Laterza, in libreria da marzo 2003.

Roberto Maragliano - professore all'Università Roma Tre, responsabile del Laboratorio di Tecnologie Audiovisive, proponente del master on line "Multimedialità per l'e-learning", autore di vari software educativi e dei volumi Esseri multimediali. Immagini del bambino di fine millennio (La Nuova Italia, 1996), Nuovo manuale di didattica multimediale, con cd-rom (Laterza, 1994-2002), Tre ipertesti su multimedialità e formazione (1998-2000) - è stato, in qualità di coordinatore della commissione "dei saggi", incaricata da Berlinguer della definizione del quadro delle conoscenze fondamentali per la scuola del prossimo futuro, uno dei protagonisti di quest'ultima stagione di riforme.

Ne "La scuola dei tre no" Maragliano propone uno spaccato della situazione 'Scuola' ad oggi, presentando alcune fondamentali questioni per il futuro, proponendo possibili soluzioni, ancora di più (e meglio), sollevando problemi.

Il volume è diviso in tre parti (Gli ordinamenti, I saperi, Le tecnologie) dedicate ai tre 'no' della scuola; l'ultimo paragrafo di ogni sezione traduce felicemente in metafora narrativa (rispettivamente con Don Chisciotte della Mancia di Cervantes, Bouvard e Pécuchet di Flaubert, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo di Sterne) il tema affrontato.

Ognuna delle sezioni/tema si sviluppa al suo interno in una serie di sottoquestioni-paradigmi avanzati dalla scuola del 'no', ai quali si contrappongono talvolta possibili soluzioni, spesso nuove problematizzazioni.

Così il tema degli 'Ordinamenti', si ritraduce in una disamina di quattro questioni fondamentali (opposizione ad una riforma complessiva e gestita dal centro, sfiducia verso una riforma come contesa politico-ideologica, ruolo e professionalità del corpo docente); quello dei 'Saperi' in tre categorie principali (programma, disciplina, manuale); quello delle 'Tecnologie' in quattro confutazioni (nuove tecnologie e banalizzazione del sapere, internet e sviluppo della coscienza critica, aspetti ludici della multimedialità, reale diffusione degli strumenti informatici).

Dall'insieme emerge un quadro articolato e problematico del mondo della scuola ed una sola praticabile linea d'azione: l'impossibilità di realizzare una riforma senza un modello realmente condiviso dal vertice come dalla base, comunque immune da facili slogan, seriamente ed onestamente orientato ai propri fini, immune da preconcetti schieramenti ideologici.

 


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