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Un grave
problema
di Antonio Stanca Leїla Marouane è nata nel 1960 a Djerba, Tunisia, da genitori che vivevano in esilio. La famiglia si è poi trasferita in Algeria dove la Marouane è vissuta fino al 1989 svolgendo attività giornalistica in difesa delle donne algerine, dei loro diritti e contro i soprusi ai quali erano continuamente esposte. Questo le ha procurato una violenta aggressione e l’ha convinta a trasferirsi in Francia. A Parigi ha frequentato un corso di letteratura ed ha scritto per molto tempo su giornali e riviste. Nel 1996 ha iniziato a scrivere opere di narrativa, romanzi e racconti impegnati a rappresentare la grave condizione femminile nei paesi di religione islamica, la donna vittima della famiglia, della società. I suoi lavori hanno avuto importanti riconoscimenti e degno di nota è il romanzo “Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi”. La versione originale risale al 2007 e nel 2010 l’opera, tradotta da Gaia Panfili, è comparsa in Italia nella serie tascabili della casa editrice e/o (pp. 247, € 9,00). In essa la scrittrice narra di un quarantenne algerino, Mohamed, trasferitosi insieme alla famiglia a Parigi e qui diventato direttore di banca. Gli anni sono quelli attuali o da poco trascorsi. Mohamed, grazie al suo lavoro, conosce nuovi ambienti, ha nuovi rapporti. Vorrebbe, perciò, staccarsi dalle regole dei suoi familiari, che sono quelle rigorose della religione musulmana, e soprattutto dall’intransigenza con la quale la madre le applica in casa ed in particolare nei suoi riguardi. Mohamed vorrebbe vivere libero in una casa tutta sua, coltivare amicizie soprattutto femminili, conoscere donne, possederle senza pensare al matrimonio. Vorrebbe condurre una vita diversa da quanto finora ha dovuto sopportare, liberarsi da quella madre che tra l’altro avrebbe già scelto la donna idonea a diventare sua moglie. Soltanto di carattere erotico sono, invece, i rapporti che egli pensa di avere con le donne e per questo, una volta a Parigi, cambia il proprio nome, affitta un appartamento nel centro della città, lontano dalla casa dove è finora vissuto con la madre e il fratello e vi si trasferisce tra l’indignazione e lo sgomento di questi. Li farà soffrire sempre più perché mostrerà di non interessarsi a loro, di non concedere loro nemmeno il tempo di una visita e di essere completamente assorbito dalla nuova vita. Cercherà, avrà le donne sognate e finita sarà la famiglia, la religione ed ogni cosa che aveva fatto parte del suo passato, delle sue origini, della sua terra. Tutto questo, però, riemergerà quasi in continuazione attraverso le “lunghe storie” che gli verranno raccontate dalle giovani donne musulmane immigrate con le quali avrà i suoi “nuovi rapporti”. Sordo rimarrà alle loro pene fin quando non sarà raggiunto dalla madre nella sua nuova casa e ricondotto sulla vecchia strada. Anche la sua rivolta si era conclusa con una sconfitta
e aveva mostrato che non solo le donne ma pure gli uomini musulmani sono
vittime di limiti che ancora risultano invalicabili, di una vita che
s’identifica con la religione. Lungo è stato il percorso compiuto dal
romanzo, diviso è stato il suo spazio tra quanto di nuovo attirava e
viveva il protagonista e quanto di vecchio continuava ad esistere e
valere alle sue spalle. E’ un altro motivo che la Marouane aggiunge ai
suoi già noti. Qui oltre a mostrare come sia difficile liberarsi da
certi costumi mostra pure come col tempo il problema si sia aggravato
dal momento che quella condizione di vita è venuta a contatto con una
modernità in continua evoluzione, si è trovata sospesa tra un passato
sempre uguale ed un presente sempre nuovo. E’ un problema del quale non
si può prevedere la soluzione e che la Marouane mette in evidenza in
questo libro grazie ad uno stile scorrevole, ad un linguaggio che riesce
facile pur in situazioni complesse. Avviene così quando uno scrittore è
anche giornalista, quando oltre a narrare sente egli di dover pure
chiarire. |
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