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Come scoprire
di
Antonio Stanca
Interessante
lo studio condotto da Luigi Marrella, di Casarano (Lecce), e presentato
al Convegno Internazionale di Studi svoltosi dal 26 al 29 settembre del
2007 presso l’Università di Macerata. S’intitola “Il quaderno scolastico
come medium nella costruzione dell’immaginario risorgimentale e
patriottico tra Otto e Novecento”. Ora è comparso nel breve estratto
pubblicato da Polistampa, Firenze. Marrella è docente di Storia e Filosofia, è un
ricercatore, uno studioso di storia che muove sempre da un esame
approfondito delle fonti relative al fenomeno o avvenimento indagato.
Suoi lavori si trovano nella Collana di studi di Storia patria “Quaderni
di Kèfalas e Acindino” da lui fondata e diretta e il suo nome è legato
in particolare a studi condotti su alcuni aspetti del fascismo italiano.
Sono opere che hanno richiesto lunghe e meticolose ricerche e che hanno
portato sempre a risultati importanti ed utili. Fanno conoscere quanto
di storia era rimasto in
penombra o non era stato adeguatamente valutato, contengono quelle parti
di un contesto che a volte passano in secondo piano ma che servono a
completarlo e spiegarlo in maniera definitiva. Procurano, inoltre, al
contesto una dimensione più accessibile, lo avvicinano a chi ne era
rimasto lontano. Così è successo pure questa volta: Marrella ha reperito
fonti rare, le ha studiate con diligenza e attenzione e ne ha ricavato
il lavoro per il Convegno di Macerata. Le fonti consistono nelle
copertine dei quaderni usati nelle scuole italiane durante quattro
momenti della storia d’Italia: il Risorgimento, la guerra di Libia, la
prima guerra mondiale, i primi anni del fascismo. E’ il periodo che va
dalla fine dell’ ‘800 ai primi del ‘900 e che vede l’Italia impegnata in
grossi avvenimenti, in passaggi, cambiamenti decisivi e tanto importanti
da aver richiesto il pensiero, l’azione di uomini di eccezionale valore,
capaci di pensare, decidere, operare in nome di tutti e per tutti, di
essere d’esempio per le masse, per gli eserciti, d’impersonare i
principi che dichiaravano e nei quali un popolo intero si riconosceva.
Sono stati momenti unici per gli italiani ed i loro politici poiché li
hanno visti capaci di liberarsi dallo straniero, di conquistare e
civilizzare altri territori, di annettere zone e città che avevano
perso, di sistemare ed ordinare confuse condizioni politiche e sociali.
L’Italia indipendente, unita, la nuova, la giovane Italia repubblicana,
e poi fascista è venuta da quei momenti, grandi idee sono diventate
grandi realtà e il Marrella nota come il popolo italiano abbia vissuto
con partecipazione tali periodi della sua storia, come si sia sentito
unito, animato da uno spirito comune, come l’idea di nazione, di patria,
d’Italia lo abbia mosso e sorretto fino a fargli affrontare disagi,
pericoli di ogni genere e persino la morte pur di trionfare sul nemico. Di tale diffusa atmosfera le copertine dei quaderni
scolastici d’allora riportavano nelle loro illustrazioni, immagini di
personaggi d’eccezione, di atti eroici e questo faceva in modo che anche
i bambini o ragazzi partecipassero di tanta animosità, si formassero a
quell’idea, a quella coscienza di patria che i grandi già vivevano. Così
la scuola entrava facilmente e direttamente nella vita, nella storia
della nazione, rendeva suoi cittadini anche i più piccoli, la completava
in ogni sua parte. Suggestive risultano queste pagine del Marrella anche
perché, offrendo la possibilità
di prendere visione delle copertine di quei quaderni, assumono i
caratteri di una scoperta. Un’altra volta completo, esauriente nei
contenuti, chiaro nella forma è stato il lavoro dello studioso.
Nonostante la sua brevità è pure ricco di riferimenti, citazioni di
autori ed opere che confermano la sua tesi. Un’altra volta “il suo
particolare” si è inserito con diritto nella generalità dell’evento. L’unica perplessità per chi legge deriva dal dover
constatare quanto l’Italia d’oggi sia cambiata rispetto a quella degli
anni precedenti, come si sia divisa in tante parti e non si sappia più
in quale riconoscersi. |
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