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Come scrive la Morrison di Antonio Stanca
In “Amore” la Morrison narra di una vicenda verificatasi tra gli anni ’40 e ’70 del Novecento, quando cioè, in America avvennero grosse migrazioni di gente di colore, ci furono da parte di questa serie manifestazioni per rivendicare i propri diritti e si giunse a veri e propri scontri con le forze dell’ordine nonché a dei provvedimenti rigorosi e punitivi. Questo lo sfondo sul quale la scrittrice colloca la vicenda del romanzo, uno sfondo che appare e scompare, lo si intravede ogni tanto poiché anche stavolta la Morrison vuole solo rimandare ad esso tramite la particolarità dei casi presentati, vuole far pensare alla storia di tutta una gente mentre dice di quella privata, intima di alcune persone. Saranno ancora donne le protagoniste della narrazione, cinque donne di colore vissute nell’America delle borgate intorno ad un uomo che era riuscito a superare la comune, misera condizione d’origine, si era arricchito e tra quelle donne aveva trascorso la sua vita come padrone, amico, marito, amante, custode, protettore. Un rapporto diverso aveva egli avuto con ognuna, in diverso modo le aveva e lo avevano amato, tanti amori avevano composto quell’ ”amore” che tutti li comprende e che fa da titolo all’opera. Sono le donne a parlare nel libro e lo fanno quando l’uomo è ormai morto, i loro sono soltanto ricordi. Passato è il tempo della narrazione ed inesauribili sono le risorse alle quali essa mostra di poter attingere per rappresentare cinque modi di amare, per dire dei molti, infiniti risvolti che ogni relazione assume anche perché a volte avviene insieme ad una o più altre, per far risaltare cinque figure femminili diverse legate ad un uomo unico e multiplo. Ampia, profonda è la conoscenza dell’animo umano da parte della Morrison e quest’opera, più d’ogni altra, riesce ad esprimerla anche perché si serve di un linguaggio capace di muoversi con facilità tra situazioni diverse, lontane, di avvicinare gli estremi, il passato al presente, il pensiero all’azione, la realtà all’idea, la vita alla morte. Non è una lettura facile poiché non c’è pensiero pur minimo, sentimento pur remoto che sia trascurato da questa scrittura e inserito in un movimento tale da comprenderlo e superarlo in continuazione. E’ la scrittura della vita nel suo svolgersi inevitabile, inesorabile quella della Morrison e molta è l’attenzione che chiede a chi legge ma sono tante le sorprese che gli riserva da interessarlo fin dall’inizio. Una scrittura nuova, soltanto della Morrison e nuovi sono i contenuti dal momento che sono insieme letteratura e documento, romanzo e storia. |
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