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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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  Ancora l’uomo

di Antonio Stanca

Scritta negli anni ’90-’91, pubblicata la prima volta nel ’92 nelle edizioni del “Girasole” ed ora ristampata da Sellerio è “L’erranza” (Memorie in forma di lettere), un’opera dello storico della letteratura e critico letterario Carlo Muscetta. Questi, nato ad Avellino nel 1912 e morto ad Acitrezza nel 2004, la scrisse quando era quasi ottantenne. E’ un’autobiografia che l’autore traccia riportando fedelmente quaranta lettere da lui inviate nel corso della sua vita a familiari, amici, politici, intellettuali, artisti e loro discendenti. In esse il Muscetta compare da quando era bambino, ragazzo, giovane studente a quando, dal 1963 al 1983, era stato docente universitario a Catania e poi a Roma e dopo. Ricordi contengono le lettere, ricordi di una vita che ha percorso per intero il secolo scorso, le sue vicende politiche, sociali, culturali, letterarie, artistiche, editoriali, delle quali il Muscetta, insieme ad altri, è stato protagonista. A questi sono indirizzate, molti ambienti, aspetti della vita privata e pubblica del tempo esse fanno conoscere tramite quanto il Muscetta comunica, chiede ai suoi destinatari, quanto con essi programma, tramite gli avvenimenti, i problemi dei quali riferisce.

Passato dal crocianesimo all’azionismo e poi al marxismo Muscetta ha fatto della sua vita la sua cultura e come essa l’ha accesa, l’ha confrontata in continuazione. La sua critica letteraria è stata una “letteratura militante”, il suo metodo d’indagine uno “storicismo integrale”. Queste le direzioni seguite dallo studioso in opere divenute note quali “Letteratura militante” (1953), “Realismo e controrealismo” (1958), “Cultura e poesia di G. G. Belli” (1961), “Realismo, neorealismo e controrealismo” (1976), “Studi sul De Sanctis e altri scritti di storia della critica” (1980). Del De Sanctis Muscetta ha curato l’edizione completa delle “Opere” in ventidue volumi (1951-1993), per Einaudi ha diretto il “Parnaso italiano” in undici volumi (1954-1969), per Laterza “La letteratura italiana. Storia e testi” in venti tomi (1970-1980). E’ autore anche di versi e prose, ha collaborato con giornali e riviste di carattere politico e culturale, di alcune ha partecipato alla fondazione o ha promosso la diffusione.

Accanto allo storico, al critico c’è il Muscetta poeta, scrittore ed ancora il giornalista, il saggista, l’editore: diverse sono state le forme che la sua scrittura ha assunto poiché diverse sono state le circostanze, le situazioni, le vicende che l’hanno richiesta. Non è rimasta essa limitata nell’ambito accademico ma è intervenuta nel privato, nel pubblico, nel sociale, ha seguito il suo autore, le sue esperienze, le sue idee, la sua indole polemica, la sua volontà di dire, fare anche per gli altri, per la gente ché da essa non si sentì mai separato. “Accademico di nulla accademia” si definiva e a fare della cultura un mezzo per tutti utile, a procurare ad essa una dimensione estesa s’impegnava. E in un periodo tra i più movimentati per l’Italia, quello tra le due guerre mondiali, il secondo dopoguerra e i tempi moderni. La storia italiana del ventesimo secolo ha vissuto Muscetta ed oltre ai problemi di essa s’è posto anche il suo d’intellettuale divenuto comunista perché convinto di dover estendere il proprio pensiero pur incontrando difficoltà, di dover difendere quei valori dell’anima, dello spirito, quei principi morali che gli provenivano dalla concezione umanistica alla quale si era formato ed era rimasto sempre legato. Da qui muoveva il suo impegno politico e culturale, la sua volontà di aderire al sociale, di operare per un’Italia confusa tra le trasformazioni, i capovolgimenti di allora. Tra questi egli “ha errato” come studioso e come politico per richiamare, spesso in tono polemico, ai più autentici valori umani qualunque fossero i luoghi, i momenti della sua vita. Sono stati molti, molte le persone che ha conosciuto dalle più illustri alle più umili, molto il lavoro svolto per sé, con gli altri e per gli altri, molte le polemiche, molto il tempo trascorso e di tutto questo “L’erranza” vuole essere una testimonianza, un documento. Leggendo le lettere si ha la possibilità di conoscere da vicino, di sentire familiari ambienti, personaggi finora rimasti lontani e che sono stati determinanti per la nazione italiana, la sua società, la sua cultura, la sua storia. Palmiro Togliatti, Alessandro Pertini, Benedetto Croce, Walter Binni, Alberto Asor Rosa, Luigi Russo, Carlo Salinari, Cesare Pavese, Eugenio Montale, Umberto Saba, Alfonso Gatto, Carlo Levi, gli editori Einaudi, Laterza, Feltrinelli, per dire solo dei più noti, sono stati direttamente conosciuti da Carlo Muscetta, hanno avuto rapporti con lui e tramite le sue lettere appaiono nella loro dimensione quotidiana, nella loro vita tra gli altri. Questo effetto di scoperta deriva dal libro del Muscetta ed accresciuto risulta quando si sa come egli tra tante altezze si è mosso in nome proprio, s’è liberato presto dalla loro influenza ed ha acquisito una figura autonoma, quella che gli derivava da un umanesimo sempre perseguito e al quale tutto, il suo lavoro di studioso, il suo pensiero politico, la sua attività nel sociale, va riportato.


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