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Pasolini da vicino di Antonio Stanca Quest’anno Guanda ha pubblicato “Breve vita di Pasolini” di Nico Naldini, del quale in precedenza, nel 2000, era comparsa, presso Bietti, una versione più ridotta del libro. Naldini, cugino di Pasolini, è poeta, scrittore e, nonostante l’età, è ancora impegnato in ambito culturale. Ha conosciuto Pasolini da vicino, ha saputo dei particolari della sua vita, del suo lavoro e soprattutto lo ha conosciuto nei suoi pensieri, nelle sue azioni. Un irrequieto è stato Pasolini sia come uomo sia come autore, ha cercato luoghi, ambienti, persone, forme espressive diverse per soddisfare i suoi bisogni di vita e di opera. Non ha distinto tra queste, per entrambe ha nutrito le stesse aspirazioni e in tale condizione, che è la sua più autentica, Naldini lo fa comparire. Quella del libro non è una semplice biografia ma una ricostruzione delle varie esperienze vissute da Pasolini condotta con la chiarezza e la facilità che solo un famigliare poteva permettersi. Semplice, chiara è, infatti, l’opera, sembra una serie di confidenze, un discorso tra amici nel quale un fenomeno generalmente apparso come complesso, enigmatico, risulta finalmente spiegato grazie ad alcune rivelazioni. Dalla nascita a Bologna nel 1922 alla tragica morte a Roma nel 1975 la breve vita di Pasolini è percorsa dal Naldini nei vari tempi e luoghi dove egli soggiornò soprattutto insieme alla madre. E’ un percorso così naturale che in esso rientrano anche le stranezze, le “diversità”, gli eccessi, dei quali Pasolini fu più volte accusato, anche le colpe che spesso gli vennero attribuite. Leggendo Naldini si chiarisce ognuno di quei tanti problemi che ancora erano rimasti irrisolti circa Pasolini. Non una personalità complicata, oscura risulta la sua, non quella di un ribelle, di un contestatore ad oltranza che vive affidandosi al caso, all’imprevisto bensì quella di un uomo che ha cercato in continuazione di soddisfare il suo naturale bisogno di corrispondenza, di scambio, che ha voluto gli altri per dire quanto vale, quanto serve una vita a dimensione umana. Il Pasolini di Naldini è quello vero, quello che solo qualche volta è stato riconosciuto perché sempre divisa è rimasta la critica nei suoi riguardi, sempre confuso il pubblico. E’ il Pasolini animato dalla stessa tensione morale del suo Cristo, da un’accesa spiritualità e dal desiderio, dal bisogno di scoprirla anche all’esterno, negli altri o almeno comunicarla, trasmetterla. Egli si sente l’erede, il depositario, l’interprete di quell’umanità, di quell’anima, di quella voce antica che solo principi e valori giusti muovevano e che oggi l’evoluzione, il progresso, la modernità hanno annullato. Altre regole, non più di carattere morale ma materiale, oggi vigono nei rapporti individuali e sociali, altri intenti determinano il comportamento delle persone e Pasolini tutto questo rifiuta in nome di valori puramente ideali. Li cercherà nella vita, li esprimerà nell’opera e Naldini tale processo farà vedere come naturale, come votato ad esso mostrerà Pasolini. Dai contadini del Friuli ai poveri della periferia romana ai sottosviluppati del Terzo Mondo Pasolini seguirà le tracce di quell’umanità che ha conservato quanto di vero, di giusto le è giunto dalle origini, con essa verrà a contatto, essa rappresenterà e ostinata, instancabile sarà la sua protesta, la sua lotta contro una modernità che ha perso ogni verità e giustizia. Nelle sue opere, nei loro personaggi, nel loro linguaggio questa condizione verrà tradotta, per essa egli cercherà ogni volta la forma e la lingua adatte, passerà, così, dalla poesia alla narrativa al cinema al teatro alla saggistica. In ogni momento, aspetto della sua produzione sarà possibile scoprirlo uguale: Pasolini vorrà il bene, l’amore, la pace, la comunicazione in un mondo che li ha dimenticati, li cercherà dove ancora ci sono per recuperarli e diffonderli. Giungerà a sentire la propria come una missione ed anche questo rientrerà, per il Naldini, nel suo carattere particolare. Il carattere di un artista, di un genio che vive delle sue idee e che a Pasolini è stato tanto difficile riconoscere solo perché ha voluto confrontarle! |
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