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DUE LIBRI EDUCATIVI E DIVERTENTI
La casa editrice Vannini ha pubblicato due libri molto interessanti sulla figura professionale dell’educatore per le persone con disabilità, scritti da Bruno Navoni, ex operatore sociale presso un centro diurno per persone con disabilità, oggi sociologo, formatore, specializzato nel fornire contributi operativi rispetto al tema delle dinamiche e dei conflitti di gruppi. Il primo , pubblicato nel 2007, reca il titolo “Raccontarsi di fronte alla disabilità” ed ha come sottotitolo “ Ruoli, interazione ed identità dell’educatore”. In 106 pp, suddivise in 10 capitoletti( prezzo Euro 10,00) l’A. narra e riflette sulla sua esperienza di educatore nel centro diurno, sulla sua scelta professionale, sui rapporti coi Colleghi, i Coordinatori, gli ospiti. E’ un racconto vivacissimo, senza inibizioni, punteggiato di giudizi tranciantie senza peli sulla lingua, da cui emerge un profilo di educatore non convenzionale, preparato, ma non stereotipato, studioso, ma non secchione, operativo, ma non empirico. Il secondo è intitolato “Colleghi, Colleghi” ed ha come sottotitolo “ A proposito di operatori sociali visibili: quindici modelli”. In 190 pp ( prezzo euro 18,00) il lavoro si sviluppa in otto capitoli , il primo dei quali è dedicato agli aspetti epistemologici e metodologici del saggio. Nei capi da 2 a 5 L’A. passa in rassegna i quindici modelli di educatori: l’operatore informato, l’operatore formato, l’operatore inflazionato, l’operatore inviolabile, l’operatore irrefrenabile, l’operatore inquinato, l’operatore illeso, l’operatore bastonato, l’operatore sano, l’operatore enigmatico, l’operatore opaco, l’operatore esibizionista, l’operatore sciatto, l’operatore vestito, l’operatore firmato. Accanto ad ogni tipologia c’è una caustica chiosa di poche parole e dopo ogni descrizione analitica del tipo, si riporta una possibile discussione del soggetto che ne esemplifica le caratteristiche precedentemente teorizzate . La descrizione , condotta sulla base di un’analisi scientifica , è animata da una vena ironica ed autoironica che talora tocca punte di sarcasmo impietoso. Gli ultimi tre capitoli sono dedicati alla riflessione critica sui criteri del livello della “lettura gruppale”, sui contenuti di questionari relativi alla qualità dei rapporti fra colleghi e sulle conclusioni, che volutamente e provocatoriamente non vengono tratte. Il volume, apparentemente scanzonato, appare a chi, come me non è addetto ai lavori, un’occasione di lettura piacevole ed istruttiva, distesa e di facile comprensione. Dato il tono e la schiettezza dei giudizi, dubito che gli educatori, che dovessero riconoscersi nelle deformazioni professionali descritte dall’A., abbiano in simpatia chi ne mette in luce le debolezze; ma gli utenti ed i profani , sono certo, hanno ampia materia di riflessione e talora di sincero divertimento non di evasione. L’A., che fa tesoro di molte esperienze maturate in incontri con quanti operiamo nel mondo della disabilità, ha come modelli culturali gli scritti e l’opera di don Dilani e di Montobbio, due grandi educatori morale il primo ed operativo il secondo.
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