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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Nesi e le sue verità

di Antonio Stanca

 

Di storie vere ha sempre scritto Edoardo Nesi, quarantasettenne autore italiano che quest’anno ha vinto il Premio Strega col romanzo Storia della mia gente comparso nel 2010 nelle edizioni Bompiani. Oltre che come autore di romanzi Nesi si è fatto notare, negli anni precedenti, anche come regista e sceneggiatore. Ha iniziato la sua attività letteraria dedicandosi alla traduzione soprattutto di scrittori di lingua inglese. Intanto conduceva a Prato, sua città e dei suoi genitori e antenati, l’azienda tessile della famiglia. Al 1995 risale il primo romanzo Fughe da fermo trasformato in un film nel 2001 dallo stesso Nesi che così ha esordito in campo cinematografico. Nel 2004 si è liberato dall’impegno dell’azienda, l’ha venduta e d’allora ha coltivato quasi unicamente la narrativa e il  cinema. Non ha smesso di fare il traduttore. Nel 2005 il suo romanzo L’età dell’oro, del 2004, è stato tra i finalisti del Premio Strega dopo aver vinto il Premio Bruno Cavallini. Allo Strega Nesi è giunto quest’anno con Storia della mia gente. Nell’opera lo scrittore più che a narrare s’impegna a denunciare quanto ultimamente è accaduto a Prato, la grave crisi nella quale si è trovata quell’industria tessile che per anni è stata la maggiore risorsa economica del posto. Rileva come i fenomeni della globalizzazione, dell’apertura dei mercati, della libera economia siano stati la causa della crisi. Ogni capitolo dell’opera muove da argomenti diversi ma rientra sempre, sempre si connette con il tema principale, quello di una città dal passato fiorente che ha assistito al crollo di ogni certezza economica per i suoi abitanti poiché finiva la vecchia e diffusa attività delle tante sue aziende impegnate nella lavorazione dei tessuti. E questo avveniva senza che nessuna delle persone al potere, locale o nazionale, si interessasse del problema, cercasse di risolverlo.

Nell’indifferenza generale, nel silenzio collettivo terminava una storia durata tanto tempo, si concludeva un’epoca! Di un altro fallimento scriveva Nesi!

Di situazioni difficili, di crisi dei valori morali, spirituali, di rapporti finiti, di tempi perduti aveva egli scritto prima, di storie vere aveva trattato ed ora lo faceva per la “storia della sua gente”, per la storia di una comunità, quella pratese, precipitata nel corso degli ultimi anni, impoverita dal sopraggiungere dei tempi nuovi, quelli che avrebbero dovuto procurare sicurezza, ricchezza ed avevano rappresentato confusione, instabilità, povertà. Contro questi tempi, contro questi danni grida il Nesi del romanzo e il suo diventa il grido di tutti gli italiani rimasti oggi senza lavoro poiché chiuse, come quelle di Prato, sono state le loro fabbriche da quando, a causa della globalizzazione, sono entrate in competizione con le altre d’oltre oceano. E a differenza dell’economia di alcuni stati europei che è stata protetta dai loro politici, quella italiana è stata lasciata alla sua rovina. Tanto gravi, tanto vicine, tanto sentite erano state le conseguenze del problema per la sua città che non ha pensato Nesi ad un’opera narrativa che le lasciasse soltanto trasparire ma ha concepito Storia della mia gente dove si è concesso completamente ad esse trasformando il romanzo in un documento preciso, in un chiaro atto di denuncia di carattere politico, economico, sociale. Mostrando Prato nella sua verità, nella sua concretezza, aderendo alla sua situazione anche dal punto di vista espressivo lo scrittore ha voluto rendere il problema nel migliore dei modi. L’ha voluto più che nelle altre opere ed anche se ha scoperto “… quanto possa essere aspro scrivere della vita invece di inventarsi le storie; quanto possa scavare lentamente dentro di te e sgretolarti come l’acqua fa col cemento e con la pietra; quanto sia disperatamente vero che un romanzo può essere molto più d’un libro e diventare così reale da tormentarti ogni giorno …”.

Molto acceso è lo spirito dello scrittore poiché molto deluso è stato delle tragiche verità comportate dai tempi moderni e di tale tensione è prova maggiore questo romanzo. Un messaggio immediato ha cercato con esso Nesi e per questo ha rinunciato a tutto ciò che potesse ritardarlo.


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