Notizie di guerra
di Antonio Stanca
La
stampa, la radio, la televisione, Internet: i mezzi di comunicazione si
sono sviluppati, sono migliorati contemporaneamente alla vita, alla
condizione dell’individuo e della società. L’evoluzione, il progresso li
hanno sempre più adattati alle richieste dell’ambiente fino a farli
diventare il segno di una civiltà che cerca nuove affermazioni e che in
essi sembra ormai volersi identificare. Modernità sembra, infatti, che
voglia dire velocità nella comunicazione, nella trasmissione di notizie
ed immagini, riduzione delle distanze grazie alle nuove, estese
possibilità di riferire e mostrare quanto avviene pur in luoghi lontani,
remoti. E presso il pubblico più moderni, più evoluti ci si sente se più
si è saputo, s’è letto, s’è visto circa i tantissimi avvenimenti che
oggi si verificano. Il fenomeno è diventato così diffuso da valere per
se stesso e non richiedere nemmeno l’impegno di distinguere tra quegli
avvenimenti, da far accettare tra tanta informazione anche quella
relativa alla guerra ed alle sue gravi conseguenze quali le azioni di
terrorismo in ogni parte del mondo. Poiché inserite in un contesto
carico di notizie quelle circa la guerra non suscitano particolare
attenzione, sono accolte come le altre, non fanno risaltare una grave
contraddizione: nuove forme di comunicazione, evolute condizioni sociali
e vecchi problemi! La morte in guerra, la paura, la malattia, la
miseria, le devastazioni, le stragi, gli spopolamenti, che ogni guerra
comporta comprese quelle attuali, trovavano spiegazione in un mondo
passato, in un’epoca superata quando nemici erano popoli pur vicini e
con la guerra risolvevano ogni contrasto fosse di carattere
territoriale, economico o ideologico. Di stragi sono avvenute anche in
periodi più recenti, durante la seconda guerra mondiale, e di esse si è
ancora sconvolti, ancora si discute giacché inspiegabili sono risultate
in tempi ritenuti moderni. Quella guerra interruppe un processo di
modernizzazione già avviato e che riprese dopo di essa con rinnovato
vigore e con spirito di distensione, di collaborazione nei rapporti
internazionali. Si voleva cancellare l’orrore al quale si era assistito,
considerarlo un’esperienza sbagliata e procedere nella pace tra i
popoli, nel bene diffuso. E’ avvenuto così che le scoperte della scienza
e della tecnica, le loro applicazioni nella vita, non abbiano avuto
sosta e che il mondo sia davvero diventato migliore fino al punto in
cui, si diceva, i mezzi di comunicazione sempre più nuovi e più utili
siano giunti a rappresentarlo da soli. Ma è avvenuto pure, negli ultimi
tempi, che in maniera diversa da quella passata sia ricomparsa la guerra
in molte zone del mondo, che le notizie di essa stiano insieme alle
infinite altre di quei nuovi mezzi di comunicazione e che si viva una
situazione di conflitto: della violenza, della morte in guerra dice la
televisione tra le tante sue cose prive d’impegno, azioni da barbari fa
vedere mentre pubblicizza i sistemi più comodi per vivere. Insieme al
nuovo c’è ancora molto di vecchio nel mondo, insieme al piacere c’è
molto dolore, insieme a tanta vita c’è tanta morte ed è grave che si sia
giunti a non distinguere tra esse.
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