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Tra società ed individuo di Antonio Stanca Di recente è comparso il romanzo breve "La pensione" di Maria Amalia Orsini (ed. Pendragon, Bologna, pp. 94, € 10,00). L’autrice vive a Novara ed ha scritto anche un’opera per i più giovani "I fuochi di Beppe Bra". Suo interesse ne "La pensione" è rappresentare il percorso compiuto da Marta, la protagonista, dall’infanzia all’età pensionabile. Negli anni seguenti la seconda guerra mondiale ella cresce, figlia sola, con genitori che la trattano in maniera diversa: il padre sempre conciliante, la madre severa, rigorosa fino alla rivalità. Il primo sarà licenziato dal cantiere dove lavora, soffrirà per questo, giungerà a crisi depressive, morirà; la seconda, insegnante elementare, vivrà più a lungo del marito ma anche dopo la sua morte Marta continuerà a sentirsi seguita, corretta da lei avendo contratto un carattere ansioso pur se non "privo di allegria" e disposto a sperare, credere, sognare. Intanto si è laureata, insegna in un istituto superiore, si è sposata, ha tre figli e, giunta ai nostri giorni, si ritrova incessantemente combattuta tra l’idea della pensione e l’altra di rimanere a scuola. Qui la scrittrice si sofferma a lungo, forse troppo, sull’ attuale problema italiano circa il momento giusto per andare in pensione. Si conclude, quindi, la narrazione con Marta che è sempre divisa tra i due pensieri, che supera tale condizione proponendosi nuovi programmi di vita e di lavoro, entusiasmandosi per essi come era avvenuto poco prima quando aveva voluto vestiti e gioielli o quando aveva perseguito ed attuato metodi d’insegnamento diversi dai suoi soliti perché più vicini agli allievi, più comprensivi del loro stato. Aveva vissuto con difficoltà i tempi della riforma scolastica, vi si era malamente adattata ma poi le era sembrato giusto accogliere e praticare alcuni aspetti di essa. Una storia vera, che una persona realmente può vivere oggi, è quella presentata dalla scrittrice nel suo libro e attraverso essa l’atmosfera politica, sociale, economica, scolastica dell’Italia più recente, i suoi riflessi nei costumi della popolazione giovanile e adulta. Si potrebbe parlare di documento se a trasformarlo in narrazione non intervenisse la scrittura della Orsini sempre attenta a cogliere quanto avviene dietro le apparenze, gli stati dell’animo, "i moti" del cuore dei suoi personaggi principali ed in particolare della protagonista, sempre capace di ridurre la storia, la vita alla posizione del singolo, all’attività del suo spirito, d’indagare sui modi tramite i quali quelle si riflettono in queste. Non sono molti i personaggi del romanzo e tutti, compresa Marta, inseriti nella vita, nella realtà esterna e nel contempo viventi di una vita e realtà proprie. Esterno ed interno, società ed individuo sono gli elementi tra i quali si muove la scrittura della Orsini mostrando di saper essere oggettiva e soggettiva, di saper dire di molti e di uno. E’ il modo per valere come scrittore, quello di combinare, far procedere insieme la generalità della situazione e la particolarità del caso. Coinvolgono, poi, ed avvincono, ne "La pensione", il linguaggio chiaro, semplice e lo stile scorrevole: si assiste ad un caso autentico, perché classico, di scrittura, si scopre che è possibile e valido pur in un contesto come il contemporaneo dove tanti autori gareggiano ormai per superarsi nell’elaborazione di contenuti assurdi e di linguaggi complicati fino a riuscire vuoti, astratti. Con la Orsini si rimane nella realtà, nella vita senza che le sue creature rinuncino a significati e valori propri ed aver ottenuto tanto in uno spazio così breve non può che sorprendere ancora. |
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