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Paradisi per sempre “perduti” di Antonio Stanca
Significa che diffuso è nel mondo attuale, divenuto così complesso, un bisogno di semplicità, di naturalità, esteso un desiderio di quiete, di pace e che entrambi sono conseguenze dei ritmi faticosi imposti dagli attuali ambienti di vita, di lavoro, dalle moderne condizioni. Se tanto si ammirano, si amano certi luoghi vuol dire che si è stanchi dei propri, che si vorrebbe cambiare e non essendo possibile si sogna di staccarsi, di evadere. E non solo in ambito individuale e sociale avviene così ma anche in quello culturale e letterario. Da alcuni anni sono riconosciute e premiate, anche col Nobel, opere di autori di lontane zone del mondo incentrate su ambienti, vicende, situazioni proprie di esse, impegnate a farle conoscere nella loro originalità e novità. Questo ha contribuito a rendere molto interessante tale letteratura ed a farle superare quella tradizionale che sembra essersi inaridita in certi contenuti e forme. Se dalla letteratura il fenomeno ha raggiunto i mezzi di comunicazione di massa ed il pubblico significa che ovunque, nella nostra società, si tende ad altro da ciò che c’è, si vede, si usa, ovunque si è stanchi di quanto avviene. Di fronte a tale problema quella di pensare a luoghi lontani, sconosciuti non è una soluzione ma soltanto l’aspirazione di un uomo divenuto, col tempo, schiavo, vittima dei propri sistemi ed ambienti, incapace di controllarne le conseguenze che diventano sempre più allarmanti, si allargano, superano ogni previsione, annullano ogni speranza di recupero, la rendono impossibile e “perduti” per sempre fanno i paradisi sognati. |
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