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Verso il passato di Antonio Stanca
Anche de "Il Gattopardo", famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), pubblicato postumo nel 1958 ed in un’altra stesura nel 1969, comparirà in libreria, il 21 Giugno, la versione originale ultimamente scoperta e curata dal nipote dell’autore Gioachino Lanza Tomasi. Il volume conterrà altri scritti, anche in versi, del Lampedusa da poco rinvenuti nella sua casa. Sarà questa l’edizione vera dell’opera giacché quelle finora conosciute avevano subito notevoli modifiche relative soprattutto al linguaggio. Nel 1958, in particolare, era stato lo scrittore Giorgio Bassani ad intervenire in tal senso quando aveva preparato la prima edizione.
I due episodi sono esemplificativi, quindi, di un fenomeno ampio, di un’atmosfera estesa. Testimoniano di due momenti della storia nei quali l’autore s’identificava con la propria opera, per questa rinunciava a tutto il resto, soffriva. La sentiva sua ma anche degli altri quasi fosse incaricato di una missione a lui superiore, alla realtà trascendente, fosse prescelto tra tanti, eletto, capace di virtù e qualità in lui da usare negli altri da ammirare. Questi esempi di umanesimo si cercano oggi da più parti, questi casi di accesa sentimentalità e spiritualità ormai annullati dal dilagare di valori immanenti, concreti. Si aspira a quanto può valere più di quello che si vede, si tocca, si consuma, si vive, a quanto può esistere oltre lo spazio e il tempo che ci circondano. Il passato è venuto in soccorso in un’emergenza simile. E’ successo altre volte, nella storia, che di fronte ai problemi del presente ci si sia rivolti indietro, si sia cercato di riprendere quanto esistito. Ma se quelle volte il fenomeno è stato transitorio perché lo sviluppo, il progresso delle condizioni individuali e sociali sono sopraggiunti a colmare i vuoti che si erano creati, se allora si è trattato solo dello smarrimento temporaneo tipico di ogni fase di passaggio, di transizione, ora la situazione sembra divenuta stabile, permanente. La nostra epoca viene vissuta come definitiva per la sua modernità, come il termine ultimo di quel processo che si è iniziato nella preistoria e definitivi si fanno sospettare anche i problemi da essa suscitati e la ricerca di una loro soluzione. |
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