Pierre
Leroux e George Sand (*)
(La filosofia e la
letteratura “de l’humanité”)
di Antonio Stanca
Nella storia il pensiero filosofico ha
accompagnato la produzione letteraria ed artistica contribuendo a
caratterizzare, con essa, l’atmosfera culturale di una determinata epoca
o periodo storico. Gli esiti delle due attività sono rimasti, tuttavia,
distinti giacché il processo della creazione artistica è diverso da
quello dell’elaborazione filosofica, più libero dai vincoli della
ragione, della logica, più immediato, più pronto a seguire il
sentimento, l’istinto, la passione.Questo non impedisce che tra opere
di filosofia e opere d’arte possano esserci delle relazioni o mutuazioni
soprattutto quando il filosofo e l’artista sono o si sentono partecipi
dello stesso clima culturale o sociale, della stessa spiritualità. Così
è avvenuto nella Francia dell’ ‘800 per la filosofia di Pierre Leroux
(1797- 1871) e la letteratura di George Sand (1804-1876). La
scrittrice, in una fase della sua vastissima produzione, dichiarava
di voler volgarizzare la dottrina lerouxiana poiché “la sola che parli
al cuore come il Vangelo” e da lei sentita come l’unica che potesse
soddisfare i suoi bisogni di donna e narratrice, le sue esigenze umane
ed artistiche. L’incontro con Pierre Leroux e il suo pensiero era
avvenuto quando la Sand aveva già prodotto opere di narrativa ed aveva
rappresentato per lei la scoperta di una dimensione e prospettiva più
ampie rispetto a quelle fino ad allora perseguite. Verranno i romanzi “Spiridion”,
scritto forse da Sand e Leroux insieme, “Il compagno del giro di
Francia”, “Il mugnaio di Angibault”, “Il peccato del signor Antonio”, “
Horace”, “Consuelo”, “La contessa di Rudolstadt”, pubblicati, gli ultimi
tre, nella “Revue Indépendante”, fondata dalla scrittrice a Parigi
insieme al filosofo. Queste opere sono pervase da un profondo spirito di
umanità, socialità, religiosità. In esse viene esaltato il popolo
perché depositario dei veri valori morali, denunciata la grave
corruzione degli aristocratici, auspicata la caduta delle barriere tra
classi sociali e all’interno di queste nonché la fusione tra popolo e
aristocrazia. Si
tende, inoltre, alla formazione di una nuova società, nella quale il
popolo non soffra più1) e regnino i principi dell’amore,
fraternità, uguaglianza, ad inserire il problema dell’emancipazione
femminile in un più ampio contesto umano e sociale, a diffondere ed
affermare una religione dell’anima diversa da quella istituzionale. E’
evidente l’influenza della filosofia di Rousseau ed in particolare del
sansimonismo rivelatosi alla Sand tramite la lettura di Leroux. Di
questi ella si era dichiarata “fedele discepola” una volta conosciuti il
pensiero e la famosa opera che lo conteneva, “Dell’umanità”.2)
Ne aveva ricavato una via da seguire, un modo per ordinare ed
esprimere quell’accensione spirituale mostrata nelle opere precedenti,
”Indiana”, “Valentine”, “Lélia”, “Jacques”, “Mauprat,” e rimasta una
protesta piuttosto confusa contro i pregiudizi e le convenzioni sociali
in nome di una libera e straripante passionalità: l’incendio diffuso
era divenuto una sola fiamma! Erano sopravvenuti il pensiero, la ragione
ad arginare e dirigere l’impeto di una sensibilità traboccante, di un
amore privo di precisi obiettivi. Lo schema della confessione e il tono
lirico, usati in precedenza per presentare eroine impegnate a
rivendicare i propri diritti, avevano ceduto il posto ad una visione più
estesa, l’individualità era divenuta socialità, l’uomo umanità, l’amore
religione. Tale maturazione e passaggio sono contenuti nei romanzi,
definiti “sociali”, della seconda fase della produzione sandiana.3)
In essi trovano la loro rappresentazione migliore delle tesi
fondamentali in Leroux quali la perfettibilità dell’uomo, l’immortalità
della specie, la proprietà collettiva, la rivalutazione del popolo e del
proletariato delle città e delle campagne.Questo avviene soprattutto ne
“Il compagno del giro di Francia”e “Il mugnaio di Angibault”.
E’ il periodo della vita e dell’opera della Sand
che va dal 1840 al 1848 ed allora il suo “socialismo” si manifestò oltre
che nelle opere di letteratura anche nel favore, nei vari aiuti da lei
accordati a poeti proletari quali Magu, Reboul, Jasmin, Poncy ed in
altre iniziative di carattere politico e sociale. La scrittrice sentì
l’influenza della filosofia di Leroux in modo così intenso da farne una
condotta di vita ed arte, una regola di azione e pensiero quasi fosse
stata per lei “una nuova religione”. Non a caso Sainte- Bevue, nel 1843,
affermava che “Béranger, Lamennais, Sand e Sue erano le quattro grandi
potenze socialiste e filantropiche della nostra età.4)
“Il compagno del giro di Francia” e “Il mugnaio
di Angibault” saranno le opere maggiormente espressive del “socialismo”
e “filantropismo” della Sand, del suo amore per il popolo, della sua
volontà di contrapporre le virtù di questo ai vizi dell’aristocrazia.
Nella prima si dirà del falegname Huguenin, che è della “medesima stoffa
divina” del carpentiere Gesù, e lo si opporrà al conte di Villepreux ed
alle sue convinzioni in campo sociale; nella seconda il protagonista,
Grand-Louis, sarà presentato come un santo e l’aristocratica Marcelle de
Blanchemont mostrerà di risentire delle nuove idee e di voler educare a
queste il figlio poiché dirà : ”Mio Dio, datemi la forza e la saggezza
necessarie per fare di questo ragazzo un uomo: per farne un patrizio, mi
sarebbe bastato incrociar le braccia.”5)
La Sand aveva mutuato da Leroux anche l’idea del
miglioramento e perfezionamento dell’uomo nonché l’aspirazione ad una
diffusa solidarietà umana ed alla formazione di una società migliore.
Per trasferire simili ideali in letteratura le era sembrato opportuno
farli impersonare dai suoi eroi e mostrare come dai pensieri ed azioni
di questi potessero derivare effetti tali da convertire alla “nuova
religione” anche chi, come gli aristocratici, era rimasto ancora
completamente estraneo. Arte e vita s’incontravano nella Sand e facevano
in modo che le istanze socialiste vissute accanto all’amico filosofo
s’identificassero, nelle opere, con quell’anima popolare che, secondo
lei, aveva preservato da ogni contaminazione di tempo o luogo i valori
umani più autentici.
Non si tratta di un fenomeno di primitivismo o
puritanesimo o nostalgia ché la Sand non si dedica al culto di certi
valori isolandoli dal contesto umano e sociale ma affida loro un’azione,
li investe di un compito di rinnovamento morale, li trasforma nei
termini di un confronto. Di questo compito e confronto sono espressione
le sue creature impegnate a diffondere un messaggio e, per questo, a
lottare contro ambienti e persone. E’ un’operazione di richiamo ai
doveri umani, una missione di evangelizzazione che esse svolgono sulla
terra e l’opera e l’eroina che più di tutte interpretano il fenomeno è
“Consuelo”. Come altre figure della Sand anch’essa è di origine popolare
ed è persona eccezionale per le sue qualità stavolta non solo morali ma
anche artistiche. Queste le permetteranno di accedere ad ambienti
elevati ed intraprendere un lungo viaggio attraverso le più varie
vicende ed esperienze della vita.
Il modulo del viaggio era già noto in letteratura
e sarà ripreso anche in tempi a noi recenti. La Sand lo usa in maniera
particolare giacché ne fa un evento vissuto naturalmente dalla
protagonista e presenta le sue varie situazioni come necessarie. E’ la
vita vera quella attraversata da Consuelo durante la lunga avventura
descritta nel romanzo. Nelle diverse tappe la vediamo spesso intenta a
lottare per affermare la sua presenza, il suo pensiero, il suo
sentimento. Il percorso sarà continuamente e variamente insidiato ma
niente lo fermerà in modo definitivo, nessuna minaccia potrà sottrarre
la protagonista ai richiami della coscienza, ai doveri dell’anima. A
volte sarà costretta a fuggire il pericolo incombente ma le sarà pure
possibile imbattersi in “anime gemelle” e stabilire con loro quella
“comunione di affetti”, quella “solidarietà umana” da lei tanto cercate.
Queste anime, però, hanno generalmente rinunciato all’azione,
abbandonato l’impegno nel mondo mentre in lei sempre vivo, anche se
tormentato, sarà il desiderio d’agire perché l’amore e il bene si
diffondano nella vita di tutti. Tale tratto distintivo della figura di
Consuelo, tale strenua lotta tesa a combinare il proprio sentimento con
l’altrui, fanno sì che essa diventi la proiezione più immediata
dell’anima dell’autrice, la personificazione migliore dello spirito di
“socialità”, del bisogno d’azione sentiti e vissuti dalla Sand. Sarà
questo bisogno a fare in modo che la scrittrice, col tempo, giunga a
sentirsi diversa da Leroux ed a rimproverargli di creare dei sistemi
astratti, di rimanere nell’utopia. Ella era, invece, per un’azione
concreta che attuasse l’utopia, per degli obiettivi precisi come
attestano altri aspetti e momenti della sua vita quali la presa di
posizione contro Luigi Filippo, la fondazione dell’ “Eclaireur de l’Indre”,
l’adesione al movimento riformatore di Louis Blanc, la partecipazione
alla rivoluzione parigina del 1848 insieme a gruppi repubblicani e
socialisti, la fondazione del settimanale “La Cause du Peuple”, la
collaborazione ai “Bulletins de la Rèpublique”, l’asilo offerto a
profughi politici. Le idee umanitarie e sociali, provenutele da Leroux,
erano state completate con un proprio contributo, quello dell’azione
necessaria ad attuare le finalità perseguite. L’azione la Sand cercò
nella vita e rappresentò nelle opere di quel particolare momento e se
il fenomeno rimase indistinto in altre narrazioni, in “Consuelo”
acquistò precisione ed evidenza. In quest’opera ed in questo
personaggio si esprimono, nel migliore dei modi, la lezione di Leroux e
il “socialismo” della Sand inteso come teoria e pratica, pensiero e
azione, necessità dell’anima e del corpo. Agire significava per lei
muoversi alla ricerca di un accordo tra elementi opposti, di un
equilibrio tra forze contrastanti, significava dividersi ed unirsi in
continuazione, perdere e vincere incessantemente: “…il funambolo è il
tipo di questa vita penosa, ardente e pericolosa. Egli deve provare un
piacere nervoso e terribile su quelle corde e quelle scale su cui compie
prodigi superiori alle umane forze; ma quando ne è sceso vincitore deve
sentirsi venir meno all’idea di risalirvi e di abbracciare ancora una
volta la morte e il trionfo, spettro a due facce che spazia
incessantemente sulla sua testa”.6) Questa è la figura
dell’errante e fuggitiva Consuelo. In lei, come nel funambolo, c’è una
continua alternanza di pensieri, come lui vive perennemente esposta ai
pericoli e, sebbene sia consapevole che nessun successo potrà mai
eliminarli del tutto, che ogni nuova impresa glieli comporterà
nuovamente, è sempre pronta ad affrontarli. Nel romanzo c’è un’immensa
galleria di personaggi e situazioni che spesso ostacolano l’azione di
Consuelo ma non saranno mai temuti al punto da fermarla né saranno mai
tali da superare la forza del suo animo, la luce di verità e d’amore che
l’accende e la muove.
L’insegnamento di Leroux non avrebbe potuto avere
allievi ed esiti migliori se si tiene conto che dalla Sand esso viene
sviluppato ed arricchito poichè adattato alla vita e rappresentato
negli effetti positivi che da ciò derivano. Soltanto se inserito in
simile processo si può spiegare il concepimento di Consuelo, il suo
significato: tramite lei il popolo viene promosso per le sue qualità,
per queste può fondersi con le alte classi sociali ed operare per
smascherarne e combatterne i vizi, per preparare una nuova, migliore
società.
E’ uno degli sviluppi più importanti del pensiero
di Leroux sia perché mostra come la filosofia possa diventare vita, come
l’idea possa realizzarsi, sia perché affida un’operazione di
rinnovamento individuale e sociale, una rivoluzione morale ad una donna.
Questo fa di Consuelo-Sand la precorritrice di moderni fenomeni
culturali e sociali quali il femminismo, l’affermazione del popolo, il
recupero degli oppressi, la diffusione nella letteratura, nell’arte,
nella società, soprattutto del moderno Occidente, di tendenze di
pensiero dette neoumanistiche perché volte a restituire all’uomo d’oggi
l’identità smarrita.
Con la Sand la filosofia di Leroux ha acquisito
una dimensione moderna. L’adattamento alla vita, ricevuto grazie
all’opera della scrittrice, l’ha trasformata in un’importante
anticipazione della modernità, un riferimento essenziale,
un’indicazione valida per ogni umanità che abbia bisogno di ritrovarsi.
Se oggi si sta parlando di neoumanesimo, se si sta cercando, dopo tante
dissipazioni, di recuperare l’uomo nei suoi elementi ed aspetti
autentici, si deve riconoscere che modelli quali Pierre Leroux e George
Sand sono stati e sono utili, che dalla loro comparsa non hanno mai
smesso di operare all’interno della cultura e della coscienza europee.
(*) da “Segni e
comprensione”- Università di Lecce- Nuova serie- n. 56
Settembre-Dicembre 2005
1)
George Sand,
Correspondance, vol. II, Paris, Garnier,
1964-1990, pp. 218-220 : “ L’umanità che soffre… è il popolo, il popolo
ignorante, il popolo abbandonato, pieno di passioni focose che vengono
eccitate in un cattivo senso, che vengono compresse, senza rispetto di
quella forza che Dio non gli ha tuttavia concesso senza motivo”.
2)
P.Leroux, De l’ Humanitè, Paris,
Perrotin, 1845.
3)
E. Seillière, George Sand, Mystique de
la passion, Paris, Félix Alcan, 1920, pp. 200-212 : “…soggetto dei
suoi nuovi romanzi era ora il proletariato delle città e delle campagne,
i suoi lavori, le sue miserie, e ne contrappose le virtù all’egoismo dei
grandi e dei ricchi…”
4)
Sainte-Beuve,
Correnspondance générale, vol.
V, Paris, Stock, 1935-1949, p.323.
5)
George Sand, Le meunièr d’Angibault,
édition présentée, établie et annotée par B. Aidier, Libraire générale
française, Paris, 1985, p. 154.
6)
George Sand, Consuelo,
vol. III, Milano, Fratelli Treves editori,
1930, p. 211. |