Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Pierre Leroux e George Sand (*)
(La filosofia e la letteratura “de l’humanité”)

di Antonio Stanca

Nella storia il pensiero filosofico ha accompagnato la produzione letteraria ed artistica contribuendo  a caratterizzare, con essa, l’atmosfera culturale di una determinata epoca o periodo storico. Gli esiti delle due attività sono rimasti, tuttavia,  distinti giacché il processo  della creazione artistica è diverso da quello  dell’elaborazione filosofica,  più libero dai vincoli della ragione, della logica, più immediato, più pronto a seguire il sentimento, l’istinto, la passione.Questo non impedisce  che tra opere di filosofia e opere d’arte possano esserci delle relazioni o mutuazioni  soprattutto quando il filosofo e l’artista  sono o si sentono partecipi dello stesso clima culturale o sociale, della stessa spiritualità. Così è avvenuto nella Francia dell’ ‘800  per la filosofia di Pierre Leroux  (1797- 1871) e la letteratura di  George Sand (1804-1876). La scrittrice, in una  fase della sua  vastissima  produzione, dichiarava di voler volgarizzare la dottrina  lerouxiana poiché “la sola che parli al cuore come il Vangelo” e  da lei sentita come l’unica che potesse soddisfare i suoi bisogni di donna e narratrice, le sue esigenze umane ed artistiche. L’incontro con Pierre Leroux e il suo pensiero era avvenuto quando la Sand aveva già prodotto opere di narrativa ed  aveva rappresentato per lei la scoperta di una dimensione e prospettiva più ampie rispetto a quelle fino ad allora perseguite. Verranno i romanzi “Spiridion”, scritto forse da Sand e Leroux  insieme, “Il compagno del giro di Francia”, “Il mugnaio di Angibault”, “Il peccato del signor Antonio”, “ Horace”, “Consuelo”, “La contessa di Rudolstadt”, pubblicati, gli ultimi tre, nella “Revue Indépendante”, fondata dalla scrittrice a Parigi insieme al filosofo. Queste opere sono pervase da un profondo spirito di umanità, socialità, religiosità. In esse  viene esaltato il popolo perché  depositario dei veri valori morali,  denunciata la grave corruzione degli aristocratici,  auspicata la caduta delle barriere tra classi sociali e all’interno di queste nonché la fusione tra popolo e aristocrazia. Si
tende, inoltre, alla formazione di una nuova società, nella quale il popolo non soffra più1) e regnino i principi dell’amore, fraternità, uguaglianza, ad  inserire il  problema dell’emancipazione femminile  in un più ampio contesto umano e sociale,  a diffondere ed affermare  una religione dell’anima diversa da quella istituzionale. E’ evidente l’influenza della filosofia di Rousseau ed in particolare del sansimonismo rivelatosi alla Sand  tramite la lettura di Leroux. Di questi ella si era dichiarata “fedele discepola” una volta conosciuti il pensiero e la famosa opera che lo conteneva, “Dell’umanità”.2) Ne aveva ricavato una via da seguire, un modo per ordinare ed esprimere  quell’accensione spirituale mostrata nelle opere precedenti,  ”Indiana”, “Valentine”, “Lélia”, “Jacques”, “Mauprat,” e rimasta  una protesta piuttosto confusa contro i pregiudizi e le convenzioni sociali in nome di una libera e straripante passionalità:  l’incendio diffuso era divenuto una sola fiamma! Erano sopravvenuti il pensiero, la ragione ad arginare e dirigere l’impeto di una sensibilità traboccante, di un amore privo di precisi obiettivi. Lo schema della confessione e il tono lirico, usati in precedenza per presentare eroine impegnate a rivendicare i propri diritti, avevano ceduto il posto ad una visione più estesa, l’individualità era divenuta socialità, l’uomo umanità, l’amore religione. Tale maturazione e passaggio sono contenuti nei  romanzi, definiti “sociali”, della seconda fase della produzione sandiana.3) In essi trovano la loro rappresentazione migliore delle  tesi fondamentali  in Leroux quali la perfettibilità dell’uomo, l’immortalità della specie, la proprietà collettiva, la rivalutazione del popolo e del proletariato delle città e delle campagne.Questo avviene soprattutto ne “Il compagno del giro di Francia”e “Il mugnaio di Angibault”.

E’ il periodo della vita e dell’opera della Sand che va dal 1840 al 1848 ed allora il suo “socialismo” si manifestò oltre che nelle opere di letteratura anche nel favore, nei vari aiuti da lei accordati a poeti proletari quali Magu, Reboul, Jasmin, Poncy ed in altre iniziative di carattere politico e sociale. La scrittrice sentì l’influenza della filosofia di Leroux in modo così intenso da farne una condotta di vita ed arte, una regola di azione e  pensiero quasi fosse stata per lei “una nuova religione”. Non a caso Sainte- Bevue, nel 1843, affermava che “Béranger, Lamennais, Sand e Sue erano le quattro grandi potenze socialiste e filantropiche della nostra età.4) 

“Il compagno del giro di Francia” e “Il mugnaio di Angibault” saranno  le opere maggiormente espressive del “socialismo” e “filantropismo” della Sand, del suo amore per il popolo, della sua volontà di contrapporre le virtù di questo ai vizi dell’aristocrazia. Nella prima si dirà del falegname Huguenin, che è della “medesima stoffa divina” del carpentiere Gesù, e lo si opporrà al conte di Villepreux ed alle sue convinzioni in campo sociale; nella seconda il protagonista, Grand-Louis, sarà presentato come un santo e l’aristocratica Marcelle de Blanchemont mostrerà di risentire delle nuove idee e di voler educare a queste il figlio poiché dirà : ”Mio Dio, datemi la forza e la saggezza necessarie per fare di questo ragazzo un uomo: per farne un patrizio, mi sarebbe bastato incrociar le braccia.”5)            

La Sand aveva mutuato da Leroux anche l’idea del miglioramento  e perfezionamento dell’uomo nonché l’aspirazione ad una diffusa solidarietà umana ed alla formazione di una società migliore. Per trasferire simili ideali in letteratura le era sembrato opportuno farli impersonare dai suoi eroi e mostrare come dai pensieri ed azioni di questi potessero derivare effetti tali da convertire alla “nuova religione” anche chi, come gli aristocratici, era rimasto ancora completamente estraneo. Arte e vita s’incontravano nella Sand e facevano in modo che le istanze socialiste  vissute accanto all’amico filosofo s’identificassero, nelle opere, con quell’anima popolare che, secondo lei, aveva preservato da ogni contaminazione di tempo o luogo i valori umani più autentici.

Non si tratta di un fenomeno di primitivismo o  puritanesimo o nostalgia ché la Sand non si dedica al culto di certi valori isolandoli dal contesto umano e sociale ma affida loro un’azione, li investe di un compito di rinnovamento morale, li trasforma nei termini di un confronto. Di questo compito e confronto sono espressione le sue creature impegnate a diffondere un messaggio e, per questo, a lottare contro ambienti e persone. E’ un’operazione di richiamo ai doveri umani, una missione di evangelizzazione che esse svolgono sulla terra e l’opera e l’eroina che più di tutte interpretano il fenomeno è “Consuelo”. Come altre figure della Sand anch’essa è di origine popolare ed è persona eccezionale per le sue qualità stavolta non solo morali ma anche artistiche. Queste le permetteranno di accedere ad ambienti elevati ed intraprendere un lungo viaggio attraverso le più varie vicende ed esperienze della vita.

Il modulo del viaggio era già noto in letteratura e sarà ripreso anche in tempi a noi recenti. La Sand lo usa in maniera particolare giacché  ne fa un evento vissuto naturalmente dalla protagonista e presenta le sue varie situazioni come necessarie. E’ la vita vera quella attraversata da Consuelo durante la lunga avventura descritta nel romanzo. Nelle diverse tappe la vediamo spesso intenta a lottare per affermare la sua presenza, il suo pensiero, il suo sentimento. Il percorso sarà continuamente e variamente insidiato ma niente lo fermerà in modo definitivo, nessuna minaccia potrà sottrarre la protagonista ai richiami della coscienza, ai doveri dell’anima. A volte sarà costretta a fuggire il pericolo incombente ma le sarà pure possibile imbattersi in “anime gemelle” e stabilire con loro quella “comunione di affetti”, quella “solidarietà umana” da lei tanto cercate. Queste anime, però, hanno generalmente rinunciato all’azione, abbandonato l’impegno nel mondo mentre in lei sempre vivo, anche se tormentato, sarà il desiderio d’agire perché l’amore e il bene si diffondano nella vita di tutti. Tale tratto distintivo della figura di Consuelo, tale strenua lotta tesa a combinare il proprio sentimento con l’altrui, fanno sì che essa diventi la proiezione più immediata dell’anima dell’autrice, la personificazione migliore dello spirito di “socialità”, del bisogno d’azione  sentiti e vissuti dalla Sand. Sarà questo bisogno a fare in modo che la scrittrice, col tempo, giunga a sentirsi diversa da Leroux ed a rimproverargli di creare dei sistemi astratti, di rimanere nell’utopia. Ella era, invece, per un’azione concreta che attuasse l’utopia, per degli obiettivi precisi come attestano  altri aspetti e momenti della sua vita quali la presa di posizione contro Luigi Filippo, la fondazione dell’ “Eclaireur de l’Indre”, l’adesione al movimento riformatore di Louis Blanc, la partecipazione alla rivoluzione parigina del 1848 insieme a gruppi repubblicani e socialisti, la fondazione del  settimanale “La Cause du Peuple”, la collaborazione ai “Bulletins de la Rèpublique”, l’asilo offerto a profughi politici. Le idee umanitarie e sociali, provenutele da Leroux, erano state completate con un proprio contributo,  quello dell’azione necessaria ad attuare le finalità perseguite. L’azione  la Sand cercò nella vita e rappresentò nelle opere di quel particolare momento e se  il fenomeno rimase indistinto in altre narrazioni, in “Consuelo” acquistò  precisione ed evidenza. In quest’opera ed in questo personaggio si esprimono, nel migliore dei modi, la lezione di Leroux  e il “socialismo” della Sand inteso come teoria e pratica, pensiero e azione, necessità dell’anima e del corpo. Agire significava per lei muoversi alla ricerca di un accordo tra elementi opposti, di un equilibrio tra forze contrastanti, significava dividersi ed unirsi in continuazione, perdere e vincere incessantemente: “…il funambolo è il tipo di questa vita penosa, ardente e pericolosa. Egli deve provare un piacere nervoso e terribile su quelle corde e quelle scale su cui compie prodigi superiori alle umane forze; ma quando ne è sceso vincitore deve sentirsi venir meno all’idea di risalirvi e di abbracciare ancora una volta la morte e il trionfo, spettro a due facce che spazia incessantemente sulla sua testa”.6) Questa è la figura dell’errante e fuggitiva Consuelo. In lei, come nel funambolo, c’è una continua alternanza di pensieri, come lui vive perennemente esposta ai pericoli e, sebbene sia consapevole che nessun successo potrà mai eliminarli del tutto, che ogni nuova impresa glieli comporterà nuovamente, è sempre pronta ad affrontarli. Nel romanzo c’è un’immensa galleria di personaggi e situazioni che spesso  ostacolano l’azione di Consuelo ma non saranno mai temuti al punto da fermarla né saranno mai tali da superare la forza del suo animo, la luce di verità e d’amore che l’accende e la muove.

L’insegnamento di Leroux non avrebbe potuto avere allievi ed esiti migliori se si tiene conto che dalla Sand esso viene sviluppato ed arricchito poichè  adattato alla vita e rappresentato negli effetti positivi che da ciò derivano. Soltanto se inserito in simile processo si può spiegare il concepimento di Consuelo, il suo significato: tramite lei il popolo viene promosso per le sue qualità, per queste può fondersi con le alte classi sociali ed operare per smascherarne e combatterne i vizi, per preparare una nuova, migliore società.

E’ uno degli sviluppi più importanti del pensiero di Leroux sia perché mostra come la filosofia possa diventare vita, come l’idea possa realizzarsi, sia perché affida un’operazione di rinnovamento individuale e sociale, una rivoluzione morale ad una donna. Questo fa di Consuelo-Sand la precorritrice di moderni fenomeni culturali e sociali quali il femminismo, l’affermazione del popolo, il recupero degli oppressi, la diffusione  nella letteratura, nell’arte, nella società, soprattutto del moderno Occidente, di tendenze di pensiero dette neoumanistiche perché volte a  restituire all’uomo d’oggi l’identità smarrita.

Con la Sand la filosofia di Leroux ha acquisito una dimensione moderna. L’adattamento alla vita, ricevuto grazie all’opera della scrittrice, l’ha trasformata in un’importante anticipazione della modernità, un riferimento essenziale,  un’indicazione valida per ogni umanità che abbia bisogno di ritrovarsi. Se oggi si sta parlando di neoumanesimo, se si sta cercando, dopo tante dissipazioni, di recuperare l’uomo nei suoi elementi ed aspetti autentici, si deve riconoscere che modelli quali Pierre Leroux e George Sand  sono stati e sono utili, che  dalla loro comparsa  non hanno mai smesso di operare all’interno della cultura e della coscienza europee.

(*) da “Segni e comprensione”- Università di Lecce-  Nuova serie- n. 56 Settembre-Dicembre 2005


1)     George Sand, Correspondance, vol. II, Paris, Garnier, 1964-1990, pp. 218-220 : “ L’umanità che soffre… è il popolo, il popolo ignorante, il popolo abbandonato, pieno di passioni focose che vengono eccitate in un cattivo senso, che vengono compresse, senza rispetto di quella forza che Dio non gli ha tuttavia concesso senza motivo”.

2)     P.Leroux, De l’ Humanitè, Paris, Perrotin, 1845.

3)     E. Seillière, George Sand, Mystique de la passion, Paris, Félix Alcan, 1920, pp. 200-212 : “…soggetto dei suoi nuovi romanzi era ora il proletariato delle città e delle campagne, i suoi lavori, le sue miserie, e ne contrappose le virtù all’egoismo dei grandi e dei ricchi…”

4)      Sainte-Beuve, Correnspondance générale, vol. V, Paris, Stock, 1935-1949, p.323.

5)     George Sand, Le meunièr d’Angibault, édition présentée, établie et annotée par B. Aidier, Libraire générale française, Paris, 1985, p. 154.

6)     George Sand, Consuelo, vol. III, Milano, Fratelli Treves editori, 1930, p. 211.


La pagina
- Educazione&Scuola©