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Oltre il documento di Antonio Stanca
Se i luoghi della narrazione sono quelli dell’Italia meridionale ed in particolare del napoletano, i tempi sono immediatamente posteriori al secondo conflitto mondiale, i nostri anni‘ 50 e dopo, quelli del boom economico e delle prime contestazioni. Sempre dal basso, tuttavia, la scrittrice muove. La sua attenzione non è rivolta ai grandi avvenimenti o personaggi del periodo trattato ma ai piccoli, alle famiglie numerose che vivono in spazi angusti, a quanto di clandestino avviene tra i vicoli del centro di Napoli, a cosa si pensa, si sogna, si fa, a come si vive la quotidianità in luoghi che non sono usciti dalla loro condizione di arretratezza anche se si vogliono, si sentono moderni. Non sanno ancora quanto ci vorrà per questo e se avverrà. Accanto alle infinite persone comuni ci sono poi quelle diverse che hanno fatto scelte nuove, moderne e che spesso non sono riuscite nelle loro intenzioni. Totale, completo in ogni sua parte è, quindi, l’ambiente rappresentato nell’opera, è fatto di passato e presente, vecchio e nuovo, corpo ed anima, è un ambiente che vuole cambiare ma non sa e non può farlo e intanto rimane sospeso tra com’è e come vorrebbe essere. Abilissima si mostra la scrittura della Ramondino nel rendere tale oscillazione, nel tradurre tale ampio e inesausto movimento tramite personaggi e vicende veri, reali. Un documento, quindi, ma anche un messaggio questo della scrittrice, una cronaca ma anche un’atmosfera. |
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