Betlemme 2005
di Antonio Stanca
Nella
storia dell’arte sacra le immagini sono state generalmente composte,
lineari, hanno ispirato sensazioni di serenità, di quiete, indotto al
raccoglimento, alla riflessione, suscitato sentimenti d’amore, di
comprensione. Fossero pittoriche, scultoree, visive, alle immagini è
stato sempre richiesto di essere ordinate, equilibrate perché avessero
gli effetti benefici che solitamente venivano loro attribuiti. Con i
tempi moderni anche quelle linee hanno risentito della novità, del
cambiamento avvenuti in arte e diffusa è diventata la maniera di
renderle in movimento, di liberarle dalla tradizionale fissità. Di
questa nuova atmosfera artistica partecipa il Renè, scultore in legno
della provincia salentina, nei suoi innumerevoli lavori spesso impegnati
nella direzione del sacro. Stavolta si tratta della nascita di Gesù e
meglio delle altre volte l’artista è riuscito. Sia nella forma dove ha
saputo intagliare e colorare la materia al punto da farle esprimere i
pensieri, i sentimenti propri delle tre figure prodotte, da procurare
loro un movimento che le animasse, le facesse sembrare vive, vere,
realmente coinvolte nella propria vicenda, sia nel contenuto ché nessuno
dei pensieri ispirati dalle antiche e fisse immagini sacre risulta
disturbato da queste sculture di Renè, nessun ostacolo il loro movimento
frappone all’emozione che sempre ha procurato la rappresentazione
dell’evento.
La modernità delle
linee non altera l’antichità del messaggio: è un esito difficile da
raggiungere ed averlo ottenuto è il segno dell’arte. |