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Come risolvere il problema di Antonio Stanca Ha trentasei anni, è nata, ha studiato e lavora a Torino, insegna nella scuola elementare, conduce incontri di scrittura creativa, s’impegna nella Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani e scrive audiofilm per i non vedenti: si chiama Sabrina Rondinelli e da poco ha pubblicato, presso le Edizioni EL, “Camminare correre volare”. E’ la sua prima opera narrativa, un romanzo che ritrae il comportamento di alcuni ragazzi di una scuola media di Torino, i loro rapporti tra compagni, con le famiglie, gli insegnanti, la loro vita in società. Ha trattato, la Rondinelli, di un ambito della storia contemporanea, quello dei giovani, del quale tanto si discute e per il quale tanto si pensa di fare essendo diventato un problema urgente e difficile da risolvere. Disorientati, confusi e, di conseguenza, scorretti, violenti sono i giovani d’oggi compresi gli adolescenti dei quali narra la scrittrice. Non hanno riferimenti una volta persi quelli della famiglia, della scuola, della religione, e vivono solo del presente, dell’immediato, della sensazione, dell’emozione che più li soddisfa e della circostanza che può procurarla. Il fenomeno ha raggiunto un’ampiezza tale che impossibile risulta, ormai, prevedere i tempi e i modi di una sua riduzione o correzione. In un contesto così vasto e complesso la Rondinelli si è inserita raccontando, nel romanzo, una storia semplice, rappresentandola nelle varie parti che la compongono e ricavandone un’indicazione da seguire. In “Camminare correre volare” ella scrive della quasi quindicenne Asja, “una bambina cattiva” che, in una classe di terza media, non mostra volontà di studiare, capeggia un gruppo di compagne poco garbate e, insieme a queste, fa soffrire la brava e diligente Maria. Ogni occasione è usata dalla “cattiva” e dalla sua“banda” per disturbare Maria, per invadere i suoi pensieri e le sue azioni. E tanto si carica la situazione da diventare grave, violenta: Maria finirà in ospedale mentre Asja, punita dalla direzione scolastica, rimarrà sola, abbandonata dalle compagne della “banda”. Inizierà, da qui, un nuovo corso per la vicenda. Asja ripenserà, si creerà valori diversi da quelli della cattiveria, del male, cercherà affermazioni nello sport, nella stessa scuola, scoprirà gli affetti, il sentimento d’amore; Maria uscirà dal “ritiro” nel quale sembrava destinata, s’incontrerà con gli altri, imparerà i modi per stare con loro, diventerà nuova senza rinunciare ai vecchi valori morali, spirituali propri della sua formazione. Per Asja si tratterà di scoprire questi, per Maria di continuarli, di applicarli diversamente e così le due finiranno per incontrarsi, rimarranno vicine, si aiuteranno. Un caso di “bullismo” finito bene presenta la Rondinelli in un romanzo che non si limita alle due ragazze ma risale a tutto ciò che intorno ad esse avviene. Mostra le loro famiglie, l’interno di queste, fa vedere Asja alla ricerca di un padre che non ha mai conosciuto, si sofferma sulla vita dei nuovi giovani, esprime i loro pensieri, le loro azioni, il loro linguaggio, i loro interessi, le loro ambizioni, i luoghi e i modi dei loro incontri, i rapporti tra loro, il difficile rapporto con i genitori, quello ancor più problematico con la scuola, la posizione degli insegnanti sospesa tra elementi così diversi. Un quadro completo di vita italiana nel ventunesimo secolo è quest’opera, una rappresentazione vera, concreta anche perché svolta in uno stile semplice, chiaro, in una lingua che aderisce al narrato, lo riporta in modo autentico, lo fa vivere di vita propria. Del diffuso scadimento dei costumi, della generale crisi dei valori morali vuol dire la scrittrice tramite la sua storia anche se non smette d’intravedere una pur lontana possibilità di salvezza. E saprà raggiungerla e svelarla quando mostrerà che per recuperare quanto dello spirito si è perso bisogna ritornare ad esso. Solo per la sua azione si potrà stare con gli altri, scambiare con loro, superare le divisioni sopraggiunte, solo per lo spirito si potrà finire di “camminare”, di “correre” ed iniziare a “volare”. Un messaggio diviene il romanzo, un richiamo, un invito di notevole importanza perché riferito a principi, valori ormai persi, impegnato a recuperarli ed attuarli avendoli constatati come i migliori pur dopo molte altre esperienze. |
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