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Nell’arte la soluzione

di Antonio Stanca

Giovedì 8 Maggio, nella sala “Verri” del Centro Culturale di Milano, è stato presentato il libro di Davide Rondoni “Il fuoco della poesia” (In viaggio nelle questioni di oggi), ed. Rizzoli. E’ una raccolta di saggi nei quali il quarantaquattrenne poeta, scrittore, drammaturgo e saggista di Forlì tratta dei problemi che attualmente il mondo ed in particolare l’Italia vivono e indica la possibilità di risolverli. Rondoni è noto soprattutto per le sue opere di poesia, perché dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e perché ha tradotto importanti poeti e scrittori francesi ed inglesi dei tempi moderni. E’ conosciuto anche perché collabora con giornali e riviste, alcune delle quali dirige, per il suo impegno in pubblico, svolto in luoghi diversi dove insieme a musicisti, attori, cantanti, opera per diffondere, tramite letture, musiche e rappresentazioni, parti di lavori propri e di altri autori ritenute adatte a fungere da messaggio per il pubblico.

Rondoni non è l’autore che vive solo della sua arte, l’artista che si è escluso dal mondo per coltivare i propri pensieri, per dipendere dalla propria ispirazione ma il poeta, lo scrittore che dalla realtà, dalla storia trae i motivi del suo lavoro, l’autore che non distingue tra l’impegno nell’arte e quello nella vita, non cerca speciali effetti di stile perché rimane ad un livello espressivo umile, semplice onde poter giungere ovunque. Anche per i temi Rondoni predilige quelli comuni, quotidiani ma non trascura di risalire da questi ad una dimensione più alta, di passare dal caso alla storia, dalla realtà all’idea.

Vero, concreto è l’artista Rondoni ma anche profondo, intenso, muove dalla materia, dalla contingenza ma ne fa occasioni per verità che le superano, valgono non solo per esse, colgono lo spirito della situazione.

Così ne “Il fuoco della poesia”: più che altrove qui si parte da eventi, circostanze particolari che si verificano nel mondo attuale, nella nostra nazione, e si cercano spiegazioni, significati più ampi, si muove dalla guerra, dal terrorismo, dalle sue stragi, dal pericoloso confronto tra religioni, dalle più recenti, scandalose applicazioni della scienza, dalle catastrofi naturali, dalle conseguenze del razzismo, dall’esasperato processo di laicizzazione in ambito intellettuale e sociale, dalle eterne ed inutili programmazioni dei politici italiani, dalla spettacolarizzazione di ogni vita in Italia, dai problemi della scuola, delle famiglie, dei giovani italiani, dalla mancanza di un loro futuro, dalla loro condotta violenta, e si giunge a dire dell’anima e dello spirito necessari a ristabilire l’ordine, a riportare l’equilibrio. Ogni volta, per ogni problema, si risale da un grave fatto di cronaca ad una regola che servirebbe per evitarlo, si espone l’evento contingente e se ne ricava un messaggio da far valere di là da esso. E’ un libro di protesta contro la corruzione dei costumi privati e pubblici, la materializzazione di tutti gli aspetti della vita, la crisi di ogni principio e valore che non rientri nella sfera dell’utile, la fine,  nei rapporti tra stati, delle regole di scambio e collaborazione, è una polemica verso quanto di falso, d’ingiusto ha ormai invaso la vita italiana e mondiale, un’accusa dei responsabili della situazione ma è pure un richiamo ai modi utili per riprendersi da tale capovolgimento, per guardare ad un futuro migliore. E sorprendente risulta Rondoni quando lo si vede indicare per problemi così difficili soluzioni molto facili, quando su un gran frastuono di voci fa sentire quella semplice, pura dell’anima, del sentimento, alla quale richiama come alla sola capace di far luce nel buio che da tempo si è addensato. Da quando quella voce non è stata più ascoltata il mondo è andato precipitando e ad essa si deve tornare per sollevarlo, all’uomo ci si deve riferire, alla sua interiorità, spiritualità, fede ed a quanto, a chi le esprime, all’arte cioè, all’artista. A loro viene assegnato, da parte del Rondoni, il compito di salvare l’umanità di oggi dal naufragio che sta vivendo ed a prova dei vantaggi di una simile operazione l’autore cita sempre, nel libro,  versi di poeti, dai più antichi ai più moderni, li collega con i gravi eventi presentati e ne ricava indicazioni utili a tutelare, salvare dai pericoli di questi. Tra cronaca ed arte egli, dunque, procede, tra morte e vita, guerra e pace, male e bene fino a fare dell’arte, della vita, della pace, del bene gli elementi principali di una nuova cultura umanistica, religiosa tesa a riscoprire quella passata, ricollegarsi ad essa e continuarla, rinnovarla in modo da combattere la crisi in atto: nei più vecchi principi umani e morali la soluzione per i più nuovi problemi, nell’uomo la salvezza!

Una prosa partecipe, animata, accesa è quella del Rondoni de “Il fuoco della poesia”, è il poeta, il lirico che scrive infiammato per quanto di grave si trova a vivere, per quel che lo ha provocato e per come si potrebbe rimediare. Una prosa simile al parlato, che del parlato ha i toni, i colori, la forza, il vigore visto che chi parla considera le perdite denunciate come proprie del suo spirito di artista e per questo si assume e promuove il compito di recuperarle.


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