Anche la politica educa
di Antonio Stanca
Di
recente è stato ristampato da Einaudi il breve volume “Un viaggio
inutile” (o la politica come educazione sentimentale) di Rossana
Rossanda, giornalista, scrittrice e traduttrice. Nata a Pola nel 1924 è
stata impegnata fin da giovane in attività politiche di sinistra e poi
di estrema sinistra. In tali ambiti ha ricoperto incarichi importanti e
svolto funzioni di rilievo. Si è fatta notare anche per il suo lavoro di
scrittura giornalistica, saggistica, narrativa, per opere tra le quali
rientra “Un viaggio inutile”, comparso la prima volta nel 1981e relativo
al viaggio effettuato in Spagna dalla Rossanda nel 1962 per conto del
Partito comunista italiano. E’ un libro di ricordi, come l’autrice
chiarisce nella prefazione, un libro dove essa ricostruisce, a distanza
di tempo, quanto aveva visto, fatto, sentito in quella Spagna dove era
andata per sapere delle forze di opposizione al regime totalitario di
Franco. La sua era stata una missione segreta durante la quale avrebbe
dovuto contattare gli esponenti principali del movimento comunista
spagnolo, verificare le condizioni del Partito e collaborare per la
preparazione di un’azione decisiva contro la Spagna franchista che ormai
accusava dei chiari problemi. Delusa rimarrà la Rossanda dei contatti
poiché scoprirà divisi, separati quegli esponenti, li troverà ognuno con
una propria posizione ed aspirazione, con un proprio programma e nessuno
fiducioso nelle capacità del Partito, in una sua operazione unitaria e
definitiva. Dovrà, inoltre, constatare con grave rammarico che il
cambiamento, il passaggio in Spagna sarebbero avvenuti diversamente da
altri fascismi europei, cioè senza grossi rivolgimenti. Si sarebbe
trattato solo di alcune modifiche del regime esistente.
“Inutile” le si
rivelerà, alla fine, il “viaggio” compiuto tra alcune delle più
importanti città spagnole, dove erano avvenuti quei contatti e,
tuttavia, non rinuncerà a ritenerlo valido, lo considererà un momento
della sua formazione, lo vedrà importante per la sua “educazione
sentimentale”, si sentirà più matura dopo di esso. Il fervore,
l’entusiasmo, con i quali sempre ed anche allora aveva fatto politica,
avevano subito una delusione ma pure questa era servita, era stata per
lei un insegnamento, le aveva fatto capire che ci possono essere delle
situazioni strane, inspiegabili, che non sempre né ovunque gli stessi
problemi vengono affrontati allo stesso modo. In verità era stata questa
constatazione a muoverla a scrivere nel 1981 di un’esperienza avuta
vent’anni prima. Lo aveva fatto per dire quanto le era giovata. Non come
una ricostruzione o un diario di viaggio si presenta, infatti, l’opera
ma come un lungo racconto, un’estesa confessione dei pensieri, dei
sentimenti che la Rossanda aveva avvertito durante quei giorni in
Spagna. E a renderla tale contribuisce anche lo stile. Rapido,
essenziale, a volte irregolare ma sempre vicino, aderente a lei, ai pur
minimi movimenti del suo spirito, alla sua più recondita intimità, ai
tantissimi modi con i quali le circostanze esterne si riflettono nella
sua anima. |