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Notizie dalla Russia di Antonio Stanca
Rossella ha lavorato e lavora per giornali italiani, quotidiani e periodici, ha svolto e svolge compiti di rilievo in televisione, ha scritto altre opere e stavolta, con questo libro, si può dire che sia riuscito meglio che altrove: ha trasformato i ricordi di quel servizio in Russia e paesi satelliti in dieci racconti e li ha resi così avvincenti, nonostante la loro brevità, da sembrare uno scrittore autentico. In essi ha ricordato, immaginato, inventato e, tuttavia, ha sempre saputo ottenere quanto gli premeva, mostrare le sue vecchie scoperte. C’è, nei racconti, tanto di casuale ma c’è, soprattutto, tanto di vero: sono presentati in ordine cronologico, vanno dal 1970 al 1985; in ogni racconto si parte da un evento, da una persona ma non si manca mai di collocarli in una prospettiva più ampia di carattere sociale, politico, economico, di evidenziare la distanza tra la povertà dell’ambiente e la condizione dei ricchi; questi, diplomatici, agenti dello spionaggio, alti ufficiali, dignitari vicini ai posti di comando, membri della polizia segreta, della cultura, i loro figli e soprattutto figlie, sono i protagonisti e sono tutti presentati in preda a manie, a vizi. Da quello dell’alcol, la vodka in particolare, agli altri della golosità, del lusso, dello spreco, del sesso, dell’ozio, dell’inganno, dell’odio, della crudeltà. Non mancano gli affetti, gli amori, i sentimenti puri, i richiami dell’anima ma sono quasi sempre sopraffatti dalle circostanze. Leggendo Rossella si conoscono altri aspetti della famosa Russia, lo scrittore mostra come dietro una certa facciata si celi molta cattiva condotta. Dalle sue pagine emerge un quadro animato ma di un’animazione negativa, si sa di movimenti rivolti a soddisfare richieste singolari e spesso immorali. Se la Russia e i suoi paesi visti da vicino hanno costituito una sorpresa per Rossella ancora maggiore è questa per il lettore del suo libro e non facile gli sarà pensare che accanto alla solennità che sempre ha accompagnato il nome di Repubbliche Socialiste Sovietiche c’è pure la mediocrità di un qualsiasi altro luogo.
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