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La sorpresa dell’inizio di Antonio Stanca
Due grandi storie d’amore rimaste incompiute, due donne vissute nella vana attesa di un segnale che le sollevasse da una condizione inconsolabile, restituisse loro quanto da giovani avevano sognato, sono le figure centrali di questo romanzo e intorno ad esse una folla di personaggi maggiori e minori che si allontanano, si ritrovano, si amano, si odiano, una serie di avvenimenti che s’intrecciano, si sciolgono, si nascondono, si scoprono, un intrico di combinazioni, relazioni, richiami, collegamenti tra persone, cose, luoghi vicini e lontani, vecchi e nuovi. E’ la vita di una località, Afra, del Meridione d’Italia nel periodo della seconda guerra mondiale quella rappresentata dalla scrittrice e in un modo da riuscire estesa all’intero territorio, al suo passato, alle sue tradizioni, ai suoi usi e costumi, alle sue credenze, alla sua lingua. Una delle donne morirà, l’altra si consacrerà a vita monacale: saranno le persone più capaci di amare e soffriranno di più. Profonda, ricca si mostra la scrittura della Ruggio nel rendere la complessità dei pensieri, dei sentimenti di queste due figure, cogliere continue corrispondenze tra realtà e idea, animare il paesaggio, la terra, le acque, le piante di Afra, farle vivere insieme a chi tra esse si muove, fonderle col suo spirito. Così la narrazione acquista spesso una dimensione da favola, procede tra magie, incantesimi. Non ci sono, in essa, limiti, confini precisi perché si sposta, si collega con quanto non si vede, non si sente, riprende sogni, ricordi, vive anche di ciò che non c’è. Questo movimento, questa alternanza tra verità e fantasia, materia e spirito, corpo ed anima, sono la nota distintiva della scrittura della Ruggio, segnalano una tendenza, determinano uno stile, lo mostrano come suo specifico. |
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