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Per capire Saki di Antonio
Stanca
Recentemente
nella serie “Short Stories” curata dalla “Biblioteca di Repubblica-L’Espresso”,
Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A., Roma 2010, è comparso un breve
volume dedicato allo scrittore inglese Saki, pseudonimo di Hector Hugh
Munro. Contiene quattro suoi racconti tradotti da Fenisia Giannini
Iacono e accompagnati dalla versione originale. Saki è nato nel Saki è morto a soli quarantasei anni e questo non gli
ha impedito di raggiungere una notorietà tale da essere considerato un
maestro del racconto breve. Un esempio sono i suddetti quattro racconti
desunti dalle sue opere ed ora pubblicati per conto della “Biblioteca di
Repubblica-L’Espresso”. S’intitolano “Tobermory”, “La cura
dell’Antiriposo”, “Sredni Vashtar”, “Il contastorie” ed in essi
brevemente e chiaramente Saki presenta quattro situazioni diverse nelle
quali fa ironia circa i borghesi del suo tempo, ne denuncia i
conformismi, i pregiudizi fino a diventare spietato, crudele nei
riguardi loro e della società che dai loro modi era derivata. E’ una
protesta che egli conduce in maniera velata, umoristica ma che spesso
diviene tragica. Protagonisti, autori di orrori sono a volte dei bambini
che nessuno poteva immaginare tanto “cattivi”. Risente Saki nel suo lavoro di scrittori inglesi quali Oscar Wilde, Rudyard Kipling, Lewis Carroll anch’essi tanto contrari alle convenzioni da averne fatto motivo delle loro opere. Non si spiega facilmente, tuttavia, come l’anticonformismo di Saki diventi quasi ferocia. Non si spiega se non si guarda indietro, al tempo dell’infanzia dell’autore trascorsa in quella casa delle zie inglesi che lo avevano spaventato con i loro rigori, con la loro frusta. Molto aveva sofferto, tormentato era stato da bambino ed una forma di riscatto può essere considerata la crudeltà espressa nei suoi lavori. Non gli basta ironizzare sulla vita, sui costumi dei borghesi, tra i quali rientravano i suoi famigliari, ma arriva ad immaginare di far loro del male, di colpirli, di ucciderli e a volte tramite quei bambini nei qual trasferisce i suoi ricordi, s’immedesima. Dalle persone alla società, ai tempi si estende la sua satira, la sua crudeltà dal momento che non erano meno conformisti e bigotti ed anche da questi l’uomo Saki si era sentito limitato, frenato nel suo spirito, nei suoi ardori, nelle sue aspirazioni a vivere liberamente, nei suoi bisogni di novità. Quando poi dal bambino e dall’uomo era passato allo scrittore naturale gli era sembrata quella rivolta che sempre aveva covato e mai gli era stata possibile. |
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