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Francesco Soverina, Nel XXI secolo. Per una storia globale e un’educazione civica planetaria, Fratelli Ferraro Editori, Città di Castello (PG), 2005. Le incipienti ed ineludibili trasformazioni che nell’ultimo ventennio stanno attraversando in modo sempre più veloce il nostro mondo in ambito sociale, economico, politico e culturale si configurano nei termini della globalizzazione e del postfordismo, delineando nuovi assetti geopolitici, geoeconomici, finanziari, sociali, produttivi e culturali. Essi cominciano a divenire oggetto di interventi didattici non solo sul piano dei contenuti ma anche su quello metodologico, in modo tale da favorire una sempre più diffusa presa di coscienza delle trasformazioni oggi in atto. Ma a fronte di questi processi, nell’ambito della didattica dell’Educazione civica e della Storia, quali orientamenti dare a queste discipline? Quali contenuti prediligere? Quali metodologie di insegnamento praticare? Una risposta a questi e ad altri quesiti è offerta dalla prospettiva della storia globale. Francesco Soverina – ordinario di Storia e Filosofia presso i Licei e ricercatore dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea –, nel suo testo Nel XXI secolo. Per una storia globale e un’educazione civica planetaria, propone la prospettiva della storia globale, specificando che essa non può essere né una storia di tutto, né un ventaglio di storie parallele. “Intendo per storia globale – specifica Soverina – una ricostruzione critica che metta al centro le maggiori questioni del presente nelle loro origini e proiezione storica, non facendosi paralizzare dalla sindrome di Lilliput di fronte alla complessità del mondo odierno, che si configura al tempo stesso come più grande e più piccolo, più omologato e diversificato” (Ivi, p. VI). Il volume si articola in dieci moduli e in quattro appendici dedicati ai temi centrali della nostra età a partire dalle sue radici: le due guerre mondiali; la rivoluzione sovietica; i totalitarismi; la globalizzazione economica e culturale; il rapporto asimmetrico Nord/Sud; le dinamiche geopolitiche; i movimenti migratori; i rischi ambientali; i mutamenti sociali, produttivi e degli stili di vita; le forme della politica; la Costituzione italiana e quella europea. Ogni modulo è strutturato in paragrafi, schede di approfondimento, mappe concettuali ed esercizi, che, nell’ottica di una verifica sia sommativa che formativa, intendono rafforzare e potenziare attivisticamente le conoscenze, le abilità e le competenze di base degli studenti nello studio della storia, a partire dalla capacità di collocare i processi storici nello spazio e nel tempo, coglierne le connessioni, per poi elaborarne criticamente analisi e sintesi. Coerentemente all’adozione di un’ottica reticolare, che rinvia al paradigma della complessità, i moduli, pur essendo strettamente correlati tra loro, durante il processo di mediazione didattica non necessitano di una trattazione sequenziale. Attraverso un linguaggio piano, chiaro ma allo stesso tempo anche rigoroso ed analitico, Soverina introduce le nuove generazioni di studenti ed i docenti sensibili all’aggiornamento allo studio della nostra età, con l’intento di formare una coscienza critica della società globale. Ma la formazione di una coscienza critica, secondo Soverina, non si traduce affatto in una retorica dei buoni sentimenti o in una demagogica esaltazione di astratti valori di convivenza civile. Vuole dire, invece, adottare con lucidità una prospettiva planetaria, fondata in modo interdisciplinare sulla coscienza della storicità dei processi e delle tendenze contraddittorie oggi in atto. “Offrire una prospettiva planetaria – afferma l’autore – risponde all’esigenza, sempre più avvertita, di orientarsi all’interno di un’epoca contraddistinta dall’interdipendenza degli eventi e dei processi, dalla connessione oramai inscindibile tra piano locale e piano globale. […] Attingendo da più discipline, si suggeriscono chiavi di lettura per addentrarsi nei meccanismi della società odierna, che può godere, come mai era avvenuto in precedenza, dei lati bénefici di un grande progresso tecnologico e materiale; ma che è segnata da gravi sperequazioni, da squilibri laceranti; una società su cui incombono i rischi permanenti della guerra e del collasso degli ecosistemi” (Ivi, p. V). La questione ambientale e le armi nucleari, che rappresentano i maggiori pericoli per le nostre società, rinviano, come ben evidenzia Soverina, ad un critica radicale dei loro presupposti socio-economici e politico-culturali, rintracciabili nei miti della crescita quantitativa e del dominio assoluto sulla natura, la vita e le coscienze. Miti che, ereditati dalla cultura tardo ottocentesca, hanno già causato tante tragedie nel corso del XX secolo. Con ciò, sottolinea Soverina, non si vuole proporre una didattica dell’apocalisse, ma contribuire a formare le nuove generazione alla cultura del limite e ad una nuova idea di cittadinanza attiva, in cui alla consapevolezza della natura globale dei problemi odierni corrisponda anche l’impegno per la costruzione di uno spazio politico mondiale. “Questo cammino – afferma Soverina – va affrontato alla luce di un nuovo concetto di cittadinanza, basato sul superamento dei particolarismi, sul perseguimento di un’ideale costituzione politica in cui si riconoscano tutti gli abitanti della Terra, in cui le relazioni umane vengano collocate in un ambito comune, mondiale appunto” (Ivi, p. V).
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