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Per una storia più completa di Antonio Stanca Il 20 Aprile scorso, alle ore 20.00, presso la Chiesa Madre di Soleto, in provincia di Lecce, è stato presentato il libro “La Chiesa di S. Stefano a Soleto” (ed. Argo-Lecce) dei noti studiosi Michel Berger e André Jacob. Ha introdotto il Sindaco di Soleto, dott. Elio Serra, il quale si è soffermato sull’importanza del lavoro poiché il primo di una Collana recentemente programmata, distinta in due serie di opere, diretta da André Jacob, intitolata “Terra d’Otranto Bizantina”, pubblicata dalla Casa editrice leccese e mirata a recuperare e diffondere la produzione architettonica e figurativa e la relativa attività culturale di carattere greco e bizantino avvenute nel Salento degli ultimi secoli del Medioevo. Un’operazione simile, ha detto il Sindaco, sarà decisiva per l’inserimento della Terra d’Otranto in un contesto più vasto, la farà partecipare della storia, della cultura, della vita, dell’arte non solo nazionali, la libererà da quei limiti che la fanno ancora considerare una periferia. Nella stessa direzione ha proceduto Luigino Sergio, Presidente dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina. Ha puntualizzato come tale organismo avesse provveduto a patrocinare e sostenere economicamente la pubblicazione del volume presentato e come intendesse continuare a promuovere le altre opere in programma. In seguito sono intervenuti il dott. Alessandro Laporta, Direttore della Biblioteca Provinciale “Bernardini” di Lecce, Mons. Salvatore Palese, Rettore del Seminario Regionale di Molfetta ed infine i due autori del libro, il francese Michel Berger, dal 1970 docente di Arte e iconografia bizantina presso il Pontificio Istituto orientale, consulente dei Musei Vaticani per l’arte bizantina e corrispondente della Pontificia Accademia romana di archeologia, e il belga André Jacob, ricercatore e docente di Antichità greche e latine presso le Università di Lovanio, Parigi e Chieti e dal 1983 membro del Comitato internazionale di paleografia greca. I due hanno parlato della loro opera, dei modi seguiti per realizzarla e si sono mostrati contenti dei risultati ottenuti nonostante avessero lavorato insieme altre volte ed altre opere avessero prodotto. In verità ne “La Chiesa di S. Stefano a Soleto” sono riusciti in un compito finora rimasto sospeso. Altri studiosi si erano interessati del piccolo monumento soletano risalente ai secoli XIV-XV ma senza raggiungere gli esiti sicuri e definitivi del Berger e del Jacob. Il momento nel quale si collocano la costruzione e gli affreschi della piccola chiesa sono tra i più travagliati della storia dell’Italia meridionale. Solo in alcuni centri, quale appunto Soleto, persiste una comunità greca con la sua cultura, religione, lingua, le sue tendenze artistiche mentre chiari e diffusi sono i segni dei tempi che cambiano, evidenti le influenze che pure in Terra d’Otranto giungono da centri quali Napoli e che consistono nella volgarizzazione di una classicità identificata con la grecità. La vita, la società e con esse la cultura, la lingua, l’arte stanno finendo di essere greche, di rientrare in un’atmosfera bizantineggiante. Questa, però, non è del tutto finita e coesiste insieme alla romanica, alla gotica, si combina con esse e, a volte, nella stessa opera come nell’architettura e nei dipinti di S. Stefano. E’ una fase di passaggio, un periodo di cambiamento e in periodi simili tra gli aspetti del vecchio che si continuano e quelli del nuovo che sopraggiungono si crea una situazione che tanto comprende da non permettere una chiara definizione specie riguardo al pensiero, all’idea, all’arte, che più lentamente si modificano. Di tali tempi di transizione S. Stefano di Soleto è una delle maggiori testimonianze: le sue porte, il suo rosone, il suo campanile, la sua abside, i suoi muri, le sue immagini, le loro forme, i loro colori, le loro posizioni mentre dicono di Dio, dei Profeti, della Vergine, dell’Annunciazione, della Nascita, Vita, Morte, Resurrezione di Cristo, dei Re Magi, del Giudizio Universale, di molti Santi e Sante, dicono pure di tanta storia, di tanta cultura che prima di S. Stefano erano avvenute e che al suo momento stavano cambiando, mostrano quanto passato e quanto presente i pittori, pur di diversi tempi e stili, attraverso i loro disegni abbiano voluto narrare, come l’elemento sacro sia stato il mezzo per rappresentare tutto ciò che aveva fatto e faceva parte del mondo fino a quel momento conosciuto. Un patrimonio immenso di vita, cultura, arte, società, costume, politica, religione, fede, leggenda, mito, si esprime attraverso gli affreschi di S. Stefano: tanto essi dicono in così poco! E merito impareggiabile del Berger e del Jacob ne “La Chiesa di S. Stefano a Soleto” sta nell’aver ricostruito tale vastità mediante lo studio e l’interpretazione di innumerevoli e diversi documenti e nell’averla esposta in modo che possa facilmente giungere al lettore. Essi hanno proceduto dedicando i vari capitoli del volume ad ogni singola zona della chiesa, li hanno corredati delle relative immagini fotografiche ed hanno continuamente rimandato ad esse. Non hanno trascurato nessun collegamento con altri monumenti e vicende di altri luoghi di Puglia, d’Italia e stranieri, hanno procurato a S. Stefano, a Soleto una storia, l’hanno inserita nella storia più grande e più nota, hanno completato questa. Vari sono, inoltre, i sussidi che accompagnano l’opera e semplice, chiaro, scorrevole è il suo linguaggio. Sembra di leggere una lunghissima favola, un interminabile racconto tante sono le rivelazioni riservate al lettore e tanto coinvolto rimane questi fin dalle prime pagine. Ad una scoperta continua gli sembra di assistere perché non solo esperti ricercatori si mostrano Berger e Jacob ma anche abili narratori. |
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