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Politica e pedagogia dell'immagine Christel Taillibert, L'Institut International du cinématographe éducatif - Regard sur le role du cinéma éducatif dans la politique internationale du fascisme italien,, pagg. 401, L'Harmattan, Paris, 2000 di Antonio Sassone Christel Taillibert, docente di Storia del cinema all'Università di Nizza, in questo libro si è cimentata con un argomento che, a suo avviso, gli storici italiani non hanno considerato degno di attenzione. L'argomento è la pedagogia dell'immagine nei suoi intrecci con la politica e il cinema . Il luogo e il tempo di svolgimento dei fatti storici presi in considerazione sono, rispettivamente, l'Istituto Internazionale di Cinematografia Educativa ( IICE ) e il periodo compreso tra il 1928 e il 1938. Il 5 novembre del 1928, veniva inaugurato nella borrominiana Villa Falconieri di Frascati, alla presenza del Re d'Italia ,Vittorio Emanuele III, del Presidente del Consiglio dei ministri, Benito Mussolini , del Ministro Guardasigilli, Alfredo Rocco e di numerosi rappresentanti dello Stato e della Cultura, l'Istituto internazionale di cinematografia educativa ( IICE ) . L'organismo era stato creato per volontà del Duce e posto sotto l'egida della Lega delle Nazioni. L'obiettivo principale formalmente assegnato all'Istituto era quello di favorire la produzione, la diffusione e lo scambio internazionale dei film di carattere educativo. , in uno spirito conforme alle finalità della Lega delle Nazioni, per la conoscenza reciproca e la cooperazione tra i popoli. La presidenza veniva affidata al Ministro Guardasigilli, prof. Alfredo Rocco, che era anche vice presidente della Commissione internazionale di cooperazione intellettuale in seno alla Lega delle Nazioni. La Direzione dell' IICE veniva affidata a Luciano De Feo, già direttore dell'Istituto LUCE e consigliere di Mussolini per la politica culturale relativa alla Radio e al Cinema . Secondo Taillibert, i dirigenti di questo organismo ottennero risultati che si possono considerare straordinari , se confrontati con la scarsità di risorse umane e finanziarie in dotazione; essi svilupparono iniziative di ampiezza sorprendente che vanno dalle ricerche teoriche alle attività editoriali , dalle indagini empiriche, condotte direttamente sul campo, alle iniziative giuridiche internazionali tese a regolamentare e a favorire la circolazione dei film dotati di valore educativo. Un altro risultato sorprendente ottenuto dall'istituto fu quello di uscire indenne dalle influenze contraddittorie provenienti, da una parte, dal governo fascista, che imponeva ad esso il suo controllo indiretto attraverso le implicite pressioni finanziarie. e, dall'altra parte, dalle istituzioni della Lega delle Nazioni, che instauravano tra le organizzazioni internazionali una forte competizione. I dieci anni di vita concessi a questo organismo, prima dell'uscita dell'Italia dalla Lega delle Nazioni, si offrono - secondo l'Autrice - come uno specchio veritiero delle trame politiche internazionali che si ordivano in quella fase storica intorno alla cinematografia educativa. L'eredità trasmessa dall'Istituto consiste nel repertorio di tutti i problemi che si ponevano in quel periodo nel campo della cinematografia educativa e della pedagogia dell'immagine. Gli archivi dell'IICE ci permettono di avere un quadro completo delle diverse concezioni sviluppate a livello tecnico, pedagogico e politico relativamente al cinema. Si può affermare che niente di veramente nuovo è stato detto successivamente su questi temi, poiché dal secondo dopoguerra ad oggi, se si escludono le periodiche, rituali levate di scudi contro i pericoli della pornografia e del dilagare della violenza negli spettacoli cinematografici, non vi è stato più alcun interesse scientifico per il cinematografo didattico ed educativo, a tutto vantaggio della televisione e di un esile movimento di cine-club. L'Istituto ha contribuito a sviluppare iniziative a favore del cinema educativo in numerosi Paesi del mondo. Una testimonianza è data dagli istituti nazionali nati sotto la sua egida nelle Americhe, in Europa ed in Asia. Alcuni di essi hanno resistito alle insidie del tempo e continuano tuttora ad operare nel campo della cinematografia. Un esempio di questo tipo è offerto dal British Film Institut di Londra. Un ulteriore elemento storicamente significativo é il carattere pionieristico dell'attenzione scientifica rivolta dall'IICE allo studio della Televisione. Già dal 1928, l'Istituto, in collegamento con il Laboratorio di Ottica Elettronica, stimolava gli organismi internazionali della Lega delle Nazioni ad approfondire, attraverso l'istituzione di appositi centri, gli aspetti economici, industriali e tecnici della "Telecinematografia", dizione storicamente datata di quella che agli inizi degli anni Trenta si chiamerà "Televisione". Nel 1935, l'IICE promuove e organizza a Nizza il primo congresso mondiale sulla Televisione, affidandone la presidenza a Louis Lumière. Uno dei lasciti di maggior prestigio trasmessici dall'Istituto Internazionale di Cinematografia educativa è il Festival del Cinema di Venezia, voluto, fin dal 1928, dal Presidente Alfredo Rocco e dal Direttore dell'Istituto Luciano De Feo. Visti questi risultati, all'Autrice sembra legittimo porsi la seguente domanda: perché l'IICE è stato completamente ignorato dagli storici del cinema e del Fascismo , pur avendo tale Istituto svolto un ruolo considerevole sia nell'ambito della politica culturale del Fascismo che in quello della ricerca sul cinema ? Christel Taillibert presenta due risposte: 1 - l'impegno morale e l'attenzione scientifica richieste dal cinema educativo sono tendenzialmente estranei alla produzione cinematografica odierna, tutta incentrata sulla fiction , sulla spettacolarità , sul sensazionalismo ludico e per nulla preoccupata della sorte delle giovani generazioni; 2 - ancora oggi, gli storici del cinema guardano con diffidenza il passato fascista e, a causa di questa loro ideologica miopia, tendono ad escludere il cinema educativo dalla mappa dei tipi di cinema possibili . Perciò ignorano la presenza storica di un Istituto internazionale che ha operato durante il Fascismo e che ha posto, lungo tutta la sua durata, la politica e la pedagogia dell'immagine al centro dell'attenzione critica, nazionale e internazionale. Nulla toglie alla serietà e alla profondità dell'indagine storica condotta dall'Autrice l'osservare che i disegni propagandistici nascosti dai dirigenti politici dell'IICE furono le vere ragioni della sua fondazione e non cessarono mai di influenzare le attività dell'Istituto. Il difficile equilibrio tra la fedeltà al Regime che lo finanziava, l'osservanza degli imperativi etici provenienti dalla ricerca scientifica e l'esecuzione dei dettami sovranazionali della Lega delle Nazioni sotto la cui egida l'Istituto operava fu una incerta conquista costantemente minacciata. Chi scrive ha esaminato la questione nell'ultimo capitolo del primo volume di Villa Falconieri - Dalla borghesia nobiliare alla periferia del sapere. Armando, 2002, Christel Taillibert, giovane e promettente studiosa francese, non dichiara apertamente le sue convinzioni politiche. Il suo saggio non sembra che le nasconda. |
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