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Tempi ed eroi di Antonio Stanca
Non resiste a
tanta crudeltà e pur di salvare delle vite umane si trasforma in un
impostore, inganna i tedeschi, falsifica la propria identità e tanti
documenti e situazioni. Il secondo episodio si riferisce ad un soldato
repubblicano spagnolo che salva la vita ad un gerarca falangista,
Rafael Sánchez Mazas, fuggito poco prima di essere fucilato dai
repubblicani. Per la ricostruzione della prima vicenda importanti sono stati i contributi di Enrico Deaglio che hanno permesso al regista Alberto Negrin la realizzazione del recente sceneggiato televisivo "Perlasca. Un eroe italiano". L’altro evento è divenuto il motivo centrale del romanzo "Soldati di Salamina" che il giovane scrittore catalano Javier Cercas ha pubblicato ultimamente e che si presenta diviso tra realtà e idea, verità e finzione oltre che abilmente costruito nel contenuto e reso nella forma. L’opera, tradotta da Pino Cacucci, è comparsa in Italia per i tipi della Guanda.
Soltanto un dovere hanno creduto di compiere in nome di quelle ragioni dell’anima nelle quali credevano più che in ogni altra. Ora, invece, le due figure vengono scoperte e mostrate come esemplari, uniche a migliaia di persone che le vedono o le leggono quasi incredule. Sono bastati poco più di cinquant’anni perché certe azioni sembrassero appartenere ad un passato lontanissimo, ad altri tempi. Ai tempi dei valorosi soldati greci che nel 480 a.c. a Salamina, guidati da Temistocle, sconfissero in una battaglia navale la più numerosa ed agguerrita flotta persiana. Se quegli eroi sono stati ormai dimenticati perché della storia antica anche il più recente eroe spagnolo del 1939 sarebbe rimasto ignorato senza l’opera dello scrittore: questo è il messaggio che proviene dal romanzo di Cercas, ne spiega il titolo e vale anche per il nostro Perlasca. Oggi nessuno si cura di indagare su momenti, aspetti minimi del passato, su quanto è sfuggito alla storia ufficiale perché avvenuto nel silenzio o nella solitudine di un luogo o di un’anima. Se di passato si parla è solo per pubblicizzare opere che intendono riproporre, con sistemi moderni, i grandi eventi della storia a partire dai più antichi, quelli già resi noti da tanti testi esistiti ed esistenti ed ora presentati in una veste che, come quella multimediale, permette una loro più facile e più rapida consultazione. Come ogni altra cultura anche quella storica è stata ridotta ai tempi, anch’essa è divenuta immagine, spettacolo, è stata inserita nel gran movimento dei nostri giorni, in quella corsa che tutto contiene ma tutto travolge giacchè non vive dei suoi elementi ma di se stessa, non si sofferma sulle parti che la compongono, non ammette soste dovendosi modificare e rinnovare continuamente. In tale frenesia c’è chi rimane fermo, chi non si adegua a costo di stare solo ed ignorato, chi cerca altri modi di pensare e fare, altra vita. Tra queste persone vanno inseriti il regista Negrin e lo scrittore Cercas ed ogni autore che, nonostante il brulicare di valori concreti, immediati, vive d’idealità, di spiritualità e delle creazioni che queste gli procurano. Così si giunge al film ed al romanzo suddetti, così una circostanza che sarebbe passata inosservata acquista una funzione, un significato più estesi, diviene un esempio, un simbolo, assurge alla dimensione artistica e riesce a calamitare l’attenzione di tanto pubblico nonostante, s’è detto, gli interessi di questo siano diversi. Sembra una contraddizione e, tuttavia, così è avvenuto per "Perlasca. Un eroe italiano" e sta avvenendo per "Soldati di Salamina": potrebbe essere il segno di un emergente bisogno di recuperare quanto il progresso, la scienza, la tecnica hanno sottratto all’uomo, di riscoprire quei valori interiori che i tempi hanno quasi completamente sostituito con altri, di volere una vita più a misura umana. |
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