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Per una vita più estesa di Antonio Stanca
Meno tenebrosa, meno misteriosa, più logica, più controllata l’atmosfera del secondo racconto. Qui si narra degli ultimi giorni di vita, in ospedale, di una giovane donna, della sua agonia che avviene sotto lo sguardo della sorella e del fratello del suo vecchio fidanzato, che l’aveva abbandonata appena saputo delle sue gravi condizioni. Nei pensieri, nelle azioni, nei sentimenti, nei discorsi dei due la morte, alla quale si stanno preparando ad assistere, diviene un evento altamente drammatico ma acquista pure la sua dimensione di fenomeno connaturato con l’esistenza dell’uomo. Dopo il decesso l’amore finirà per unire le due persone che la situazione aveva fatto divenire compagni e poi amici. Dalla fine di una vita all’inizio di una relazione: questo il percorso e il significato del racconto nel quale le strane coincidenze tra tempi, luoghi, circostanze, oggetti non incidono, come nell’altro, al punto da divenire determinanti nella vicenda rappresentata. In tono maggiore o minore, quindi, tali elementi possono essere considerati costitutivi della narrativa della Yoshimoto e il fenomeno mostra come ella abbia risentito di un’altra lezione. Quella delle favole, delle leggende a lieto o triste fine, che sono popolate di simili misteri e che rientrano nella più antica tradizione letteraria non solo del Giappone ma di ogni Paese del mondo. Moderno e solo personale, tuttavia, è lo spirito col quale la scrittrice vive tali aspetti delle sue opere giacchè in queste essi diventano parte integrante dei temi rappresentati, delle trame spesso assurde contenute, rientrano nella concezione dalla quale muove tutta la scrittura della Yoshimoto, quella di una vita non ridotta alla semplice evidenza ma popolata di altre arcane, inspiegabili, incontrollabili presenze interne ed esterne all’uomo, collegate con la mente e col corpo, ideali e reali, spirituali e materiali, astratte e concrete. Per la scrittrice non si è mai soli ma altro esiste insieme, intorno a noi in qualunque situazione ci si trovi. Non si può, però, sapere o prevedere come, quando accadranno i contatti, i collegamenti con queste altre vite: è un universo invisibile che si muove accanto a quello visibile e nel quale, a volte, trovano spiegazione e giustificazione le assurdità, i paradossi della vita. Dalla Yoshimoto il concetto di esistenza viene esteso oltre ogni limite compreso quello della morte giacchè infinite sono le possibilità di collegarsi con luoghi, tempi, persone, pensieri, sentimenti,eventi lontani e vicini, passati e presenti. Da molte parti, tradizione letteraria, minimalismo, shojo manga o fumetti rosa per ragazze diffusi nel Giappone moderno e dai contenuti grotteschi, da tendenze, umori, orientamenti della moderna cultura e letteratura occidentale, la Yoshimoto ha appreso e tutto ha ridotto a sè, ha trasformato nella sua voce che, pur provenendo da tante direzioni, è maturata al punto da riuscire nuova ed unica. A renderla tale è stata l’idea di una vita più estesa, di un’esistenza multipla che la scrittrice intende rappresentare e che costituisce il principale motivo ispiratore della sua produzione. Con lei la letteratura giapponese ha iniziato un nuovo corso poiché s’è vista rinnovata nei propri modelli e preparata per nuovi sviluppi. |
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