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Incontro con Adamà Zoungrana Finale del Torneo di Lettura
per le scuole medie nell’Istituto Comprensivo di Bella
E’
una giornata memorabile per l’istituto Comprensivo di Bella e per gli
alunni delle scuola media di Baragiano e Stigliano che sono arrivati
nella bibliomediateca “ Annibale Malanga” della scuola di Bella carichi
di voglia di vincere. Devono rispondere a domande sul libro finalista
per la fascia 9-11 anni del Torneo di
Lettura fra undici scuole in rete per la promozione della lettura di
qualità. Il libro è “ Se entri nel cerchio sei libero” di Antonella
Ossorio e Adamà Zoungrana, edito da Rizzoli.
Il
libro racconta la storia di
Adamà un ragazzo del Burkina Faso che il padre costringe a lasciare la
scuola per andare a lavorare nelle miniere di oro all’età di 13 anni.
Qui diventa il protagonista di un documentario
che
racconta le sofferenze dei ragazzi nelle miniere di una regista italiana
. Il documentario viene presentato ad Ostuni nel corso della
“Festa dei Bambini del Mediterraneo”, una settimana di incontri per la
pace tra ragazzi di molti paesi. Alle 10,30
tutto è pronto: lavagna
per i punteggi, lavagnette per segnare le risposte ed ha a inizio la
gara. Attraverso le nove domande
il racconto di Adamà si è snodato in tutta la sua drammaticità: la vita
nel villaggio, i giochi con i coetanei, i racconti del nonno. E poi il
rapporto difficile con un padre padrone e
con una matrigna che dà a lui la
colpa di tutto quello che
non va nella povera casa dove vivono. E Adamà
è costretto a nascondersi, e non
ha da mangiare per alcuni giorni. E poi l’allontanamento forzato dalla
scuola, le sofferenze della miniera. I ragazzi vivono l’occasione unica di avere davanti il
ragazzo che avevano conosciuto nelle pagine del libro; attenti, spiano
le sue reazioni alle risposte sul romanzo. Adamà si lascia coinvolgere e
coinvolge con canti e il suono del tamburo. Vince il Torneo scuola
media di Ruoti
che riceve la targa tra gli applausi. Subito dopo è il momento delle domande.
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Chi è
Adamà Zoungrana? Adama è un ragazzo burkinabè che da otto anni vive in
Italia...affidato prima, adottato poi da una famiglia pugliese di San
Vito dei Normanni. E’ un ragazzo che si sente fortunato, e che non
smette di credere al suo sogno: poter regalare un po’ della sua fortuna
anche a quei fratelli, a quegli amici
rimasti in Africa.
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Perchè ha deciso di
scrivere "Se entri nel cerchio sei libero?" Quando Antonella Ossorio mi ha proposto di scrivere il
libro, penso di aver accettato per diverse ragioni: trovavo
entusiasmante l’idea di mettere in libro la mia storia…e, poi, volevo in
questo modo far conoscere un'Africa diversa, profondamente diversa, da
quella che si vede sugli schermi tv. Ma soprattutto ho accolto la sua proposta perché
credo, e spero, che una storia come la
mia possa aiutare bambini ed adulti a sentirsi più fortunati.
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Portando il libro in giro
per l'Italia quali sono state le reazioni dei lettori? Non so cosa si aspettano i lettori da "Se entri nel
cerchio sei libero", ma posso dire che chi lo ha letto è stato
soddisfatto di averlo fatto. Mi ha detto di aver delineato con la mente
le immagini che i fatti, le storie, le persone raccontate gli hanno
evocato; i lettori sono diventati un po’ partecipi della mia storia, ne
hanno conosciuto le verità. Perché “Se entri nel cerchio sei libero” è
proprio questo: la storia
“vera” di un ragazzo che nel cerchio è riuscito ad entrarci davvero. E
sa apprezzare la sua libertà di oggi. - Quando va in
giro Lei si accompagna con la musica per raccontare le sue storie.
Perchè? Il racconto delle mie storie è accompagnato di solito
dallo strumento “djembe” perché nella mia tradizione ogni momento di
condivisione, se possibile, deve essere messo in risalto dalla
musica...Nel racconto la musica diventa parte della storia.
-Come
sono i ragazzi di oggi secondo Adamà, di cosa hanno bisogno? (Sorride) Per la verità non conosco i ragazzi di ieri
e, quindi, non so di preciso in cosa siano diversi quelli di oggi!
Quello che posso dire che i ragazzi sanno farsi valere: basta dargli la
possibilità di esprimersi... Secondo me i giovani hanno bisogno di
conoscere le proprie tradizioni, e hanno bisogno di spazi liberi dove
potersi incontrare, stare insieme e raccontarsi...Per me queste cose
sono state parte integrante dell’educazione che ho ricevuto, e mi hanno
aiutato a crescere. - Cosa pensa
Adamà della scuola italiana e dei suoi docenti? Cosa posso dire della scuola italiana? La cosa che
positiva è che tutti ci possono e ci devono andare a scuola! Quel che più non mi piace, invece, è la mancanza di
disciplina e di rispetto nei confronti degli insegnanti. Quando andavo io a scuola, eravamo 160: da noi in
Africa non ci sono classi con meno di 80 bambini, anche nella capitale;
eppure regnava il silenzio quando l’insegnante lo chiedeva. C’era un
grande rispetto per lui. Per il nostro modo di vedere, un insegnante è
importante quanto lo sono i genitori nel percorso educativo di un
ragazzo. Ecco perchè non credevo ai miei occhi quando in Italia mi è
capitato di vedere insegnanti “ripresi” solo per un rimprovero
all’alunno. In Africa si dice "per educare un bambino, ci vuole un
villaggio". E gli insegnati hanno un ruolo importantissimo, sono
formidabili.
- Ha
vissuto in Africa e in Italia: quali sono i ricordi, le impressioni, i
giudizi su questi due paesi che per Lei sono oggi luoghi di vita e
radici?
Mi
sento ancora una volta fortunato, perché ho avuto la possibilità di
vivere in due mondi diversi per tante cose e molto simili in altri... Mi piace il fatto che ogni regione ha la sua lingua,
tradizioni, musiche, un po' come in Burkina. Se dovessi attribuirmi una nazionalità, non saprei: in
realtà mi sento di appartenere ad ogni posto in cui metto piede. I miei ricordi sono tanti, bellissimi ma anche tristi.
Però sono felice di tutto quello che mi è capitato: tutto insieme ha
fatto di me quello che sono oggi... e quello che ho vissuto CONTINUA AD
INSEGNARMI SEMPRE QUALCOSA. La cosa che mi piace del Burkina, e
dell'Africa in generale, è l'ospitalità e il rispetto per le persone
anziane.
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Come immagina il suo futuro? Scriverà altri libri? Per ora non riesco ad immaginare il mio futuro, a
crearmi nella mente un’immagine precisa di chi sarò e cosa farò. So per
certo che mi piacerebbe lavorare con i bambini...anche se non so dove
riuscirò a realizzare questo mio sogno. Scrivere altri libri? Anche
questo non saprei dirlo ora come ora. Forse lo farò, ogni cosa arriva…
ma a suo tempo! I ragazzi e i docenti ringraziano. Davvero
un’esperienza indimenticabile. Bella, 28 aprile 2010. Mario Coviello
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