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PER I BIBLIOTECARI SCOLASTICI
Una formazione al passo con i tempi

Antonio d’Itollo

 

Quando, tre anni fa, cominciò a profilarsi l’enorme coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado e dei docenti nel Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche, subito si pose come problema centrale la formazione e l’aggiornamento dei docenti che, a vario titolo, operavano nelle biblioteche che sarebbero state finanziate.

La centralità del problema della formazione diveniva in qualche modo emergenza se si teneva conto anche del fatto che con il Programma Biblioteche per la prima volta il Ministero dell’Istruzione si poneva il problema di supportare massicciamente sul piano economico la creazione non genericamente di tante biblioteche scolastiche quanto piuttosto la creazione di veri e propri poli di riferimento sul territorio. Proprio la novità dell’intervento faceva affiorare ancor più la mancanza di un sistema organico di azioni rivolte alla formazione e all’aggiornamento dei docenti.

La struttura stessa del Programma, così com’era stata concepita, prevedeva una differenza tra biblioteche di base (progetti B1) e biblioteche di eccellenza (B2) e, dunque, ipotizzava la possibilità di diversi interventi formativi per ognuna delle tipologie.

Nacque in tal modo il piano di formazione e aggiornamento per le oltre duecentocinquantadue scuole finanziate nel primo anno di applicazione del Programma (a.s. 1999-2000). Esso prevedeva sostanzialmente tre azioni:

progettazione e realizzazione di tre corsi di formazione in presenza per i duecentoquattro docenti delle scuole finanziate con progetti B1, da tenersi, su base territoriale, rispettivamente a Torino, Latina e Ostuni (BR), della durata di cinque giorni per complessive quaranta ore di formazione;

realizzazione di un corso unico in presenza, da realizzarsi ad Asti, per i 48 bibliotecari delle scuole finanziate per progetti B2, della durata di cinque giorni per complessive quaranta ore di formazione;

realizzazione di una mostra convegno (Biblioscuola Duemilauno, 15-17 gennaio 2001, Napoli Mostra d’Oltremare) per tutti duecentocinquantadue docenti, della durata di due giorni, per complessive sedici ore di formazione.

Si è trattato di un piano che prevedeva esclusivamente azioni in presenza che, però, ha adottato modalità nuove di gestione. Infatti, largo spazio è stato lasciato ai lavori di gruppo su compito e ai laboratori telematici. Inoltre nel corso di Biblioscuola, agli interventi per così dire "frontali si sono alternati per un’intera giornata, tredici workshops tenuti dai tanti enti, associazioni, fondazioni, autori, scrittori ed attori che sono intervenuti a questa importante rassegna che, oltre ai docenti del Programma ha coinvolto altri cinquecento docenti interessati giunti da ogni parte d’Italia.

Come si vede un’operazione che, di pari passo con lo sviluppo del Programma, manifestava il coinvolgimento e l’apprezzamento dei docenti.

A ciò si devono aggiungere altre misure d’accompagnamento che hanno sostenuto l’impegno dei docenti contribuendo alla loro informazione e comunicazione e, di riflesso, alla loro formazione.

Mi riferisco al forum avviato nell’ambito della sperimentazione dell’autonomia e del protocollo d’intesa con la casa editrice Le Monnier, sulle pagine elettroniche del sito www.istruzione.it e curato da Antonio d’Itollo, dal titolo significativo di "Biblioteche scolastiche, una risorsa dell’autonomia".

Allo stesso modo va rilevata anche l’attivazione di un server in posta elettronica per rispondere ai quesiti di ordine scientifico e tecnico, curato sempre da Antonio d’Itollo, e che ha fornito centinaia di risposte ai tanti quesiti giunti da scuole, uffici periferici, singoli insegnanti.

Non devono essere dimenticate le occasioni di informazione verso tutti i docenti e gli utenti che il Servizio per la comunicazione ha realizzato nel corso dei due anni, con la presenza alla Fiera del Libro di Torino, a Bibliocom 2000 a Roma, alla Fiera Internazionale del Libro per ragazzi di Bologna, dove la presenza in un apposito spazio espositivo, la distribuzione di materiale informativo (sono state redatte due edizioni del depliant informativo sulle Biblioteche scolastiche) o l’organizzazione di seminari specifici sulla figura del bibliotecario (Torino 2001), sulla lettura (Bologna 2000), sul "caffè letterario" (incontri con gli autori a Bologna 2001), sul programma e la sua diffusione (Bibliocom 2000) hanno fatto in modo che anche i docenti meno informati e coinvolti venissero a conoscenza della tematica.

Proprio facendo tesoro dell’esperienza maturata nel primo anno, nell’a.s. 2000-2001 si è ritenuto di cambiare rotta e di puntare ad una formazione che coinvolgesse con modalità nuove e senza spostarli per molto tempo dalle loro sedi tanti docenti.

E’ così nata l’esperienza del corso di perfezionamento "Master in gestione di BSM", realizzato in convenzione con l’Università della Tuscia.

Si è trattato di un corso di trecento ore, cui sono stati ammessi cento docenti con regolare bando d’ammissione. Trattandosi di un corso di perfezionamento sono stati ammessi i docenti laureati appartenenti però a scuole di ogni ordine e grado, e provenienti da ogni parte d’Italia.

Il valore aggiunto dell’esperienza di Viterbo, può sintetizzarsi così:

realizzazione di un corso di perfezionamento con rilascio di un titolo valido a tutti gli effetti,

utilizzazione di una modalità mista: una parte (80 ore) del programma è stato svolto in presenza, il resto è stato realizzato attraverso la modalità a distanza e l’utilizzo di gruppi tematici di discussione assistiti da un tutor,

realizzazione di tesine conclusive dell’esperienza corsale che hanno costituito anche l’ossatura portante del cd rom dedicato al master,

attivazione di un circuito virtuoso di docenti di tutta Italia che si confrontano, comunicano, si mettono in relazione tra loro sulle proprie esperienze didattiche in biblioteca,

attivazione di una collaborazione proficua con una facoltà universitaria attiva da tempo in questo campo.

Materiali realizzati a Viterbo sono già visionabili accedendo alle pagine ad esso dedicate sul sito www.unitus.it e, tra breve, tutti i docenti interessati potrebbero chiedere una copia del CD Rom che è in corso si stampa, e che contiene oltre che i contributi più interessanti proposti durante il master, anche i lavori di tutti i corsisti 8che, ovviamente, ne abbiano autorizzato la pubblicazione).

La positiva esperienza del secondo anno ha indotto a prevedere, per il terzo, un ampliamento del modello della Tuscia, anche per contemperare l’esigenza di una più ampia partecipazione dei docenti con una disponibilità finanziaria ridotta.

A questo proposito va detto che, tra le misure di accompagnamento, vi sono stati i protocolli attivati con enti e associazioni che si occupano di biblioteche scolastiche e lettura (v. Appendice al secondo tomo di questo volume) e, in particolare, con le Università di Bari (Dipartimento di Italianistica), Padova (Facoltà di Scienze della Formazione), Viterbo (Dipartimento di Storia e culture del testo).

Ciò ha consentito di prevedere per l’a.s. 2001-2002, la realizzazione di tre "master in gestione della BSM", in convenzione con le suddette università, il che consentirà una distribuzione territoriale degli iscritti, dunque la riduzione dei costi di gestione, e l’applicazione della nuova normativa universitaria che sostituisce i cosi di perfezionamento con i "master" di durata annuale. Contenuti e modalità di partecipazione ai suddetti corsi saranno adeguatamente pubblicizzati sulle pagine web di www.istruzione.it, come del resto fatto nello scorso anno, oltre che sui siti delle rispettive università.

I corsi saranno avviati, come del resto lo scorso anno, entro la primavera del 2002 e avranno caratteristiche unitarie, essendo finalizzati ad una formazione del docente bibliotecario scolastico in grado di relazionarsi all’interno ed all’esterno della rete virtuale creata in questi anni dal Programma Biblioteche.

n conclusione, non vanno dimenticate le numerose azioni di formazione e di aggiornamento svolte da altri enti e associazioni, anche in applicazione a specifici protocolli d’intesa con il MIUR, e dalle stesse reti di scuole attivate dal programma e alle quali nello scorso anno è stato attribuito un finanziamento cospicuo per il funzionamento della rete (circa dieci milioni per ogni rete) che consente anche di realizzare azioni di formazione mirate ai bisogni del territorio in cui la scuola capofila opera.

Un modello, dunque, non cristallizzato e adattabile a tutte le situazioni, ma un modello in evoluzione e in crescita, che deve seguire l’evoluzione e la stabilizzazione del progetto, passando per così dire dalla fase della "esplosione" generale a quella del consolidamento territoriale, in sintonia con quanto sta avvenendo nella scuola italiana con i frutti più maturi dell’autonomia scolastica.


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