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a cura di Carmelo Ialacqua


 

Programma Biblioteche: Secondo Anno

 

Al Ministero lo avevano promesso l’anno scorso: il "Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche" avrebbe avuto un respiro pluriennale. E così è stato; dopo il primo anno vita di vita ed il "coinvolgimento" di circa 3000 scuole o reti di scuole, di ogni ordine e grado, è stata emanata la C.M. 229 (16/10/2000), con la quale si stabiliscono le procedure di attuazione per il secondo anno. Tuttavia le sorprese, in negativo, non mancano. La prima riguarda i fondi: il finanziamento complessivo è stato ridotto a 15 miliardi di lire, contro i 20 del 1999; la seconda congela l’accesso di nuove scuole al Programma: restano infatti in vita le graduatorie del 1999, realizzate dagli Uffici Scolatici Provinciali e dalle Sovrintendenze Scolastiche Regionali, quando furono presentati ben 2923 progetti (che coinvolgono circa 4500 istituzioni scolastiche).

La circolare del secondo anno cerca di fronteggiare gli inconvenienti derivanti dalle limitazioni di cui abbiamo detto, da un lato ripartendo i fondi in maniera più funzionale allo sviluppo di reti di biblioteche (ritenuto obiettivo strategico determinante) e dall’altro introducendo alcuni nuovi criteri per le procedure di assegnazione, che tengono contro tra l’altro dei piani di dimensionamento scolastico e delle situazioni di svantaggio socioculturale.

Così quest’anno saranno finanziati 120 progetti per la formazione di biblioteche scolastiche, con un importo massimo per progetto di £ 85.000.000 destinato ad un consistente potenziamento del patrimonio, oltre che al miglioramento delle dotazioni infrastrutturali ed informatiche (Progetto B1). La spesa complessiva per questa parte del programma sarà di £ 10.200.000.000; con i restanti 4.800.000.000 saranno invece finanziati 160 progetti per lo sviluppo e il miglioramento delle reti di biblioteche scolastiche istituite l’anno scorso, con particolare attenzione alla scuole componenti la rete e consequenziale esclusione delle scuole capofila.

Se per un esame più dettagliato delle disposizioni rinviamo alla lettura diretta della circolare, in questa sede ci preme formulare alcune considerazioni sui limiti del Programma, che pure rimane, senza ombra di dubbio, la più significativa iniziativa di sostegno alle biblioteche scolastiche italiane.

Prima considerazione. E’ sicuramente interessante il dato dei progetti presentati nel 1999 ed in lista d’attesa per il finanziamento: circa 3000. Tuttavia se pensiamo che in due anni saranno meno del 10% le scuole richiedenti che potranno realizzare una nuova e funzionale biblioteca per la didattica e l’autoformazione, c’è da imprecare contro la solita asfittica ripartizione dei fondi per l’istruzione, che non riesce ancora a configurarsi in adeguati termini di investimento.

Seconda considerazione. Ricevere circa 3000 progetti, al primo anno di vita del Programma, doveva necessariamente scoraggiare l’idea di riaprire tutte le procedure di presentazione e selezione per gli anni successivi. Tuttavia ci troviamo davanti ad un congelamento di graduatorie ferme all’esistente dell’anno scorso. In questa scuola che cambia a ritmi vertiginosi, un anno di tempo è abbastanza per recuperare limiti e lacune organizzative penalizzanti; ci potrebbero essere numerose scuole, già inserite nelle parti basse delle graduatorie, capaci oggi di vantare nuovi requisiti e rilanciare i loro progetti. Così come, del resto, in alcune realtà scolastiche potrebbero essere venuti meno alcuni requisiti già considerati di vantaggio, come spazi fisici ed iniziative di promozione alla lettura nel POF o fondi aggiuntivi provenienti da altri Enti. Che fare, insomma, se una scuola volesse rivendicare l’acquisizione di requisiti mancanti l’anno scorso, ma maturati quest’anno? Oppure: che fare se una scuola, forte di un buon avvio dell’autonomia e di un ben congegnato POF, volesse presentare per la prima volta un progetto di adesione al Programma?

Terza considerazione. La C.M. 229 ha riproposto giustamente in allegato il documento che nel 1999 fissava parametri prioritari per la presentazione di progetti. Il modello di biblioteca scolastica proposto, quindi, resta quello del "Centro multimediale di risorse per l’apprendimento", secondo quanto indicato dalle "Linee guida per le biblioteche scolastiche" a cura dell’IFLA (International Federation of Library Association and Insititutions). Tuttavia nella compilazione delle graduatorie provinciale, ci risulta che a volte sia stata recepita come vincolante una griglia, calata dall’alto, costituita da 12 indicatori, tra i quali non erano compresi esplicitamente gli scostamenti dal modello IFLA (la cui adozione avrebbe potuto fare invece la differenza reale tra un progetto e l’altro). Ne consegue che gli indicatori prevalenti per valutare i progetti siano risultati piuttosto estrinseci e poco attenti alla progettazione di iniziate dei POF delle scuole. Certo, in questo modo si è voluto premiare quelle realtà scolastiche che si erano già mosse nella direzione giusta; ma che fare con quelle scuole che adesso vogliono allontanarsi da un passato di inerzia e passività, in materia di biblioteche, e che meritevolmente si sono impegnate nella progettazione di nuove iniziative? Quanto peso, insomma, hanno avuto questi sforzi nella redazioni delle graduatorie? E’ sicuro, comunque, che quest’anno qualunque nuova progettazione nei POF non può incidere più, poiché le graduatorie sono congelate.

Quarta considerazione. Già l’anno scorso autorevoli commentatori avevano evidenziato un limite notevole del Programma: la mancata attenzione alla risoluzione del problema del bibliotecario, che non può che essere una figura impegnata a tempo pieno e formata adeguatamente (aiutata per giunta da un valido staff). Il ministero ha avviato un primo turno di formazione: infatti era e rimane requisito di base, per il finanziamento, la disponibilità dei responsabili di biblioteca a partecipare ad iniziative specifiche di formazione ed aggiornamento professionale. Tuttavia l’individuazione di un sicura figura di sistema, stabilmente dedicata alla gestione della biblioteca ed alla pianificazione di tutte le iniziative didattiche che in essa trovano il perno centrale, non è stata definita con chiarezza normativa. Ne deriva da una lato una certa precarietà nella realizzazione dei vari progetti e dall’altro un avvio dei finanziamenti a scuole che, in mancanza di personale adeguatamente formato, avranno difficoltà serie nel realizzare i giusti incrementi documentari (librari e multimediali).

Comunque sia, il dado è tratto anche per il secondo anno di vita del Programma Biblioteche. L'iniziativa, lo ripetiamo, è lodevole ed impegnativa: non resta che appoggiarla e supportarla con tutte le attività di orientamento ed assistenza che le scuole necessitano.

(C.I., 3/11/2000)