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La “piccola scuola” di Barbiana
Parlando delle piccole scuole di montagna , come possiamo non parlare della scuola di Barbiana?!Essa rappresenta ancora oggi un metodo e un ‘idea di scuola che ha lasciato un solco indelebile nella storia dell’educazione. In questi decenni molti commenti e iniziative sono state prese per ricordare quella piccola scuola;in questa occasione vorremmo offrire gli spunti per una riflessione che vada oltre la ricorrenza e il ricordo e che ci aiuti anche a tracciare alcuni possibili segnali di sviluppo
I ragazzi di paese di Don Lorenzo
Dopo l'istituzione
della scuola media a Vicchio arrivarono a Barbiana anche i ragazzi di
paese. Tutti bocciati naturalmente.
Il maestro per loro
era dall'altra parte della barricata e conveniva ingannarlo.
Comunque sul
principio era l'unica materia scolastica che li svegliasse.
Più tardi scoprirono
che son belline anche le altre. Poi si accorsero che è bella anche la
storia. Delle bambine di paese non ne venne neanche una. Forse era la difficoltà della strada. Forse la mentalità dei genitori.
Credono che una donna
possa vivere anche con un cervello di gallina. I maschi non le chiedono
di essere intelligente. Sandro aveva 15 anni. Alto un metro e settanta, umiliato, adulto. I professori l'avevano giudicato un cretino. Volevano che ripetesse la prima per la terza volta. Gianni aveva 14 anni. Svagato, allergico di natura. I professori l'avevano sentenziato un delinquente. E non avevano tutti i torti, ma non è un motivo per levarselo di torno. Né l'uno né l'altro avevano intenzione di ripetere. Erano ridotti a desiderare l'officina. Sono venuti da noi solo perché noi ignoriamo le vostre bocciature e mettiamo ogni ragazzo nella classe giusta per la sua età. Si mise Sandro in terza e Gianni in seconda. E' stata la prima soddisfazione scolastica della loro povera vita. Sandro se ne ricorderà per sempre. Gianni se ne ricorda un giorno sì e uno no. La seconda soddisfazione fu di cambiare finalmente programma. Voi li volevate tenere fermi alla ricerca della perfezione. Una perfezione che è assurda perchè il ragazzo sente le stesse cose fino alla noia e intanto cresce. Le cose estano le stesse, ma cambia lui. Gli diventano puerili tra le mani.
Per esempio in prima
gli avreste detto riletto per la seconda o terza volta la Piccola
Fiammiferaia e la neve che fiocca fiocca fiocca. Invece in seconda ed in
terza leggete roba scriba per adulti.
Qualche sera andava
col babbo alla sezione comunista o alle sedute del Consiglio Comunale. A geografia gli avreste fatto l'Italia per la seconda volta. Avrebbe lasciato la scuola senza aver sentito rammentare tutto il resto del mondo.
Gli avreste fatto un
danno grave. Anche solo per leggere il giornale.
Gianni fu più
difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l'odio per i
libri.
Ma agli esami una
professoressa gli disse:- perchè vai a scuola privata? Lo vedi che non
ti sai esprimere?
Battiamoci il petto
tutti quanti. Ma prima voi che l'avete buttato fuori di scuola l'anno
prima. Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo. Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi. Appartiene alla ditta. Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla. E il babbo serio:- Non si dice lalla, si dice aradio. Ora, se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciarlo dalla scuola. ”Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua”; . L'ha detto la Costituzione pensando a lui.
Lettera ad una professoressa e’ un libro che continua ad esercitare in chiunque lo legga emozioni, paura, spesso vergogna , forse perché colpisce la coscienza di chiunque abbia avuto a che fare con l’educazione . Eppure e’ passato tanto tempo dall’epoca dei fatti narrati e molte cose sono cambiate , allora perché riteniamo questo libro tanto attuale da commuoverci ancora? Proviamo ad indicare alcune delle motivazioni che fecero grande il pensiero di un uomo che dal suo involontario isolamento trasse la forza di lavorare ed attuare in ogni modo i suoi principi. Si possono trovare nella scuola attuale segni della scuola di quel tipo ?Quali valori sono stati tramandati? Che cosa ha ancora da insegnarci Barbiana per il futuro? Perché le pagine di questo libro continuano ad interrogare la nostra coscienza?
Per prima cosa non e’ azzardato affermare che “quella piccola scuola” abbia precorso i segni dell’autonomia . Si può ritenere infatti che Barbiana sia stata una scuola autonoma: aveva una sua identita’, le sue finalità, il suo programma,una sua organizzazione ;tutti aspetti tipici dell’autonomia e della pluralità di scuole Pensando all’autonomia non si ha in mente una scuola, ma tante scuole, libere di reinventare i percorsi formativi dei suoi «scolari>> Non la scuola ma le scuole possibili: tante comunità che seguono un proprio progetto influenzato, inserito e integrato in un dato contesto
Il secondo aspetto significativo di Barbiana fu il suo carattere di scuola della cooperazione Uno degli aspetti più significativi della metodologia di don Milani fu il “mutuo insegnamento”, metodo che in realtà era già stato praticato dal tra il 1818 e il 1819; infatti in quegli anni era nata a Firenze un nuovo tipo di scuola, chiamata "di mutuo insegnamento”
Il mutuo insegnamento prevedeva che gli alunni più grandi e preparati venissero coinvolti dal maestro nell'educazione dei più piccoli ed inesperti; non si usavano più pene e castighi e le lezioni si basavano sul metodo della collaborazione. Inoltre i maestri si impegnavano a studiare, a tenersi aggiornati, a confrontare il loro metodo con quello usato in altre città e, addirittura, in altre nazioni. Ben presto le scuole di mutuo insegnamento divennero un modello anche per le tradizionali scuole di quartiere, finché nel 1852 venne emanata una "legge organica degli studi", che riformò un po' tutte le scuole italiane. Oggi si parla di cooperative learning, metodo che può far risalire le proprie radici al”mutuo insegnamento”, seppur con alcune differenze : ad esempio nel metodo cooperativo non c’ è un capo e il lavoro e’ distribuito a tutto il gruppo C’e’ la convinzione che le esperienze cooperative diano valore alla relazioni e una visione globale del mondo : la consapevolezza che per vivere in questa societa’ tutti i problemi devono essere affrontati in modo cooperativo: infatti si riesce a far sentire meglio la propria voce solo attraverso un’associazione Barbiana quindi potrebbe essere stata un esempio efficace della cooperative learning
La terza caratteristica di Barbiana fu la flessibilità cioe’ la considerazione che ogni individuo abbia le sue peculiarità e quindi occorra tener presente la differenza individuale nell’apprendimento per elaborare un curricolo centrato sull’alunno e non sui contenuti o sul maestro Conseguentemente il riconoscimento della persona umana come soggetto del processo di apprendimento Oggi ci si e’ resi conto che l’insegnamento di strategie rigide e indifferenti si scontra con la varietà di stili di apprendimento presenti nel gruppo-classe, per cui nasce l’interesse per una didattica metacognitiva, che favorisca una riflessione critica, individuale e collettiva, dei processi stessi di apprendimento (Mariani) La scuola di Barbiana senza voti né pagelle, senza premi né castighi, in un'atmosfera di libertà, con i 'piani di lavoro individuali ‘aveva formulato un 'progetto di gruppo’ finalizzato al successo formativo degli alunni, prefiggendosi di assicurare a tutti pari opportunità personali e sociali. Tuttavia nel libro citato viene anche prospettato il rischio della personalizzazione, ad esempio quando parla dell’eccessivo interesse verso la ricerca delle proprie vocazioni; si vede quindi nella personalizzazione un possibile rischio di ripiegamento su se stessi e un’attenzione esclusiva per i propri problemi
Infine come ultimo aspetto e’ da evidenziare il riconoscimento dell’importanza dei mezzi espressivi
Da questa premessa si evince che programmi minuziosamente precisi vanno contro un ‘idea di scuola finalizzata al successo formativo di ciascuno Quale messaggio dunque? Una scuola giusta che valorizzi talenti e che con l’impegno di tutti riesca a far riscattare i propri svantaggi Una scuola austera e combattiva dove il tempo viene speso per riflettere e studiare e non per la “ ricreazione” , una scuola che però chiede sacrifici, operosità , impegno, vitalità Una scuola creativa che pone la ricerca e l’innovazione come forza propulsiva verso il futuro, nella convinzione che soltanto la scuola potrà elevare gli interessi dei giovani
Verticale che Passione Maggio 2005 |
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