Da
Sestino a Norcia un sentiero ideale unisce le cime dell’Appennino
e tutte le comunità montane accomunate dalle stesse problematiche e
rese grandi dalla bellezza della natura e dalla inesauribile
volontà degli uomini.
CITTA'
E MONTAGNA
Città e campagna sono sempre stati due mondi in
antitesi;di questo concetto è rimasta una traccia linguistica: la
proprietà agricola e residenza di campagna è la villa;il periodo
che il padrone vi trascorre è la villeggiatura,ma per noi ancora
più interessante è il fatto che il contadino,cioè colui che si
occupa di tutti i lavori necessari nella villa,è chiamato villano;
villano quindi equivale a campagnolo, a contadino, ma col tempo
esso acquista il significato di persona rozza e
maleducata,significato che conserva ancor oggi. I modi della gente
raffinata e colta sono detti urbani e sono propri di chi vive
nell’urbe, cioè in città. Pertanto e’ subito evidente la
contrapposizione tra campagna (ambiente negativo) e città (ambiente
positivo). Uno dei tanti esempi di ciò ci può essere dato in pieno
Medioevo dalla nascita e dallo sviluppo dei Comuni, sviluppo
economico e militare dovuto quasi esclusivamente alla borghesia
cittadina. Possiamo (scherzando ma non troppo) ritrovare questo
concetto anche nel mondo delle fiabe: in una di esse infatti si
descrivono le diverse abitudini e le diverse condizioni del topo di
campagna che vive nel disagio, e del topo di città,che ha , come
diremmo oggi,tutti i confort. Quanto detto a proposito della
campagna vale a maggior ragione per la montagna così piena di luoghi
geograficamente e climaticamente ostili, i quali permettono solo
un’agricoltura ed una pastorizia povere..Un esempio delle cattive
condizioni di vita in montagna è dato da un uomo colto e
raffinato,ma anche sereno e lieto,come fu Ludovico Ariosto il
quale ,inviato nella montuosa Garfagnana per fungervi da
governatore,addirittura si disperava e non cessava di chiedere di
poter rientrare nell'amata città di Ferrara. Quanto all'esaltazione
della vita agreste cantata dalla poesia bucolica,non può influire
sul nostro discorso perché si tratta di un fatto puramente
letterario,cioè di un ambiente pastorale idealizzato che non ha
niente di reale.In questi ultimi decenni con il cosiddetto progresso
molte cose sono cambiate:soprattutto lo sviluppo delle strade e dei
mezzi di comunicazione ha permesso ai ceti rurali di spezzare lo
storico isolamento e quindi inserirsi nei flussi culturali ed
economici della vita di ogni comunità. Uscire dall'isolamento
significa avere a disposizione tutta una serie di infrastrutture e
di servizi (sanità,scuola,spostamenti veloci,informazione rapida,
telecomunicazioni) che hanno radicalmente cambiato il modo di vivere
e la produzione di beni sia delle comunità urbane che di quelle
montane In questo processo ha assunto particolare importanza
l’ambiente di montagna , che un tempo , come si è detto era povero
ed ostile,ma che ora diventa un bene prezioso e quindi da tutelare.
Nonostante questi mutamenti però il gap storico che ha sempre
separato questi due mondi rimane: e soprattutto rimangono in
montagna i disagi dati dall'isolamento e dal clima. In
conseguenza di ciò anche il sistema scolastico ha avuto ed ha
problemi "tradizionali": elevato numero di pendolari e conseguenti
difficoltà nella formulazione degli orari scolastici che devono
raccordarsi con gli orari dei mezzi di trasporto;frequenti
trasferimenti di insegnanti;"levatacce" degli alunni;strade
insidiose soprattutto d'inverno con la pioggia o con la
neve;difficoltà nell'utilizzo di infrastrutture scolastiche
(biblioteche,laboratori) e nello svolgimento di attività sportive in
orari extrascolastici .
Tra i Comuni che vivono questa situazione c’e’ Norcia piccolo
borgo antico situato nel cuore dell'Appennino
umbro-marchigiano,fuori dalle grandi vie di comunicazione.
Ad accentuare questo suo isolamento contribuisce la collocazione di
questa cittadina di circa 3000 anime: situata su un ampio pianoro a
circa 600 metri di altezza sul livello del mare,è circondata da un
anfiteatro di superbe montagne,quasi tutte oltre i m. 2000,poste a
mo' di una gigantesca lettera C. Una poderosa struttura pertanto che
è stata storicamente ed è tuttora formidabile bastione difensivo e
al tempo stesso ostacolo notevole allo svolgimento delle attività e
delle mansioni quotidiane . L'ambiente qui si è ben
conservato,grazie proprio a quella collocazione geografica ed a
quel clima che però specialmente d'inverno rendono le giornate
lunghe da passare e poche sono le alternative che si pongono agli
abitanti. Questa piccola comunità , come accennato sopra, si è
trovata a dover affrontare il problema (comune ad altre comunità
simili) della conservazione di un ambiente per molti versi
ostile,ma che nello stesso tempo è un bene prezioso. Quattro passi
nel piccolo borgo inducono subito ad alcune considerazioni: non vi
sono monumenti grandiosi e quei pochi (peraltro pregevoli) sono
tutti nella piccola piazza principale Ciò tuttavia rende piacevole
passeggiare per le vie del borgo in quanto le case,pur così
semplici,hanno tutte una coerenza,un'armonia considerevoli. Queste
abitazioni , testimonianza di una comunità storicamente povera,sono
tutte piccole,basse e sembrano addossarsi l'un l'altra in brevi e
strette stradine rettilinee e ricordano quei pinguini dell'Antartide
che in quell'inverno così freddo e lungo si rinserrano tra loro in
stretti gruppi per ridurre al minimo la dispersione di calore .
Questo tipo di architettura si è reso necessario oltre che per
motivi “termici “ per un altro motivo che di tanto in tanto ha
tragicamente aumentato i disagi di queste zone: il terremoto. La
terra che trema è ricordata da una lapide posta sulla torre della
piazza che testimonia come detta torre fu abbattuta dal sisma e poi
riedificata più alta e più solida durante il pontificato di Pio IX
(come si sa queste terre hanno fatto parte dello Stato Pontificio).
Altro elemento apprezzabile è l'ordine,la pulizia,il rispetto delle
cose del passato che regnano nelle vie del borgo. Di questo amore
per il passato fanno parte anche le attività economiche,basate non
sul piano della produzione quantitativa,ma su quello della qualità e
che hanno reso la norcineria non un'umile attività,ma ,nel suo
piccolo, un'arte
M.T.
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