Insegnante
BARBARA SCARPELLI
Collaborazione GIULIA ORIOLI
a.
s. 2004/2005
SEZIONE dei 4 ANNI
SCUOLA dell’INFAZIA "DON
MILANI”
ISTITUTO COMPRENSIVO di
BARBERINO DI MUGELLO
Via Monsignor G. Agresti,18
Barberino del Mugello (Firenze)
Telefono: 055841162
Email: scuolamediabarberino@tin.it
IL GRANO: UNA
STORIA CHE NON FINISCE
DESCRIZIONE ESSENZIALE
DELL’ESPERIENZA: LE SUE FASI, IL SUO “PRIMA” E IL SUO “DOPO” (SUO
INSERIMENTO IN UN PERCORSO)
L’insegnante ha scelto
di lavorare per tutto l’anno scolastico sul grano; alcune attività sono
più prettamente di tipo scientifico: analisi di una spiga di grano,
semina, registrazione mensile delle caratteristiche delle piante,
raccolta delle spighe mature; confronto tra grano e granturco. Altre
attività sono correlate al tema e hanno contribuito a dare completezza e
motivazione (produzione di diversi tipi di farine e loro utilizzo in
alcune ricette).
Nell’anno scolastico
precedente è stato svolto un percorso sulla terra come ambiente di
vita; nel presente anno scolastico il tema trattato è completamente
diverso (l’ambiente del fiume) ma la continuità sta nell’approccio
metodologico utilizzato.
PREREQUISITI
I prerequisiti sono di
tipo metodologico; nell’esperienza svolta nell’anno scolastico
precedente l’insegnante aveva già lavorato rispettando determinate fasi:
una prima fase “libera” in cui si dà modo al bambino di entrare in
contatto con l’elemento su cui si andrà a lavorare e successivamente una
fase strutturata in attività ben precise scelte dall’insegnante.
OBIETTIVI
DELL’ESPERIENZA e OBIETTIVI DI CONCETTUALIZZAZIONE
Gli obiettivi sono
attinenti all’area dell’esplorare, conoscere e progettare.
L’acquisizione più
importante è stata quella dei concetti di trasformazione e di
ciclicità nell’ambito di fenomeni naturali.
L’esperienza anche
offerto molte occasioni per imparare a riconoscere somiglianze e
differenze, a osservare e descrivere; per allungare i tempi di
attenzione dei bambini, suscitando in loro interesse e piacere.
DESCRIZIONE
DELL’ESPERIENZA
L’insegnante ha
iniziato il percorso a fine settembre, portando a scuola un fascio di
spighe di grano e appoggiandolo su un tavolo; i bambini erano liberi
di toccarlo, ne parlavano tra loro e, spontaneamente, hanno cominciato a
portare a scuola altre spighe (granturco). Questa fase di
osservazione libera è durata una decina di giorni circa; si è poi
passati a una fase più strutturata: è stato chiesto ai bambini di
disegnare una spiga dal vero; poi sono state proposte altre tecniche di
riproduzione, perché ciascuno potesse assolvere a questo compito di
riprodurre la spiga secondo la modalità più confacente alle sue
attitudini. Poi si è chiesto ai bambini di “smontare” una spiga
di grano; a ciascuno era stato distribuito un cartoncino diviso i cinque
sezioni: la spiga veniva incollata nel primo spazio a sinistra. Negli
altri spazi verso destra venivano incollate le varie parti in cui
ciascun bambino aveva “scomposto” la spiga; inizialmente ciascun
bambino ha dato liberamente un nome alle varie parti (il gambo era per
molti il tubo, ad esempio); l’insegnante in questa fase accoglie
tutto ciò che il bambino dice. Solo successivamente, attraverso
l’indagine su testi e fonti adeguate, si sono imparati a conoscere i
nomi specifici. Ogni bambino ha svolto individualmente questa
attività.
L’attenzione
si è successivamente focalizzata sul fatto che tutti, all’interno della
spiga, avevano trovato dei piccoli semi o chicchi; si è proposto di
provare a schiacciare i semi per vedere che cosa poteva succedere
(per poter disporre di una quantità adeguata l’insegnante aveva anche
acquistato un sacco di grano). I bambini si sono dedicati con entusiasmo
a questa attività, anche se non poco faticosa; la sorpresa è stata
notevole, nessuno ha riconosciuto la “polvere bianchiccia” ottenuta come
farina (chi ha detto zucchero, chi sale, …). Il miscuglio
ottenuto è stato vagliato, setacciato per togliere piccole bucce fino a
che la polvere rimasta non era bianca. A quel punto l’insegnante ha
chiesto ai bambini di assaggiarla; e a questo punto tutti hanno
riconosciuto la farina.
La proposta
successiva è stata così presentata: cosa potremmo fare di questi
semi anziché schiacciarli per ottenere la farina?
Qualcuno, ricordando i semi dei fiori seminati dai genitori, ha proposto
di seminarli. Si è proceduto a tre tipi di semina: ciascun
bambino, individualmente, ha sistemato i propri semi in un bicchiere con
cotone imbevuto nell’acqua e in un vasetto con del terriccio
(ogni bicchiere e ogni vasetto era contrassegnato con il nome di un
bambino). Subito dopo questa fase ci si è spostati nell’Aula Verde,
area attrezzata dell’Istituto comprensivo a cui il plesso appartiene,
presso la scuola media: ai genitori era stato chiesto di preparare la
terra e così i bambini hanno dovuto solo zappettare un po’ e hanno
potuto seminare i semi che avevano portato (fine ottobre). Al rientro a
scuola ogni bambino ha disegnato e verbalizzato individualmente
l’esperienza vissuta.
La prima
uscita all’aula verde è stata fatta con il pulmino (con grande
entusiasmo dei bambini); successivamente ci si è recati all’aula verde
(circa una volta al mese) a piedi dalla scuola, scegliendo le giornate
più favorevoli.
Nei tempi di
attesa, tra la semina e la fase di osservazione, e tra una fase di
osservazione e la successiva, l’insegnante ha proposto ai bambini alcune
attività non prettamente “scientifiche”; la prima è stata un ‘attività
di cucina con la farina: si è preparata una schiacciata, i bambini
l’hanno mangiata a merenda e anche portata a casa.
L’insegnante,
per registrare le varie fasi di crescita delle piante seminate,
ha predisposto un cartoncino fatto da diverse strisce, una striscia per
ciascun mese aggiunta di volta in volta; Sulla prima striscia a sinistra
erano riportati, in colonna, tre simboli per i tre tipi di semina; su
ciascuna striscia, in alto era riportato il simbolo del mese. Ogni mese
ciascun bambino ha riportato con un disegno e verbalmente quanto
osservato nei due vasetti e all’aula verde; si è notato che tutti i
bambini si sono espressi dicendo che nel vasetto e nel bicchiere era
nata l’erba, mentre all’aula verde era nato il grano.
L’insegnante ha accolto quello che i bambini dicevano e ha però cercato
un modo per portarli alla consapevolezza che si trattava della stessa
pianta.
L’osservazione
di gennaio, al rientro dalle vacanze, ha dato un risultato particolare:
il grano nel vasetto di terra e in quello del cotone è secco.
L’insegnante ha deciso di analizzare, “smontare” i due vasetti e
poter esaminare cosa era nato e che cosa era successo. Ciascun
bambino, con i suoi vasetti, si è sistemato a un tavolo e ha svolto
questa operazione individualmente. I bambini si sono sentiti investiti
di un lavoro importante; si è trattato di cercare una pianticella che
fosse intera (radici, seme, gambo, foglie). Ogni bambino ha incollato
quanto trovato nei due vasetti sul proprio cartoncino di registrazione.
Dopo questa fase sono state poste ai bambini le tre domande seguenti:
a)
ti ricordi quali semi abbiamo seminato nel vasetto e nel
bicchiere?
b)
cosa è successo?
c)
che cosa è nato nei due vasetti?
Alla prima domanda
hanno risposto “il grano, semi di grano, il seme del grano”; in
risposta alla seconda domanda hanno raccontato il processo (“Sono
nate piante che poi si sono seccate; prima erano verdi. Abbiamo
ritrovato i semi di grano”). All’ultima domanda tutti i bambini,
correggendo quanto detto in precedenza, hanno risposto che era nato il
grano.
Nei mesi
successivi si è continuata l’osservazione all’aula verde
registrandola sugli appositi cartoncini mediante disegni e
verbalizzazioni (sempre lavoro individuale). L’osservazione di maggio
è stata particolarmente significativa: infatti si è potuto osservare
un campo di grano in miniatura, erano cresciute le spighe e c’erano
i papaveri in mezzo.
A giugno la classe si è recata a osservare un vero campo di
grano e successivamente, nella stessa mattinata, all’aula verde: il
grano era diventato giallo, i bambini l’hanno “mietuto”. Un bambino ha
così descritto quanto osservato: “C’erano
tante spighe di grano,
erano in fila, tutte insieme e tutte piegate perché erano piene di
semini. Sono di colore giallo, perché sono tutte mature; il contadino
ora le taglia per fare la farina. E con la farina si fa il pane.
Se semino i semini della spiga,
nascono ancora le spighe, è una storia che non finisce!”.
Le altre descrizioni erano ugualmente significative; da queste
osservazioni verbali è emerso senz’altro che questa esperienza è stata
adatta all’età dei bambini, davvero significativa, e ha permesso loro
di capire la ciclicità del tempo e dei fatti.
I tempi di questo percorso, tra una
registrazione mensile e l’altra, sono lunghi; così l’insegnante ha
pensato di inserire diverse altre attività. Due di queste sono collegate
tra loro; la prima è stata una visita a un mulino ad acqua
presente nella zona. I bambini hanno potuto osservare, nell’arco della
mattinata, tutto il processo, dai sacchi di grano ai sacchi di farina;
durante la visita è anche arrivato il camion a prelevare i sacchi di
farina e dunque è sorta la domanda dove venisse portata la farina; così
è nata l’idea dell’altra visita, quella a un forno. I bambini
hanno potuto constatare, come già avevano imparato, che esistono diversi
tipi di farina: bianca e integrale, che loro stessi avevano ottenuta, e
gialla, che avevano visto produrre dal mugnaio che al mulino aveva
schiacciato anche alcuni semi di granturco. Ogni bambino, con la pasta
ottenuta dalla macchina impastatrice, ha preparato alcuni panini. Le due
esperienze, del forno e del mulino, sono state descritte dai bambini,
soprattutto ponendo attenzione alla sequenza di fatti tra la partenza da
scuola e il ritorno a scuola.
Un’altra
attività è stata un’analisi di somiglianze e differenze tra la spiga
di grano e quella del granturco, che, ricordiamo, alcuni bambini
avevano portato a scuola all’inizio dell’anno. Si è proceduto allo
stesso modo che per il grano; su una scheda predisposta dall’insegnante,
era stata disegnata la spiga di granturco (non potendo, evidentemente,
incollarla come si era fatto per il grano); i bambini l’hanno colorata
e, dopo avere anche in questo caso “smontato” la spiga, hanno incollato
sulla scheda le diverse parti ottenute e le hanno nominate.
Successivamente l’insegnante ha provveduto a dare le giuste
informazioni, riguardo al nome, trovandole sui libri. Sono stati poi
messi a confronto i due semi; essi hanno di diverso forma e colore. A
quadratino o a punta sono le due forme individuate dai
bambini, arancione e giallo i due colori. Si è chiesto
poi, come proposta individuale, di classificare i semi per genere, per
colore e per forma. Come proposta collettiva si è realizzato un
cartellone sulle somiglianze e differenze tra i due tipi di spighe,
prendendo in considerazione foglie, chicchi o semi,
“pelini”, elementi individuati dai bambini dopo aver potuto
toccare, annusare, manipolare le varie parti delle spighe. I bambini
hanno risposto alle domande Come sono le foglie? Cosa
hanno di uguale le foglie del grano e del granturco? Come sono i semi?
Come sono i pelini? Come verifica del percorso svolto sulle due
spighe, è stato proposto un elaborato che tenesse conto della capacità
di discriminare le due differenti spighe, il differente seme e la
diversità tra le due farine (e anche i due diversi prodotti di cucina,
schiacciata e polenta).
FREQUENZA E DURATA NEL
TEMPO DELL’ESPERIENZA
L’esperienza ha
impegnato la classe per tutto l’anno scolastico, tre volte la settimana
nell’ora e mezza di compresenza tra le due insegnanti (tipicamente dalle
10,30 alle 12,00).
COME L’ESPERIENZA È
LEGATA AD ATTIVITÀ ESTERNE ED ESPERIENZE DI VITA QUOTIDIANA
Evidente dalla
descrizione.
QUALI STRUMENTI DI
VERIFICA E CONSOLIDAMENTO VENGONO PROPOSTI
Non c’è stata alcuna
necessità di consolidamento.
Tra le verifiche più significative ci sono senza
dubbio tutte le osservazioni delle insegnanti, anche in momenti di
attività libera e non strutturata:
-
i bambini hanno dimostrato di saper riconoscere, in giardino, in
giardino l’erba che avesse una spiga.
-
Hanno proposto di prendere i semi della frutta per portarli a
casa e seminarli.
-
attraverso il parlato dei bambini tra di loro si è potuto
cogliere il senso di quanto avessero appreso, capito, interiorizzato.
-
i disegni liberi avevano spesso come tema il campo di grano.
-
Le insegnanti hanno potuto rilevare una migliorata ed aumentata
capacità di raccontare, confrontare le proprie ipotesi, ricercare e
soffermarsi su testi e libri che trattassero l’argomento.
Una verifica individuale particolarmente
significativa che l’insegnante ha voluto proporre è stata in relazione
al lavoro sulla terra dell’anno precedente: che cosa sta sopra la
terra? e cosa sta sotto? Ciascun bambino ha sistemato
all’interno di un piccola scatola da scarpe un po’ di terra raccolta
all’aula verde; la richiesta era di discriminare tra gli elementi da
loro conosciuti (formiche, ragni, chiocciole, piante di grano) quelli
che stanno sopra e quelli che stanno sotto (dunque fuori e dentro la
scatola). I vari elementi sono stati costruiti con diverse tecniche; la
scatola è stata decorata con carta colorata, verde sopra e marrone
sotto, scelta da ciascun bambino. I semi del grano sono stati messi
sotto, dunque dentro la scatola, nella terra (sistemati in piccole
scatoline di plastica trasparente), così come le formiche nel formicaio
e le chiocciole in letargo. Sistemato il coperchio, su cui erano stati
praticati dei fori, i bambini vi hanno posto il grano, la chiocciola
quando è sveglia, e la formica, vicino al foro per accedere al
formicaio; infine un ragno attaccato a una spiga.
LABORATORI, FATTORI
STRUTTURALI ORGANIZZATIVI E MATERIALI NECESSARI, MODIFICAZIONE DI
CALENDARIO (FLESSIBILITÀ ORARIA, CLASSI APERTE, COMPRESENZA, ECC)
Il poter usufruire
dell’AULA VERDE ha certamente rappresentato una condizione
particolarmente positiva (anche se non è indispensabile per lo
svolgimento del percorso). Si tratta di uno spazio attrezzato (un ex
vivaio): ci sono secchielli e palette in plastica per i più piccoli;
sgabelli di diversa dimensione; attrezzi vari, come zappe forbici,
rastrelli. L’insegnante inoltre ha ritenuto valido, nella prospettiva
della continuità, far conoscere ai bambini un luogo che frequenteranno
nel corso della scuola primaria e della media.
Come già detto,
l’esperienza è stata svolta durante le ore di compresenza; l’insegnante
che ha collaborato era supplente per tutto l’anno scolastico e ha
lavorato volentieri sulla proposta elaborata dall’insegnante Scarpelli.
TRASVERSALITÀ DEI
CONTENUTI DIDATTICI TOCCATI E DELLE ABILITÀ MESSE IN GIOCO
Sempre presente in
qualunque attività della scuola dell’infanzia.
PERCORSO FORMATIVO
PREGRESSO DELL’INSEGNANTE
Partecipazione al corso
svoltosi, qualche anno fa, presso l'Istituto, sul curricolo verticale di
Scienze e, in generale, all'attività di ricerca e riflessione sulla
didattica delle discipline scientifiche del CIDI di Firenze.
QUANTO E COME VIENE
SVILUPPATO L’ASPETTO LINGUISTICO
Le insegnanti, pur
accogliendo sempre tutto ciò che i bambini dicono, hanno comunque
perseguito l’obiettivo di far imparare termini specifici.
I MOTIVI DELLA SCELTA
La scelta del tema è
legata al fatto di aver lavorato l’anno precedente con la terra;
l’insegnante l’ha scelto proprio per insistere sull’aspetto della
terra come ambiente di vita. Tale scelta si è rivelata molto
positiva e il tema particolarmente adatto ai bambini questa età.
La scelta metodologica
è rafforzata dai risultati positivi che si sono potuti registrare; si
tenga infatti presente quanto emerso nella verifica sopra e sotto la
terra che ha dato ottimi risultati anche su contenuti del precedente
anno scolastico.
INDIVIDUAZIONE DI
EVENTUALI PUNTI DI “CRISI” IN ITINERE, SULLA BASE DELL’AUTOVALUTAZIONE
DATA DALL’INSEGNANTE E MODIFICHE APPORTATE
Non ci sono state
difficoltà, contrariamente a qualche timore iniziale dell’insegnante
relativo soprattutto ai tempi di svolgimento (legati alle osservazioni
mensili).
Per l’insegnante è
ormai diventata un’esigenza irrinunciabile quella di documentare il
lavoro svolto, anche se il riconoscimento economico non è adeguato; così
è possibile, attraverso il percorso documentato, apportare negli anni
successivi modifiche e miglioramenti.
RAPPORTI DELLA SCUOLA,
IN CUI SI È TENUTA L’ESPERIENZA, CON GLI ENTI LOCALI E SUPPORTO DI
QUESTI AI PROGETTI DI EDUCAZIONE SCIENTIFICA.
Non presenti nello
svolgimento del percorso. |