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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

I COMPRENSIVI NELLA NUOVA STAGIONE POLITICA: QUALI PROSPETTIVE DOPO L’ANNO PONTE ?

La relazione prende in esame gli ultimi documenti emanati dal Ministero e cerca di indicare quali cambiamenti si prospettano dopo l’ anno ponte . Nella conclusione si avanzano alcune riflessioni maturate durante i dibattiti e le esperienze della pratica scolastica

Le esigenze formative

All’inizio della legislatura appariva ancora come prioritario l’ obiettivo di combattere il fenomeno del neo-analfabetismo: le nuove generazioni , pur alfabetizzate, non coltivano la competenza del leggere e dello scrivere, accumulando un’ incapacità a sviluppare riflessione ; cioè gli studenti dimostrano difficoltà a svolgere in modo autonomo attività logiche ,operative e generative di pensiero. Le conseguenze sono due : la prima dimostra che i ragazzi che non vanno all'università, dopo cinque o sei anni perdono il 40-45% delle loro conoscenze. Neo analfabetismo, in questo caso significa che i saperi della scuola evaporano, si sfarinano, muoiono precocemente.

La seconda conseguenza è che questa condizione produce la dispersione scolastica, l’abbandono scolastico , l’insuccesso formativo , conseguenza provocata dal disagio scolastico derivato dalla mancanza di competenze essenziali per la comprensione , riflessione e collegamento delle varie discipline.

Ancora oggi rimane vivo il problema dello svantaggio e di conseguenza l’abbandono scolastico, in particolare nella secondaria . La strategia adottata dal Governo è tesa all’innalzamento dell’obbligo scolastico e alla definizione delle competenze essenziali per il successo formativo , perciò si profila necessario una revisione dei piani ministeriali vigenti. Per questo motivo sono stati emanati recentemente alcuni documenti utili per avviare un dibattito sui nuovi programmi del primo ciclo.

Sul piano prettamente scolastico segnaliamo due documenti recenti: la Premessa alle nuove Indicazioni Ministeriali (sui contenuti del documento hanno già espresso pareri alcune associazioni professionali ) e la Circolare sull’esame di terza media.

Sul piano educativo sono recenti le direttive ministeriali sul comportamento e formazione degli studenti , nella convinzione che lo studio debba portare al benessere socio - affettivo: condizione indispensabile per una crescita serena e per efficaci apprendimenti

Le direttive sono:

-indicazioni sulla qualità della vita

-i premi ai meritevoli

-le disposizioni sull’uso del cellulare a scuola

-la lotta al bullismo

PURTROPPO C’E’ ANCHE UN VENTO CONTRARIO che frena il cammino verso l’innovazione; sono le norme dettate dalla finanziaria che impone un risparmio che rischia di mettere in crisi il funzionamento di alcune scuole o la realizzazione di progetti

I provvedimenti riguardano il risparmio su alcune spese , esempio la gestione economica delle supplenze e l’organico docente

Sempre per un risparmio e’ previsto l’aumento degli alunni per classe (Il rapporto medio nazionale di alunni per classe è elevato di 0,4 punti. ) con la conseguenza di avere la soppressione delle classi e una diminuzione dell’organico dei docenti e del personale Ata per un risparmio stimato a regime in oltre 731,5 milioni di euro.Infanzia: il rapporto passerà dal 22,87 al 22,97 (+0,1) e l'effetto sarà 189 classi in meno e 379 docenti in meno.Primaria: il rapporto passerà dal 18,57 al 18,97 (+0,4) e l'effetto sarà 2.925 classi in meno e 7869 docenti in meno.Secondaria I grado: il rapporto passerà dal 20,92 al 21,32 (+0,4) e l'effetto sarà 1.443 classi in meno e 3.724 docenti in meno.Per effetto della riduzione delle classi, il personale ATA subirà un taglio del 3%, che in assoluto equivale a 7.050 posti.In totale abbiamo 7.682 classi in meno e 26.082 (19.032 docenti + 7.050 ATA) posti di lavoro in meno.

Per quanto riguarda le singole regioni, sarà il sud ad avere più tagli, perché l'aumento degli alunni è concentrato soprattutto al nord. La Campania perde 1.426 posti, la Sicilia poco meno (1.129).Al nord gli iscritti sono aumentati ma i tagli ci sono comunque: la Lombardia avrà 349 cattedre in meno nonostante 16 mila studenti in più. In toscana vi sono 9000 alunni in più ( 3000 nella scuola dell’infanzia) ma si verificano comunque tagli . La situazione adesso passa nelle mani dei Direttori generali degli Uffici scolastici regionali che, come spiega la circolare, dovranno operare i tagli «in funzione degli specifici bisogni del territorio di competenza» valorizzando «le autonomie delle scuole». I dati Istat tuttavia evidenziano che l’Italia è ancora molto indietro negli investimenti sull’istruzione: siamo al di sotto della media europea in rapporto al PIL e i tagli degli ultimi anni in tutti i settori della formazione hanno ancora abbassato la media. Per la costruzione di una sistema formativo di qualità e di un reale motore di sviluppo per il paese, la spesa pubblica nelle politiche formative dovrebbe avere come obiettivo il 6% del PIL.

SCUOLE SENZA SUPPLENZE e SENZA LABORATORI  Alunni, genitori e insegnanti hanno già ampiamente sperimentato il disagio crescente che viene indotto nelle scuole quando non si chiamano supplenti. La pratica più diffusa è che gli alunni delle classi di cui manca l’insegnate vengano suddivise nelle altre classi. La didattica si interrompe sia per gli alunni “distribuiti” che per la classe ospitante. La scuola rischia di trasformarsi in parcheggio. In questo modo già in molte scuole si realizza la perdita di un decimo dell’orario scolastico annuale!

La scuola non si arrende e, al di là della protesta , trova il vento favorevole al cambiamento….I documenti ministeriali invitano i docenti a vivere la complessità quotidiana In particolare la scuola deve abbandonare l’idea dell’uniformità organizzativa e didattica in nome della complessità , ossia adottare una flessibilità di orario ,di proposte didattiche e di ragionamento adeguati alle richieste della nuova epoca.
Naturalmente le strade da percorrere sono molteplici. Ragionare col pensiero complesso significa valorizzare le differenze,lavorare per mappe di saperi , conoscere la storia locale e la storia mondiale, andare alla radice del concetto di libertà e di identità: chi sono io?Cosa significa essere una persona? Aspirare a “obiettivi alti” quali comprendere l’attuale condizione dell’uomo planetario e cooperare per la salvezza del mondo!!! Lavorare per progetti , per moduli, per gruppi, unirsi per problematiche e per scelte, definire fini comuni, unire i saperi,valorizzare le attitudini e capacità di ciascuno , definire i traguardi, relazionarsi con culture diverse, mettere in discussione esperienze diverse ……accettare la complessità di trovarsi improvvisamente davanti a fatti nuovi e imprevedibili, capire anche che l’apprendimento e’ tumultuoso , come tumultuosa e’ la vita e occorre adeguarsi a segmenti brevi di “sapere” presentati con in tanti linguaggi , modi e tempi diversi!

Per ritornare alle proposte ministeriali vorrei ricordare :

- LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE :per il triennio 2007-2009 sono stanziati 90 milioni di euro per dotare le scuole di tecnologie didattiche

Un segnale significativo per rispondere alle esigenze delle competenze informatiche : già dalla primaria si trova unità didattiche di informatica nelle pagine del libro di testo che permettono un approccio col computer in una veste giocosa e creativa Oltre al carattere didattico, tecnologia significa connessione , lotta all’isolamento. Uniti si arriva ovunque e quindi sviluppo delle tecnologie significa anche attivare centri telematici e collegamento in rete per facilitare la comunicazione , lo scambio di proposte e lo svolgimento delle attività . Dunque valorizzazione delle scuole situate in zone disagiate in cui la scuola risulta essere l’elemento di aggregazione sociale e culturale. Lotta contro il progressivo abbandono del territorio di appartenenza .Sviluppo di comportamenti che preparano alla comunicazione mondiale e al lavoro a distanza; potenziamento dei rapporti tra centro e periferia: collegamento costante con le realtà nazionali e internazionali

-L’ISTITUZIONE DI SEZIONI PRIMAVERA (per bambini tra i 24 e i 36 mesi di età sono previste sezioni aggregate alle scuole dell’infanzia ). E’ una proposta maturata a seguito delle norme sull’anticipo scolastico . Queste iniziative sono preziose perchè favoriscono la socializzazione e la prevenzione degli svantaggi : i primi anni sono momenti significativi della formazione scolastica , ma necessitano di alcune condizioni quali locali idonei sotto il profilo funzionale e della sicurezza, che rispondano alle diverse esigenze dei bambini (accoglienza, riposo, gioco, alimentazione, cura della persona, ecc.); l'allestimento con arredi, materiali, macro-strutture, in grado di qualificare l'ambiente educativo come contesto di vita, di relazione, di apprendimento;un orario di funzionamento flessibile che prevede un modulo orario di base ed un orario prolungato ,una dimensione contenuta del gruppo "omogeneo" di età (con priorità per i bambini che compiono i tre anni tra gennaio e aprile), che potrebbero variare tra i 15 ed i 20 bambini, in base al modello educativo ed organizzativo adottato;un rapporto numerico insegnanti-bambini definito nel rispetto delle leggi regionali vigenti che qualcuno indica non dovrebbe essere superiore a 1:10 (rapporto sul quale riflettere ai fini dei costi effettivi del servizio) comunque tenendo conto dell'età dei bambini, dell'estensione oraria del servizio, della dimensione del gruppo, delle caratteristiche del progetto educativo. Analogamente va assicurata una presenza adeguata di personale ausiliario qualificato

-L’INNALZAMENTO DELL’OBBLIGO D’ISTRUZIONE (dall’a.s. 2007-08 l’obbligo di istruzione è elevato ad almeno 10 anni fino al secondo anno della scuola secondaria ) “Dispersione scolastica: che fare?” Negli ultimi anni, questa sembra essere stata la domanda di fondo di numerosi studi sull’argomento. Parlare di dispersione scolastica significa sicuramente descrivere un fenomeno complesso, che racchiude in sè diversi aspetti, come i ritiri, le ripetenze e i drop-out, termine quest’ultimo che suggerisce l’idea di un qualcosa che si “dissolve”. Ritengo che della dispersione scolastica possa essere sottolineato un aspetto cruciale:quello che sono soprattutto gli adolescenti (in particolare la fascia d’età compresa tra i 14 e i 17 anni) a “disperdersi”, ma e’ anche vero che la dispersione nasce col disagio manifestato nella prima infanzia quindi…..

Prevenire è meglio che combattere !

Ben vengano le sezioni primavera, avvio alla scoperta della comunità dei pari, alla motivazione, all’atteggiamento positivo verso l’apprendimento al fine di sviluppare l’autocontrollo, le strategie di pensiero, la relazione coi compagni e gli adulti, l’assertività, il recupero dei comportamenti a rischio.

LA SCUOLA CREATIVA

Il tempo pieno o tempo flessibile ?

Pur riconoscendo al tempo pieno la paternità di un metodo rivolto a dare a tutti le pari opportunità, tuttavia ormai esso non può rispondere alla richiesta di flessibilità e di adattamento necessari alle richieste di un “tempo” per il bambino , un tempo per esaudire la richiesta di conciliare apprendimento scolastico ed esperienze personali. Anzi l’impianto rigido del tempo pieno costituirà motivo di controversie nella spartizione di organici e fondi. Perché comunque, avendo un’organizzazione fissa, necessita di un numero ben definito di personale e di strutture adeguate che non si trovano su tutto il territorio nazionale

Quindi questa scuola , nata essenzialmente per fini sociali, potrebbe diventare occasione di privilegio, un piccolo feudo che non risente delle ristrettezze economiche e perciò discriminante tra chi ha tutto e chi deve adeguarsi e inventarsi soluzioni per garantire il diritto di apprendimento

In alternativa al tempo pieno, dobbiamo pensare ad un modello flessibile , cioè che abbia snodi flessibili nel corso dell’anno, ma anche le necessarie garanzie di omogeneità strutturale, con una parte comune per tutti gli alunni, corrispondente al curricolo di base previsto dalla normativa (30 ore secondo i Programmi Ministeriali ), e una parte di attività integrative (corrispondenti al tempo lungo o prolungato) con le quali introdurre elementi di flessibilità e percorsi didattici differenziati da attuare per gruppi di alunni.

Unitarietà del gruppo classe e del curricolo comune, flessibilità organizzativa, metodologica e didattica in base alle scelte o necessità individuali

LABORATORI

Il laboratorio è il luogo dove gli alunni possono diventare progettatori e ricercatori del proprio sapere : non è soltanto un insieme di attrezzature e strumenti didattici , ma un luogo dove l’esperienza concreta attraverso il fare , alimenta la curiosità , costruisce la motivazione, favorisce i processi di apprendimento. Durante l’attività pratica si lavora sulla sfera cognitiva , relazionale e comunicativa. I laboratori costituiscono la partecipazione attiva dell’alunno e allo stesso tempo permettono una molteplice aggregazione di gruppi

-lavorare per gruppi omogenei o eterogenei di età diversa, anche molto diversa

-lavorare per gruppi medi e piccoli

-utilizzare lo scambio di docenti

-creare laboratori in rete

-esercitare la pratica laboratoriale anche in ambienti non strutturati: un’adeguata strutturazione dell’aula può offrire molteplici occasioni per esperienze sensoriali e motorie: permette di provare emozioni, di creare, di far evolvere le relazioni con i pari e con gli adulti; garantisce a tutti i bambini un ambiente culturale che accresce la loro naturale curiosità e li conduca a formarsi conoscenze sempre più strutturate in situazioni di totale sicurezza emotiva. ….

Il laboratorio è il luogo privilegiato in cui si realizza una situazione d’apprendimento che coniuga conoscenze e abilità su compiti significativi per gli alunni, possibilmente in una dimensione operativa ed applicativa che li metta in condizione di dovere e poter utilizzare il proprio sapere in modo competente. Naturalmente flessibilità non vuol dire improvvisazione , ma condivisione di scelte, confronti di idee , dibattere scelte.

Sempre legata alla flessibilità è l’idea della programmazione modulare, che permetterebbe un recupero di una parte di una disciplina senza dovere ripetere l’intero anno scolastico

DIDATTICA MODULARE

La metodologia modulare può costituire un ‘ occasione per realizzare la piena soddisfazione dei bisogni individuali, in quanto prevede che alunni di classi diverse possano essere impegnati nei vari moduli in base a interessi, bisogni e competenze possedute . Allo stesso tempo il team dei docenti si può aggregare sulla base dei diversi moduli, in funzione delle discipline di volta in volta interessate. I moduli si costruiscono in base al monte ore annuale di ogni disciplina e in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere a fine corso di studio.

La flessibilità risponde dunque all’ esigenza di oggi: la necessità di far acquisire competenze cognitive , metacognitive, relazionali e affettive che aiutino le persone a fronteggiare in maniera autonoma ambienti mutevoli , contradditori , difficili .Queste competenze si acquisiscono a scuola attraverso scelte e responsabilità individuali.

Caratteristiche dell’organizzazione modulare

Il modulo è un "pacchetto", tematico o disciplinare, che rappresenta una parte significativa di un percorso formativo. Si caratterizza come autonomo in quanto possiede obiettivi specifici e deve garantire i risultati per cui esso è stato progettato. La struttura modulare si può metaforicamente raffigurare come un mobile componibile in cui ciascun pezzo e’ indipendente ma funzionale al tutto. Ogni singola unità è originale ma risponde ad un progetto compiuto e definito. La modularità è il sistema più efficace per la realizzazione di un curricolo flessibile che può essere strutturato in "moduli di base obbligatori ", "moduli di aree opzionali", "moduli di aree facoltative".

Il modulo:

  • è composto da contenuti che producono un "sapere" e un "saper fare" (competenze) ;

  • è programmato per un tempo ben definito, monitorato nel suo percorso e nei risultati che devono essere valutati, documentati e certificati

  • è diretto ad un gruppo omogeneo per abilità, interessi, bisogni

Il modulo può essere gestito da un singolo docente (modulo disciplinare) o da più di un docente (modulo di area o interdisciplinare) e alla sua conclusione deve rilasciare una certificazione di credito o di debito.

Proposte per l’organizzazione modulare

1.Suddividere gli studenti in gruppi in base a esigenze formative in modo da limitare situazioni di frustrazione, intese sia come percezione di inadeguatezza (da parte dei più deboli), sia come percezione di noia e perdita di tempo (da parte dei più capaci).
2. Ridurre il numero di materie nell'arco della mattinata.
3. Prevedere momenti di recupero/approfondimento per ogni modulo e attivati sia per aree disciplinari, che per singole discipline.
4. Migliorare l'efficacia dell'intervento didattico utilizzando le compresenze fra docenti di materie affini.
5. Lavorare il più possibile per aree disciplinari perseguendo obiettivi trasversali che determinino l'acquisizione di consolidate abilità di base, sia in ambito linguistico che scientifico-tecnico-matematico.

6. Impostare un lavoro fortemente collaborativo, sia in fase di programmazione che in fase di attuazione;

7.Effettuare l'analisi disciplinare individuando i nodi concettuali irrinunciabili della disciplina ed eliminando, eventualmente, contenuti che non hanno ricadute essenziali nei saperi a posteriori;

La didattica modulare può conciliare il lavoro di gruppo e un’offerta formativa il più possibile individualizzata poiché ogni alunno, sulla base delle proprie capacità, che possono risultare diverse per ambiti disciplinari , può frequentare il corso normale o il corso avanzato per le discipline che gli sono più congeniali. La progressione da un modulo all’altro avviene non per passaggio di classe ma in base alle competenze acquisite ; risulta subito chiaro che questo permetterebbe eventualmente di recuperare le carenze solo per quei moduli in cui l’alunno non ha raggiunto le competenze indispensabili per accedere al modulo successivo e non sarebbe necessario ripetere sempre tutti i contenuti disciplinari.

PUNTI DI FORZA:
- ogni alunno potrebbe recuperare o potenziare le proprie abilità in modo più efficace
- l’intervento didattico risulterebbe più efficace vista l’omogeneità di abilità all’interno del gruppo di lavoro
- ogni alunno, inserito in condizioni didattiche adatte alle proprie capacità, non vivrebbe situazioni di frustrazione, intese sia come percezione di inadeguatezza, sia come percezione di noia riguardo alle attività proposte

Marisa Bracaloni


Bibliografia per la modularità

  • Modularità di Luca Castrignanò (Bologna)

  • Personalizzazione dei percorsi di apprendimento e di insegnamento
    a cura di Claudia Montedoro

  • Conoscere e sperimentare l’autonomia a cura di Giancarlo Cerini, Tecnodid


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