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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Agli Insegnanti, agli Intellettuali, ai Politici , a tutti coloro che considerano la parola come elemento essenziale di convivenza  e di comunicazione

Sempre più siamo andati perdendo il luogo della produzione di un sapere universale, il luogo della costruzione di un pensiero, il luogo /  tramite tra l'uomo e il mondo. Si è perso l'uso fondante della parola.
E' urgente “ fare posto “ alla parola negli impegni della cultura. Non è solo una questione pedagogica .
La mancanza della conoscenza e dell'approfondimento della parola ha immiserito le scoperte , i saperi, ha tolto la percezione dell'insieme .
Le parole non collegano più.
Si presentano e rappresentano scenari desolanti.
L'impreparazione sull'uso della parola non fa più trovare un quadro generale dove la sua forza di integrazione  diventa capacità di argomentare,capacità di giudizio, collaudo di valore. La banalità si è diffusa, l'indifferenza tra l'uso di un termine o l'altro indistintamente, ha portato la scuola a vagare, senza riconnettersi con un modo di pensare, ad un pensiero. Laddove la parola poteva diventare una presa di coscienza ,e non un lusso per pochi, ma una anticipazione per una vita possibile per molti, abbiamo il deserto. Il suo uso improprio ha ridefinito frontiere, pensando di abbatterle. Non si è trasformata in uno strumento civile di convivenza per consolidare virtù che difendano l’uomo  da ogni forma di abuso, è diventata una abilità senza legge morale,etica.
L'abitudine alla accuratezza filologica,epistemologica, ai classici, vuole dire , rivendicare "diritti dell'uomo",diritti che l'uomo ha, in quanto nato UOMO: significa nascere per l'umanità! Attraverso il linguaggio si sostengono le leggi morali che parlano di speranze ,che vigilano sulla costruzione dei pensieri. La stessa vita economica ha bisogno di persone che sappiano usare bene la parola: il linguaggio preciso è un fattore produttivo all'interno di un sistema economico. La QUALITA' della parola è la sentinella del nostro progresso, è una virtù da rivalutare,da garantire. Essa protegge le diversità,garantisce l'inclusione, sceglie percorsi appropriati,valutativi,fa applicazione dell'etica, stabilisce una armonia con il mondo, una vivibilità discorsiva nella molteplicità,tematizza il sapere ,difende dal vandalismo intellettuale .

Affinchè la parola diventi un sapere del sapere ,una autocoscienza dei soggetti in senso pratico ,per trovare soluzioni che sostengano la riflessione sulla parola a fronte della banalità dilagante che genera muti incapaci di esprimersi ed evitare una distruzione ,le cui conseguenze sono già palpabile nella scuola ,firmiamo un appello per rinnovare. Prendere la parola,saper prendere la parola con consapevolezza,è l'unica forma di dialogo per evitare altre forme di violenza , interessi troppo potenti ancora presenti . La vita , senza un uso forte della parola ,sarà e resterà insicura per  milioni e milioni di persone !

10 giugno 2008

Fioretta Menta

 


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