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La scuola di Adro Ho assistito ad un dibattito televisivo
sulla scuola di Adro. Si sa che,
chi non vuole arrendersi all’evidenza, trova sempre il modo di “gettare
la palla in corner”, cambiando discorso o sovrapponendo la sua voce a
quella dell’interlocutore. Sicché si resta con l’impressione di uno
“zero a zero”. Si discuteva
di una scuola bella, costruita a tempo di record con fondi locali, ma
anche ossessivamente tappezzata, dal tetto al pavimento a tutti i tavoli
dei ragazzi, col simbolo del “sole delle Alpi”. Questo simbolo, ha
spiegato il sindaco Oscar Lancini, si trova scolpito su palazzi di Adro
che risalgono ai secoli passati. E dunque appartiene alla storia del
luogo, ed è perciò educativo. Toccherà agli insegnanti spiegare che cosa
significa. Altri simboli non servono. Per questo il Sindaco ritiene pretestuosa l’accusa
d’aver marchiato la scuola, per caso intitolata a Gianfranco Miglio, con
un simbolo di partito, esattamente quello della Lega. Si tratterebbe di
una coincidenza non voluta. E se le scuole materne di Reggio Emilia
fossero state marchiate col simbolo del partito allora prevalente, e
cioè la falce e il martello? Il
Sindaco ha risposto che ciascuno a casa sua fa quello che vuole. La
scuola è vista come una sorta di “casa propria”, come se fosse un
vigneto o un condominio. Per la Costituzione “la scuola è aperta a
tutti” ed è “autonoma”. Ha
spiegato che non ha esposto il Tricolore, perché dallo Stato non ha
ricevuto contributi per la costruzione della scuola. Come potrebbe fare
un ragazzo che abbandona la famiglia perché non riceve soldi dai suoi
genitori. Lo Stato è visto come un estraneo con cui si contratta alla
pari, ciascuno pensando ai fatti propri, come si dice in certe zone del
Sud. Insomma, un’esemplare lezione di educazione civica, storica,
costituzionale.
Nelle scuole e nelle università degli Stati Uniti, che di federalismo
s’intendono più di noi, ho spesso incontrato, nelle presidenze e nei
tavoli su cui si lavorava, tre bandierine: quella della scuola o
università, quella dello Stato e quella degli USA. Anche i ragazzi di
Adro, come tutti i ragazzi che frequentano le scuole italiane, sono
cittadini della loro scuola autonoma, del loro comune, della loro
regione, dell’Italia, dell’Europa e del Mondo. Mutilare il loro
patrimonio simbolico, evidenziando solo quello di un partito, non li
aiuta a capire la loro “cittadinanza plurima” e i valori che le sono
connessi.
Luciano
Corradini (professore
emerito nell'Università di Roma Tre) |
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