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NON BASTA
DIRE:…DIVERSAMENTE ABILE
Affollato incontro alla Sala Gandolfi di Forlì per il primo incontro del “settembre pedagogico 2004” organizzato dal Comune di Forlì, in collaborazione con le associazioni dei genitori e degli insegnanti. Il tema prescelto era assai “caldo”, anche perché riferito all’integrazione degli alunni con handicap nelle scuole comuni. “Ancora una scelta di qualità o un ripiego di emergenza?” si è chiesta l’Assessore alle Politiche Educative del Comune, Lega Loretta, nel presentare i dati del fenomeno nelle scuole forlivese, con 267 alunni disabili inseriti e 139 insegnanti di sostegno, oltre ad un sostanzioso intervento del Comune con risorse finanziarie, educatori e “volontari” del servizio civile. E’ uscita confermata la scelta dell’integrazione dei disabili nella scuola “di tutti” come scelta di civiltà verso i ragazzi “diversi”, ma soprattutto come stimolo a rafforzare la qualità dell’intero sistema educativo. Questa è stata anche la tesi sostenuta dal Prof. Andrea Canevaro, accreditato esperto europeo in materia, attualmente pro-rettore dell’Università degli Studi di Bologna per gli studenti handicappati (una carica che va a merito della sensibilità dell’ateneo petroniano). Canevaro si è mostrato preoccupato per l’enfasi che oggi la riforma scolastica pone sul concetto di personalizzazione, perché potrebbe mettere a rischio “la tensione vitale dell’educatore di portare tutto il gruppo degli allievi verso traguardi comuni, valorizzando le caratteristiche diverse di ciascuno”. Secondo lo studioso occorre ormai slegare la quantità del “sostegno” dalla certificazione medico-legale di handicap, perché questo porta a irrigidire il concetto di inserimento e a burocratizzare l’appoggio agli allievi disabili, dotando invece la scuola di tutte le competenze ed il personale specializzato necessario per far fronte al disagio nel momento stesso in cui si manifesta all’interno della scuola. Di qui l’esigenza di pensare ai “sostegni” al plurale (e non solo del ruolo del docente di sostegno), intendendo l’apporto di tutte le risorse (dai compagni di classe agli arredi, dai docenti titolari al clima di benessere nella scuola, dai metodi didattici alla ricerca di soluzioni originali) necessarie per una scuola che sappia accogliere tutte le diversità. Le istituzioni chiamate in causa (scuola, Enti locali, ASL) si dovranno coordinare, per meglio interpretare i compiti che sono stati assegnati da una legislazione positiva, ma in continua evoluzione (dalla legge quadro sull’handicap, la n. 104 del 1992, alla legge quadro sui servizi sociali, la n. 328 del 2000). Un gruppo di lavoro provinciale per stilare e aggiornare un apposito Accordo di programma inter-istituzionale, in materia di handicap sarà presto istituito a Forlì, ha ricordato l’Assessore Provinciale all’Istruzione, Margherita Collareta, presente all’incontro. |
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