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Non uno di meno
Rossana Nencini L’Autonomia Scolastica può ancora costituire una importante risorsa per la scuola se riuscirà a cambiare in modo significativo il fare scuola quotidiano, cioè se riuscirà a migliorare la didattica concreta, il vissuto scolastico di ogni giorno per garantire ad ogni alunno il massimo sviluppo delle proprie potenzialità e quindi un reale successo formativo. Il senso dell’Autonomia Scolastica sta in una profonda trasformazione didattica che implica l’assunzione di forti responsabilità da parte dei docenti unite alla crescita della loro professionalità . Parlare di profonda trasformazione didattica significa richiedere alle singole scuole un concreto impegno nello studio e nell’elaborazione di curricoli disciplinari che sappiano scegliere contenuti essenziali, metodologie, comportamenti, strumentazioni utili a rendere più sicuro l’apprendimento di ognuno. L’esigenza di questo cambiamento profondo è vissuta quotidianamente da troppi alunni e verificata costantemente da tutti quegli insegnanti che si rifiutano di risolvere la questione dei tanti alunni in difficoltà di apprendimento considerandoli “poco adatti” allo studio e credono fermamente nella possibilità di ogni alunno di sviluppare e potenziare le proprie capacità di apprendere. Emerge una forte sottolineatura della necessità di rendere realmente operativo e responsabile il Collegio Docenti in riferimento alla progettazione e alla realizzazione del processo di insegnamento/ apprendimento. Occorre costruire delle articolazioni del collegio docenti in Dipartimenti Disciplinari che diventino il luogo permanente di progettazione e ricerca didattica di ogni Istituto. L’avvio di una simile struttura organizzativa del Collegio docenti ci sembra determinante per il raggiungimento di 2 obiettivi prioritari della scuola dell’autonomia e strettamente connessi l’uno all’altro: q La valorizzazione della professionalità individuale di ogni insegnante; q La realizzazione concreta del principio educativo che pone ogni alunno al “centro del processo di apprendimento”. La valorizzazione della professionalità insegnante supera definitivamente l’immagine dell’insegnante solitario con il suo pezzetto di sapere e con la sua personale strumentazione e lo inserisce in una dimensione organizzativa nuova improntata alla cooperazione e al senso del team docente. Crea un insegnante costantemente impegnato nella progettazione del fare scuola quotidiano, cioè nella costruzione di percorsi didattici disciplinari che diverranno sempre più significativi e aderenti al bisogni cognitivi e motivazionali degli alunni se vi sarà modo di riflettere sugli esiti della loro sperimentazione: sulle concrete risposte dei ragazzi; sui loro successi, ma soprattutto sui loro “errori” che, se studiati e analizzati a fondo, trovano sempre un riscontro nella proposta didattica e ne evidenziano le inadeguatezze . Questa professionalità docente è strettamente connessa al principio educativo che pone ogni alunno al centro del processo di apprendimento tenendo conto delle fasi del suo sviluppo cognitivo, della sua affettività, delle sue motivazioni e si fa carico dei successi e degli insuccessi di tutti gli alunni, “non uno di meno”. E’ la valorizzazione dell’azione didattica e la ricerca costante in merito ad essa che può produrre anche negli alunni più disinteressati il “gusto” dell’imparare e quindi interesse e motivazione verso l’apprendimento. Certo non tutti possono imparare tutto allo stesso livello, ma tutti possono trovare nella scuola un ambiente che li stimola a credere in se stessi, nelle proprie capacità per sfruttarle appieno nel costruire, anche se lentamente, un bagaglio significativo di conoscenze. Nella mia esperienza di insegnante elementare non riesco a ricordare nessuna bambina e nessun bambino che non fosse motivato ad imparare, curioso di conoscere e di scoprire; ricordo invece, molte bambine e molti bambini già “arresi” in quarta elementare di fronte alla difficoltà di comprendere, le parole, sempre troppe, dei propri insegnanti, di inserirsi, da protagonisti, nelle loro proposte eccessivamente complesse, lontane dalla quotidianità, prive di esperienze concrete da osservare e su cui riflettere per imparare a pensare. Il lavoro di ogni dipartimento è finalizzato a studiare e costruire operativamente il curricolo disciplinare dalla dimensione generale, agli aspetti operativi, individuando CHE COSA si deve insegnare e COME si deve insegnare. Elaborare un curricolo disciplinare significa: q rinunciare a voler insegnare un po’ di tutto per orientarsi su ciò che è veramente importante insegnare; q rinunciare all’illusione di un insegnamento enciclopedico per concentrarsi sui saperi essenziali, cioè sui saperi fondamentali nella struttura della disciplina e contemporaneamente adeguati alle capacità cognitive degli alunni nelle diverse età; q progettare percorsi operativi concreti individuando le attività da svolgere con i ragazzi e le richieste da rivolgere loro; q scegliere e costruire i materiali didattici più opportuni; q raccogliere la memoria del lavoro svolto, in particolare le piste di lavoro ritenute più significative per creare un centro di documentazione e ricerca didattica della Scuola; q dare valori agli ambienti in cui si apprende impegnandosi per renderli accoglienti e ricchi delle strumentazioni necessarie. Elaborare il curricolo è molto di più che predisporre un documento di elencazione dei contenuti essenziali e di indicazioni metodologiche: è studio, ricerca, formazione permanente, per la definizione di itinerari didattici sempre più condivisi ma, anche, sempre più motivanti e interessanti per gli alunni, tali da permettere loro di scoprire il gusto della scoperta di nuove conoscenze. In quest’ottica le F. O. di ogni Scuola possono rappresentare un’importante risorsa se i Collegi Docenti decidono di assegnare loro il compito di coordinare i Dipartimenti Disciplinari che si intende costituire.
L’ESEMPIO dell’Istituto Comprensivo di Barberino MugelloDa tre anni cioè dal 2000/2001 il Collegio docenti dell’Istituto Comprensivo di Barberino Mugello ha deciso di assegnare 2 delle proprie Funzioni Obiettivo al coordinamento dei Dipartimenti Disciplinari di Scienze e Lingua1 / Lingua2 con lo scopo di studiare ipotesi di curricola disciplinari verticali.
Come lavoriamo: l’organizzazione dei dipartimentiLe funzioni obiettivo assegnate ai 2 dipartimenti seguono il lavoro di 2 gruppi composti da insegnanti della stessa disciplina o ambito disciplinare appartenenti ai dei tre ordini di scuola presenti all’interno dell’Istituto: S. dell’Infanzia, S. Elementare, S. Media. Ogni gruppo si riunisce a cadenza mensile, per un totale di 7/8 incontri annui di 2 ore ciascuno. Le ore dedicate dagli insegnanti al Dipartimento vengono individuate come attività aggiuntive all’insegnamento e come tali riconosciute e retribuite. Ogni Dipartimento e coordinato da Esperti presenti ad ogni incontro. Entrambi i gruppi hanno seguito lo stesso iter di sviluppo con le seguenti fasi: Prima fase – caratterizzata dalle relazioni di esperti con l’obiettivo di costruire le coordinate epistemologiche e pedagogiche comuni. Seconda fase – dedicata alla progettazione di percorsi didattici e alla loro sperimentazione in classe. Terza fase - caratterizzata dalla presentazione a tutti i colleghi dell’Istituto dei percorsi didattici sperimentati in classe e dei risultati ottenuti nonché dalla documentazione cartacea e multimediale di quelle piste di lavoro considerate più significative. Il ruolo delle Funzioni ObiettivoLe funzioni obiettivo oltre a mantenere i contatti con gli esperti stabilendo il numero e le date degli incontri annui sono impegnate a: q Raccogliere e diffondere articoli, riferimenti normativi e bibliografici volti ad una informazione efficace e aggiornata sui temi trattati nei gruppi di studio q Redigere i verbali dei diversi incontri costruendo la memoria dello sviluppo del lavoro q Documentare in modo efficace e fruibile i percorsi didattici sperimentati per la realizzazione dell’Archivio didattico della scuola q Allestire e/o arricchire dei materiali e degli strumenti necessari gli ambienti scolastici (laboratori o aule) in modo da rendere sempre più accogliente e funzionale all’azione didattica lo spazio vissuto quotidianamente dagli alunni a scuola. Il ruolo degli espertiL’elaborazione di curricola verticali dalla scuola dell’Infanzia alla Scuola Media è un’operazione assai complessa che richiede competenze multidisciplinari ed interdisciplinari. La conoscenza della disciplina è indispensabile ma deve essere associata a competenze pedagogiche, psicologiche ed epistemologico- didattiche per individuare i saperi essenziali e tradurli in percorsi didattici operativi esplicitando con chiarezza la metodologia da seguire. Risulta quindi, indispensabile il contributo di ESPERTI della RICERCA DIDATTICA che sappiano stimolare la crescita professionale dei docenti permettendo loro di passare da un ruolo esecutivo di trasmissione dei contenuti ad un ruolo creativo di ricerca. L’esperto all’interno dei singoli dipartimenti non ha il compito di aggiornare sulla disciplina, ma quello di sostenere l’attività di progettazione e sperimentazione curricolare nel suo procedere. L’attività dei Dipartimenti Disciplinari dell’Istituto Comprensivo di Barberino Mugello è esplicitata nel POF di Istituto che gli attribuisce priorità impegnandovi risorse umane e finanziarie. A 3 anni di distanza dalla costituzione del Dipartimento disciplinare di Scienze ben 17 insegnanti dell’istituto ( quasi tutti gli insegnanti di scienze) sono impegnati in questa attività di ricerca e sperimentazione che ormai coinvolge oltre 400 alunni. Questo lavoro coordinato dei docenti assieme al confronto e alla riflessione sulla sperimentazione didattica è il prerequisito fondamentale per la realizzazione di un iter scolastico dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Media senza fratture traumatiche, né noiose ripetitività, dove si realizza concretamente quella continuità progressiva fra ordini di scuola diversi che costruisce nel tempo competenze significative e durature. |
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