Pensare col cuore.
Se lo vogliamo, la pace è
possibile. Bisogna superare
le paure. Non rassegnarsi. Resistere e progettare.
Formarsi. Mettersi in rete. Sviluppare un grande
movimento per il disarmo. Organizzare l'obiezione al
sistema della guerra e alla preparazione delle guerre.
Testimoniare l'ostinazione della pace. Riscoprire,
come scrive Martin Luther King, il potere dell'amore
che accoglie e trasforma i rapporti umani. Scegliere
la forza creativa della nonviolenza.
Insomma, collegare pace, giustizia, democrazia,
fraternità-sonorità, convivialità. E' ben essere, come
Etty Hillesum ad Aushwitz, il "cuore pensante" della
baracca-mondo. Vedere il mondo con gli occhi degli
impoveriti, dei deboli e delle vittime. Vedere gli
altri come fossero i nostri amici e i nostri fratelli,
amici e fratelli della famiglia umana, nostri parenti.
Amarne la vita, i corpi, i volti. La pace che conta è
quella dei volti. Per me la pace è, anzitutto, etica
dei volti. E' forza di liberazione. Per questo motivo,
basandomi sulla mia esperienza, ho scritto il libro
"La nonviolenza dei volti".
Fra i miei ispiratori c'è Tonino Bello, vescovo di
Molfetta e presidente di Pax Christi scomparso nel
1993 dopo la famosa marcia dei cinquecento verso
Sarajevo.
Secondo Tonino Bello, per diventare "valore di popolo"
la nonviolenza deve crescere e presentarsi come "una
scienza articolata e complessa". Essa richiede tempo,
programmi, formazione, sperimentazione.
La difesa dal male è certamente un problema serio.
In un'intervista dell'aprile 1992 Tonino Bello diceva
con determinazione: "Il diritto a difendersi non l'ha
mai contestato nessuno. Tollerare la prepotenza senza
reagire non rientra nella logica del Vangelo.
Arrendersi supinamente dinanzi a un tiranno non è
mai stato un atto meritorio [...]. Non è vero che chi
pratica la nonviolenza rinunci alla difesa. Chi viene
leso nei suoi diritti, ha il dovere di difendersi. Ma
come? Ecco: con tutti i metodi alternativi all'uso
brutale della forza. La ricerca e l'uso di tali metodi
richiedono strategie molto più esigenti di quella,
semplificatoria e rozza, richiesta dalle armi. Ed è
proprio verso la logica della nonviolenza attiva e
della difesa popolare nonviolenta che oggi siamo tutti
chiamati a convertirci".
Tonino Bello ne era così convinto da considerarla la
rielaborazione in termini laici, dell'antico monito
dei profeti: "o convertirsi o morire" e dal concludere
una sua riflessione sull'argomento con l'invocazione
agostiniana: "tardi ti ho conosciuta, o Bellezza tanto
antica e tanto nuova. Tardi ti ho amata!". La verità
amata e cercata da Agostino prende oggi il volto della
nonviolenza.
Forse siamo a un nuovo inizio. Ciò che conta è un
nuovo modo di pensare e di vivere. I semi diffusi dal
popolo della pace sembrano morire ma portano frutto.
Gli alberi più alti nascono da semi e radici. I
germogli fioriscono ma hanno bisogno di essere
sostenuti e curati. Cultura e pedagogia, profezia e
politica possono incontrarsi e fecondarsi
reciprocamente.
Sergio Paronetto
Dell’autore e’ uscito in questi giorni il primo libro "La nonviolenza
dei volti. Forza di liberazione",
Prefazione di Tommaso Valentinetti , Editrice Monti,
Saronno 2004, pagine 297, euro 15.
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