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Al Ministro dell’ Istruzione Giuseppe Fioroni Oggetto: Proposta di costituzione di un gruppo di lavoro sulla riforma L’impatto con le riforme che si sono susseguite dal 2000 ad oggi ha determinato una lunga riflessione sull’identità della scuola di base, secondo una variegata modalità organizzativa che si articola in direzioni didattiche , scuole secondarie di primo grado, istituti comprensivi. Senza dubbio il comprensivo ha risentito delle vicende politiche in maniera maggiore rispetto alle altre scuole per la sua struttura verticale che comprende tre ordini di scuola diversi , ciascuno con un proprio progetto educativo che e’ stato continuamente rielaborato in base agli indirizzi psico-pedagogici e alle richieste formative degli alunni Questo ha portato a una continua rivisitazione organizzativa ,didattica e programmatica degli istituti alla ricerca di soluzioni fattibili secondo l’orientamento delle indicazioni ministeriali Tuttavia a conclusione dell’anno scolastico, con una riforma sperimentata parzialmente e in modo disomogeneo da zona a zona , con un nuovo progetto di governo tutto da studiare, con nuovi impulsi dettati dai movimenti pro abrogazione della legge Moratti, la scuola non riesce, o non sempre riesce, a trovare un senso, un significato sulle proprie finalità , sulla propria organizzazione, sul proprio mandato , sui saperi capaci di collegare le esperienze di vita dei giovani con i contenuti dell’insegnamento . Appare necessario individuare il cammino che ci attende nel prossimo futuro e ci sembra giusto che alcune indicazioni ci vengano fornite in modo chiaro dal Ministero anche a seguito di risultati a cui potrebbe pervenire un gruppo di lavoro nazionale di urgente costituzione Commissioni, gruppi di lavoro, tavolo di concertazione sono attività frequenti in momenti di passaggio allorchè e’ necessario raggiungere accordi condivisi; ricordiamo recentemente le esperienze pregresse della Commissione dei saggi sulla riforma dei cicli e il Gruppo ristretto nominato dal Ministro dell’istruzione nel luglio 2001 allo scopo “di svolgere una complessiva riflessione sull’intero sistema di istruzione e, nel contempo, di fornire concreti riscontri per un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici….” Ci sembrerebbe utile avere una stessa opportunità democratica oggi e pertanto proponiamo quanto segue: nominare un gruppo di lavoro composto da rappresentanze sindacali, associazioni professionali,disciplinari, enti locali, reti telematiche che gestiscono strumenti virtuali di informazione e discussione Lo scopo del gruppo si potrebbe sintetizzare con l’avanzamento di proposte adatte a dissipare le ombre e la confusione che regna in alcuni ambiti.Sembra necessario creare un nuovo patto formativo che abbia il consenso di ampi strati di popolazione , ristabilire un clima di fiducia verso l’istituzione scolastica, realizzare , diffondere buone pratiche già sperimentate in varie parti di Italia , pensare ad un sistema policentrico costituito da regioni, province, comuni,stato, scuole autonome Temi :tutti quelli collegati alle riforme della scuola che in questi decenni hanno coinvolto in una sperimentazione continua vari segmenti di scuola Tempi : avvio immediato così da garantire un sereno inizio del prossimo anno scolastico Marisa Bracaloni
Suggerimenti e proposte Sono convintissimo che una sana pluralità di idee, specialmente quando si tratta di parlare di Scuola, di Cultura, o di Giovani affacciati alla vita, sia quantomeno giusta e auspicabile. Trovo quindi questa proposta estremamente calzante, specialmente se riferita al periodo che stiamo vivendo. A patto che non diventi una rincorsa ad affermare un’ideologia politica, o di “pensiero fortemente orientato”, o, ancora peggio, di autoaffermazione individuale. Credo (e sarò certamente ingenuo in questo) che, quando guardiamo in faccia a nostro figlio o a nostra figlia, non ci chiederemo mai di che corrente siamo, o a quale ideologia politica apparteniamo. Se la scuola che frequenta sia di destra, di centro o di sinistra. Facciamo i genitori semplicemente perché crediamo nei valori in cui crediamo, o perché sappiamo esattamente ciò che in quel momento necessita alla nostra prole, ciò che è bene, e ciò che è male, ciò che ci è mancato, ciò che ci ha limitato, ciò che non ci ha pienamente realizzati (e non è detto, purtroppo, che abbiamo sempre ragione, e che ciò che pensiamo calzi a pennello con il pensiero dei nostri figli). Auspico che lo stesso atteggiamento debbano avere i legislatori, i riformatori, coloro che propongono una trasformazione o un elemento riformatore verso la Scuola e i suoi curricula. Quindi: ben venga questa proposta, a patto che non ci si metta a discutere se il termine Unità di apprendimento sia adeguato, se il vocabolo sia da cambiare con un altro che appaia più giusto o se la parola portfolio appartenga più al termine anglosassone o a quello del dialetto emiliano – romagnolo, e si voglia nuovamente trasformare i termini, in nome di una ideologia contraria alla precedente… Credo che noi insegnanti ci siamo stufati di cambiare continuamente termini… anche perché, con più cambiano, paradossalmente, più la gente rinuncia ad aggiornarsi. Per esempio: si è parlato per tanto tempo con questa riforma di ologramma, olismo, ma qual è quell’insegnante che si è letto il testo di Morin? Ed è un peccato, perché, per quanto ovvio possa sembrare a chi lo legge, quel pensiero è alla base della Riforma Moratti. Se qualcuno lo ha pensato (questo pensiero riformista), è segno che è stato un segno dei tempi. A prescindere se era dell’area Berlusconi, Prodi, o… se era più appartenente a un linguista purista come un Beccaria, o a un liberatore della lingua come Dario Fo, o… Ora che qualcuno lo ha acquisito, lo ha elaborato, ci ha studiato sopra, ne è entrato in possesso, lo ha fortemente sperimentato, magari ci ha anche creduto… beh! mettiamoci una mano su… non so dove, e tiriamo innanzi. Proponiamo con forza ciò a cui crederemmo di credere per i nostri figli, forti del mestiere, della cultura didattica e della professionalità che abbiamo, forti della nostra cultura e di quella che vorremmo avesse la nostra prole per creare un mondo, una società e un modo di vivere migliore, in modo concreto ma divertente, ancorato alla realtà ma al contempo creativo, guardando, e non solo di tanto in tanto, anche al passato.
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