|
|
CRESCERE IN MONTAGNA… UNA SFIDA PER IL FUTURO
Se dovessi associare Sestino, piccolo paese dell’Appennino centrale, ad alcune parole, io sceglierei: sasso, pietra, praterie, transumanza, fierezza, coraggio. Sestino e’ una comunità profondamente attaccata alla sua storia e decisa a salvare le proprie radici, ritenendo che salvare le proprie tradizioni sia un diritto di ogni bambino. Perciò da anni il paese e’ impegnato a rivalutare le proprie risorse ambientali e culturali e a controbattere i disagi dell’ambiente di montagna. Ambiente, senza dubbio, suggestivo, con gli strapiombi improvvisi delle colline, le tormentate e scoscese ripe, il susseguirsi di valli e crinali,con il verde dei prati che si perde a vista d’occhio, i fitti boschi profumati di tartufo e funghi, il magico silenzio interrotto dallo scorrere dell’acqua fresca del ruscello, la rude pietra delle case che si associa alla ricchezza dei reperti archeologici. Un piccolo scrigno prezioso che comunque purtroppo possiede le difficoltà tipiche della montagna e che , nonostante il lavoro dell’uomo, che collega e fortifica gli insediamenti , continua a creare problemi per il lavoro e la scuola Per questo motivo nasce una proposta : quella di chiedere e costituire ( secondo le nostre possibilità) una rete per le small schools, piccole scuole di piccoli comuni che hanno il compito di formare i giovani senza staccarli dal loro ambiente La proposta e’ di promuovere in ogni modo collegamenti, in particolar modo telematici, affinché si sviluppi una rete che unisca anche i paesi e le scuole più sperdute e disagiate della penisola Promuoviamo anche una iniziativa quella di raccontare esperienze di vita scolastica nelle scuole di montagna: quali svantaggi , quali difficoltà e invece quali opportunità ha dato l’ avere le proprie radici su questi monti? Vogliamo far nascere nuovo entusiasmo per le cose minute , che possiamo trovare senza cercarle affannosamente: la solidarietà di un piccolo paese,l’aria pura di montagna,il calore della legna che brucia,un cielo chiaro…il verdeggiare degli alberi…essere attivi senza l’agitazione della vita frenetica della grande città…avere la propria scuola integrata nel proprio ambiente di vita Domandarci ancora: cosa fare affinché ogni bambino senta il suo paese come luogo dove si vive bene Rubrica Verticale che Passione “Opportunità e sviluppo della
interazione scuola - territorio”* Ringrazio del gradito invito che mi ha dato l’opportunità di ritrovarmi in questo scenario suggestivo a riflettere su tanti temi importanti legati agli istituti comprensivi Colgo l’occasione del convegno per informare che curo una rubrica telematica ( indirizzo www.edscuola.com ) chiamata “Verticale che passione” dedicata agli istituti comprensivi ; tra l’altro nella sezione che raccoglie i documenti c’e’ uno spazio dedicato a Sestino e alle piccole scuole Mi auguro che anche quest’anno possa nascere una iniziativa importante come accadde lo scorso anno a proposito del comma per i comprensivi (si chiedeva al legislatore un comma per legittimare l’esistenza delle scuole verticali, che sembravano dimenticate dalla riforma scolastica) Mi sento partecipe e particolarmente interessata alle tematiche affrontate nel convegno anche perchè lavoro in un comprensivo e quindi ne vivo doppiamente le problematiche . Il comprensivo e’ un’istituzione che sta cercando una piena valorizzazione delle proprie potenzialita’, senza pero’dimenticare la presenza dei rischi che possono incorrere nella sua struttura verticale Per questo motivo vorrei fare alcune riflessioni su un tema che ritengo particolarmente importante per i comprensivi e per questo convegno: “Le opportunita’ e gli sviluppi del rapporto Scuola e Territorio” . Al riguardo vorrei esordire con una domanda : cosa e’ cambiato nel rapporto scuola e territorio? Quali prospettive ci riserva il futuro? 1 a) Un cenno alla storia della relazione scuola-territorio Durante un lungo periodo in cui si e’ posta l’attenzione sul rapporto conflittuale tra la scuola e il territorio( territorio inteso non solo come luogo fisico, ma anche come ambiente emotivo e sociale) le agenzie che su tale territorio operavano sono diventate soggetti attivi che collaborano e producono cultura e formazione ; soggetti che non solo offrono opportunità di supportare i contenuti disciplinari dei programmi scolastici, ma producono essi stessi progetti culturali interessanti e quindi sono sempre più legati alla crescita evolutiva dei giovani Nel passato l’attenzione era volta a risolvere le conseguenze prodotte da un ambiente deprivato culturalmente e condizionante. In particolar modo l’interesse era volto a sopperire alcuni gravi problemi derivati da un ambiente culturalmente povero, oppure ostile per la sua collocazione geografica. La ricerca dagli anni settanta era tesa a individuare le lacune prodotte da un ambiente che poteva creare nei bambini disagio e dispersione Il sapere essenzialmente era affidato alla scuola che si arrogava il diritto -dovere di trasmettere contenuti, a volte anche lontani dalla realtà in cui era immerso il bambino. Si comprese però che l’idea di trasmettere agli alunni quanti più contenuti possibili appariva inutile e anche dannoso, per cui con il passare del tempo si fece largo l’idea che era meglio tirare fuori “teste ben fatte” anziché “teste ben piene” Oltre questa considerazione , nacquero altre tesi che si possono cosi sintetizzare in questi ambiti: - sociale: ogni territorio ha una sua cultura locale e delle vocazioni produttive legate alla sua configurazione naturale. Per tale motivo l’ambiente può costituire una risorsa per acquisire competenze, e comunque il bambino trae interesse e motivazione ad apprendere dal contesto in cui si trova - politico:la legge sull’autonomia scolastica ha valorizzato il territorio,la sua emanazione ha dato una spinta propulsiva verso l’extra scuola, suggerendo protocolli d’intesa con gli enti e collegamenti in rete tra istituzioni - cognitivo:l’innovazione tecnologica e quella informatica diffondono enormi quantità di informazioni e trasmettono una moltiplicazione dei saperi che necessitano collegamenti e sintesi, attività questa che potrebbe essere svolta dalla scuola Per concludere nacque l’idea che la scuola e il territorio erano luoghi di vita e non solo di apprendimento Una rivoluzione! Territorio non e’ più visto come elemento da correggere ; Enti e Associazioni non sono più visti come controparte, ma come fonti di opportunità e di stimolo, un supporto quindi per la conoscenza e la formazione Nasce poco alla volta la convinzione che il territorio sia una struttura educante “Per educare un bambino ci vuole un villaggio”e’ il titolo significativo di un progetto promosso nel Friuli, il cui testo si trova tra i materiali della rubrica citata prima. Si diffondono ovunque tante iniziative riguardanti varie attività: dal patto pedagogico tra scuola e Comune, alla progettazione integrata, alla recente iniziativa del settembre pedagogico, alle attività promosse dalle Associazioni e il Volontariato. Il territorio diventa una “costellazione “ che ruota intorno ai bambini e alle bambine Tutto ciò è supportato da teorie pedagogiche che suggeriscono di guardare, oltre la scuola ,all’ambiente con un approccio nuovo: ricordiamo l’attivismo del De Bartolomeis, l’autoeducazione di Bruner, Frabboni che suggerisce aule decentrate e laboratori, l’ambiente come libro di lettura. Lucine Lefebre afferma che il fanciullo che studia il suo ambiente si fa volta a volta naturalista,fisico,geografo,storico, matematico,critico d’arte, disegnatore ecce. Se vuole riprodurre gli aspetti di questo ambiente diventa volta a volta scrittore,ingegnere,disegnatore,musicista,scultore,aggiustatore.Lo studio dell’ambiente e’ insieme tutto questo, sviluppa tutte le forme dell’intelligenza Operando nel contesto ambientale c’e movimento ,esplorazione ,contatto attivo con le cose Prospettive e speranze I Comprensivi sono dotati di flessibilità , di integrazione e si vanno strutturando come strutture polifunzionali con servizi aperti al territorio- Hanno una visione lunga del sapere; e quindi hanno tutti i requisiti per usufruire di questa continuità orizzontale in una visione unitaria, anche se tuttora emergono segni di disagio che preoccupano Solo alcuni giorni fa un insegnante della scuola media (durante un dibattito sulla proposta dello stato giuridico dei docenti)ha raccontato l’impatto tramautizzante avuto nei comprensivi , il difficile adattarsi a questa nuova realtà, sostenendo che la scuola media ha esigenze particolari , diverse dagli altri ordini di scuola Io vorrei che qualcuno mi dicesse la sua opinione su questa affermazione ,perchè lavorando ci si accorge invece che i problemi sono simili , tenendo di conto dello sviluppo longitudinale e delle diverse metodologie legate al passaggio infanzia-fanciulezza - adolescenza che comporta , e’ vero , problematiche e soluzioni diverse, ma questo non vuol dire che non si possa lavorare per mete comuni in base all’unicità dell’essere umano e agli obiettivi comuni che danno senso al nostro lavoro E’condivisa l’idea che le condizioni per migliorare la qualità sono la circolarità di idee,l’aiuto reciproco,il confronto. Può essere utile ricorrere alla metafora dell’altalena:l’immagine dell’altalena e del suo continuo oscillare rispecchia il movimento dei nostri sentimenti,dello stato d’animo,delle tensioni,delle emozioni,della inadeguatezza di noi che , comunque rimaniamo sempre saldamente fissati sul terreno Per concludere due aspirazioni :scuola e territorio possono davvero preparare il terreno all’auto apprendimento e all’educazione permanente e allo sviluppo dei talenti, cioe’ di tutte le intelligenze e non solo di quella cognitiva Aspetti determinanti per viaggiare nel terzo millennio
Convegno >> Scuole di qualità<< Istituto Comprensivo di Sestino- Badia Tedalda (Arezzo) *** *** *** *** *** Sabato 21 maggio – Sestino - Teatro “G.Verdi”
Ore 9,30 - Inizio lavori
Presiede Professor Mario Di Rienzo, Direttore riviste “La Vita Scolastica” e “Scuola per l’infanzia”
Saluti:
· Fabrizio Gai, Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Sestino e Badia Tedalda
· Giancarlo Renzi, Sindaco del Comune di Sestino
· Alberto Santucci, Sindaco del Comune di Badia Tedalda
Relatori:
· Marisa Bracaloni, Coordinatrice Comprensivi sito internet Edscuola
· Andrea Toma, Fondazione CENSIS
· Giancarlo Cerini, Ispettore Scolastico Emilia Romagna
· Mariangela Giusti, Università degli Studi di Milano—Bicocca
· Giancarlo Giurlani, Presidente UNCEM Toscana
· Cesare Angotti, Direttore Generale Ufficio Scolastico regionale per la Toscana
· Gianfranco Simoncini, Assessore Regione Toscana
Ore 13,30 - Buffet Ore 15,30 - Ripresa dei lavori
· Rappresentante del Ministero dell’Istruzione
· Emanuela Caroti, Assessore Provincia di Arezzo
· Maddalena Senesi, Presidente Comunità Montana Valtiberina Toscana
· Rappresentanti degli Istituti Comprensivi partecipanti
Partecipano ai lavori:
· Rappresentanti sindacali
~~~~
Ore 17,00—Consegna del Premio “Scuola di Qualità”
Conclusioni
· Anselmo Grotti—Presidente Commissione Premio Qualità
BANDO DI CONCORSO Premio “SCUOLA DI QUALITA’” ESPERIENZE ORGANIZZATIVE E DIDATTICHE IN VERTICALE
L’idea di un Premio Qualità per insegnanti che hanno realizzato Progetti è nata in seno all’Istituto Comprensivo di Sestino e Badia Tedalda qualche anno fa, quando, lavorando per la salvaguardia del nostro istituto che rischiava l’accorpamento per motivi quasi prettamente demografici, chiamammo a consiglio, in montagna, un pool di esperti del mondo della scuola, del settore amministrativo, del mondo accademico, politico e letterario, degli enti locali. Ci trovammo in quella occasione tutti d’accordo: molto era ancora da fare (in primo luogo stava forse al legislatore accorgersi della straordinaria vitalità del fenomeno degli istituti comprensivi in Italia), ma già molto si stava facendo, a livello dei singoli istituti o addirittura per iniziativa di un numero ristretto di docenti; mancava forse un po’ di visibilità e rendere i progetti in continuità partecipi agli altri. Così, con la preziosa collaborazione del C.S.A. di Arezzo, varammo il Premio sperando di rendere utile l’iniziativa per quanti nella scuola si danno e non tengono sempre in conto ciò che ricevono. Se è vero che gli istituti comprensivi (oggi siamo al 42% degli istituti scolastici che hanno scelto la forma comprensiva) in parte devono la loro genesi ad una sorta di “opportunismo energetico”, ovvero finanziario, inteso anche come gesto compulsivo di mantenimento di taluni servizi là dove le piccole comunità stentano a mantenersi tali e che caparbiamente ne rivendicano il diritto di possesso, è tuttavia innegabile che il dinamismo e l’innovazione che essi hanno portato andrebbero tenuti in debita considerazione, e tra le altre cose molti progetti lo dimostrano, soprattutto nella fase odierna nella quale la scuola è in cerca di certezze, realtà, riforme. Il valore aggiunto della formula comprensiva è senza dubbio la nascita, all’interno dell’istituto che da un giorno all’altro si ritrova serrato in una continuità burocratica, di un pensiero forte, nuovo, intrigante che pone il bambino/alunno all’interno di un contesto variegato ma allo stesso tempo unitario, diversificato ma al tempo stesso interconnesso: quale genitore può non valutare positivamente che il proprio figlio viene preso in consegna non per tre né per cinque anni, ma si va ben oltre, senza cambiare fisionomia, e senza quei salti di plesso e di ordine che spesso lasciano sul campo vittime innocenti (magari vittime di incomprensioni, diversità di metodo di lavoro, diversità di valutazione)? Continuità, verticalità, orizzontalità: sfaccettature di una realtà scolastica che pone al centro il bambino, in maniera totale, aperta, nel suo divenire talvolta lineare, talaltra spigoloso. Ma le scuole, viene da pensare, sono in grado di cogliere tale vantaggiosa prospettiva? Hanno gli strumenti organizzativi, finanziari, di flessibilità necessari per raggiungere l’obiettivo? Basta entrare in qualsiasi istituto comprensivo, crediamo, per trovarci di fronte ad innumerevoli contrasti, lacerazioni, circonvoluzioni di pensiero che gira e rigira pongono al centro sempre le stesse questioni e la continuità resta quasi sempre sullo sfondo: una chimera, un miraggio, un sogno. Crediamo, con questo Premio Qualità di puntare decisi su quel “quasi sempre”, che ci conforta e ci fa spendere una parola in più per capire, confrontare ed acquisire le proposte migliori, le sperimentazioni, i progetti e le idee che comunque, grazie alla grande vitalità degli insegnanti e dei dirigenti a volte riescono a portare luce e a farci capire che rinnovare la scuola si può, basta avere la pazienza di chi si mette all’ascolto e accetta, senza condizioni, il contributo di tutti. E’ difficile trovare un istituto comprensivo dove si possa accertare che la continuità, sia verticale che orizzontale, non abbia cozzato con qualche muro divisorio apparentemente insuperabile, tuttavia è altrettanto difficile trovare una scuola dove non vi siano esempi di lavoro in continuità che tengono conto dell’unitarietà di intenti tra discipline, classi, plessi. E’ a quegli insegnanti che si sono impegnati ed hanno realizzato progetti con queste impostazioni che noi ci rivolgiamo, per capire, riconoscere, confrontare e, tutti assieme, crescere per una scuola migliore che sia, in tutti i sensi, un po’ più “comprensiva”.
BANDO DI CONCORSO PREMIO “SCUOLA DI QUALITA’' per esperienze didattiche e formative in orizzontale
Art. 1 FINALITA’ DEL CONCORSO L’Istituto Comprensivo di Sestino e di Badia Tedalda “L.Voluseno” nel promuovere il presente concorso si propone le seguenti finalità: · Stimolare e valorizzare progetti educativo-didattici realizzati in continuità verticale e/o orizzontale ed interdisciplinari · Rendere fruibili materiali che evidenzino come le esperienze in continuità verticale e/o orizzontale siano particolarmente formative per gli alunni e trovino negli Istituti Comprensivi una struttura organizzativa ideale. · Riscoprire e diffondere esperienze scolastiche di particolare riguardo.
Art.2 TEMI Il concorso prevede le seguenti sezioni tematiche:
A- Scuola —territorio(indirizzo storico-socio-culturale) B- Scuola ambiente(indirizzo naturalistico) C- Scuola-società(indirizzo interculturale).
Art.3 TERMINI E MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE La partecipazione al concorso è aperta a dirigenti scolastici e insegnanti della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria di Primo e Secondo grado che abbiano realizzato progetti relativi al tema ambiente-scuola- territorio sviluppati in continuità. Potranno partecipare tutti gli Istituti Comprensivi delle Regioni Toscana.Umbria, Emilia Romagna, Liguria e Marche. Viene lasciata la più ampia libertà riguardo al tipo di supporto e alle tecniche di realizzazione degli elaborati che debbono essere accompagnati da una scheda riassuntiva(vedi allegato) da produrre su floppy o CD-ROM Gli elaborati dovranno pervenire entro e non oltre il 18 MAGGIO 2005.
Art.4 UTILIZZO DEI PROGETTI Tutti gli elaborati saranno messi a disposizione per un’eventuale pubblicazione su siti internet specialistici e presso case editrici e riviste del settore.
Art.5 PREMI e RICONOSCIMENTI La Commissione esaminatrice sarà composta dal Dirigente Scolastico dell’ Istituto Comprensivo “L.Voluseno” e dai componenti del Comitato scientifico del premio. Verranno rilasciati attestati a tutti gli Istituti partecipanti. Verranno premiati con targa di riconoscimento i tre progetti ritenuti più significativi(uno per ciascuna area). Le premiazioni avverranno nella giornata conclusiva del 21 maggio 2005. Per inviare il materiale e per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria amministrativa dell’ Istituto Comprensivo “L.Voluseno”,Viale dei Tigli 7,52038 Sestino Tel 0575/772604,tel.e fax 0575/772760,e-mail voluseno@inwind.it , oppure al Referente Ins. Marco Renzi: Cell. 335 6971607 – email: r.marco67@tiscali.it |
La pagina
- Educazione&Scuola©