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Sotto alle Due Torri non ci sono più bolognesi… nel futuro chi tiferà per i “rossoblu”?
Torno a scrivere del “Bologna FC 1909” dopo molti mesi di assenza, perché impegni professionali mi hanno tenuto lontano dalla squadra del cuore; la formazione rossoblu nel frattempo sta soffrendo nel purgatorio della categoria cadetta, ma in compenso ha trovato un nuovo “padrone”, nel quale tutta la tifoseria petroniana spera per una prossima “resurrezione”. Negli ultimi mesi ho cambiato sede di lavoro: da responsabile di una scuola di montagna localizzata ai confini della provincia bolognese, a quattro chilometri dalla Toscana, ora sono dirigente di una Direzione Didattica situata all’ombra della Torre di Maratona. Con viva sorpresa da tifoso felsineo ho dovuto constatare come la tifoseria giovanile sia distribuita nella nostra provincia non come l’immaginavo; la nostra realtà sociale sta cambiando a vista d’occhio e forse non ce ne rendiamo conto. Porto questa piccola testimonianza: nella scuola montana un quarto dei “cinni” tifava per il nostro glorioso Bologna e gli alunni di origine extracomunitaria erano il 22%; entrando in una quarta classe di una Scuola primaria del centro storico di Bologna ho registrato che solo due, su oltre venti alunni, tifavano per la squadra rossoblù. Per cercare di capire la differenza ho immediatamente esaminato la presenza di alunni stranieri: ebbene gli extracomunitari sono oltre il 32%; in poche parole i “cinni”, in altre parole i bambini di famiglia indigena, non ci sono più sotto alle Due Torri. Nella città di Bologna sono sempre meno i bolognesi, mentre crescono le presenze di appartenenti a varie etnie; questo fenomeno ha riflessi sui vari aspetti della vita sociale, a cominciare dalla scuola, ma influisce anche sul mondo dello sport. I giovani alunni della scuola petroniana non sono più di origine bolognese, ma provengono da paesi lontani e quindi per loro “Bologna” e il “Bologna” sono entità ancora da “assimilare”. In queste condizioni l’”evangelizzazione” e la diffusione del “verbo rossoblu”, diventano ancora più difficili; al fine di avvicinare questi giovani alla squadra petroniana servono esperienze di carattere sociale, capaci di metterli a contatto con il “mondo rossoblu”. Non c’è da meravigliarsi se tifano per altre squadre: non può esistere a favore del “Bologna” un’influenza della famiglia, in quanto di origine extracomunitaria; questi giovani, in ogni modo, sono destinati a diventare cittadini bolognesi. Certamente la forza della televisione non li porterà ad amare i gloriosi colori del Bologna; in queste condizioni il lavoro di promozione avviato lo scorso anno nelle scuole acquista maggiore significato. Bisogna partire dalla scuola, proponendo il “Bologna” con nuove modalità; questo lavoro di lunga prospettiva può trovare riscontro solo in una “presidenza societaria forte”. L’avvento alla guida del “Bologna FC 1909” di Alfredo Cazzola, come Presidente CdA e Amministratore Delegato, offre garanzie in questa prospettiva, tenuto anche conto della esperienza maturata col “Motor Show”, manifestazione che ha il grande fulcro nei giovani. Le nuove generazioni tiferanno rossoblu solo con un lavoro meticoloso, perché i “cinni” del presente non respirano più nelle strade e nei cortili della nostra città i “valori rossoblù” che sono stati per quasi un secolo patrimonio della vita vissuta nei negozi, nelle stradine e nei rioni della città di San Petronio.
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