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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

STRATEGIE DI PACE
Riflessioni e Progetti sull'Educazione alla Pace

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LA PREMESSA

In un’ottica di trasformazione culturale nella quale le differenze siano risorse e non motivo di contrasto, riteniamo importante che l'educazione alla pace diventi modalità pedagogica trasversale alle varie discipline.

Educazione alla Pace: non dunque come tentazione intimistica che tende a pacificare le persone interiormente, senza offrire strumenti per agire sulla realtà, ma come capacità di stare nel conflitto e di risolverlo positivamente.

Facilitare la presa di coscienza delle potenzialità creative insite in questa pedagogia: è un primo passo di questo processo educativo, processo che meglio si attiva attraverso esperienze concrete vissute in un piccolo gruppo.

 

Il nostro metodo:

" Aiuta molto di più un educatore che sa autenticamente ascoltare i bambini che cento lezioni sui diritti umani"

(D.Novara)

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GLI STRUMENTI:

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"Educare per la pace"

di Maria Montessori

Non mi hanno mai interessata molto le questioni dell’adulto e perciò non mi sono mai occupata di politica. Ho dedicato la mia vita al bambino; ed è l’amore che sento per questo che mi ha condotto a prendere un profondo interesse alla questione della pace. Quest’interesse è entrato ultimamente in una fase attiva e mi ha condotto ad entrare in comunicazione con altre persone che lottano per questa causa. I miei punti di vista non sono quelli di un critico, ma quelli di uno spettatore ignaro di politica.

Per me che non sono abituata a trattare i problemi che si riferiscono all’umanità adulta la questione della pace mi sembra caotica; ancora più: ho l’impressione che il vero significato della pace sia sconosciuto. Non dico questo come critica né spinta da nessun "anti". Certamente considero contrario all’essenza della parola pace l’antipatia verso una parte qualunque dell’umanità. Un "anti" è sempre il primo passo verso il conflitto. No; volli come psicologo studiare la questione della pace collo stesso spirito con il quale la scienza investiga qualunque altro tema. Mi accostai piena di speranza a scrutare le differenti mentalità che rappresentano le diverse attitudini pacifiste. Mi animava l’ottimismo proprio dell’inesperto, e ricevetti una impressione profonda e sgradevole perché dovunque posavo gli occhi provavo l’assurda sensazione che proprio i mezzi che si impiegavano per promuovere la pace e le anime stesse che si erano votate alla sua causa tendevano ad accelerare la guerra.

Ho assistito a riunioni pacifiste a cui concorrevano persone che venivano da tutte le parti del mondo, con personalità universalmente conosciute come campioni della pace, che si riunivano per mostrare come l’opinione pubblica mondiale propugnava e desiderava la pace. In mezzo a questi si alzò in una certa occasione un uomo che giusto arrivava dal campo di battaglia e che, col pugno in alto, dichiarò che il suo partito stava assicurando la pace in Europa. Nessuno sembrò avvertire la strana contraddizione; al contrario, il pubblico in massa si alzò in piedi per applaudirlo con frenetico entusiasmo. Più tardi lessi che personaggi delle chiese cristiane che in nome di Colui che essendo schiaffeggiato presentava l’altra guancia, dichiaravano che la guerra era necessaria per difendere il Cristianesimo, la pace e la civilizzazione. Questa gente, parlava essa sul serio? Potevano realmente sperare di persuadere il pubblico che essi avevano la pace nel cuore?

Tale fu la mia prima impressione. Però nell’approfondire di più la questione fu ancora maggiore la mia sorpresa nello scoprire che ogni gruppo era sincero nelle sue credenze e nella sua convinzione della ipocrisia degli altri. "Come può pretendere lei di affermare che essi credono quello che professano, mi dicevano alcuni. Non vede che mentre essi predicano la religione cristiana, il perdono, non uccidere e proteggere gli oppressi contro i tiranni, benedicono le armi dei despoti che assassinano gli indifesi?".

"Dio ci comanda di perdonare, mi dicevano altri; ma il fatto sta che questi non sono uomini, sono demoni. Distruggono la morale, sopprimono la famiglia; bruciano le chiese e le immagini del Cristo. No! Sono le orde del male che cercano di soffocare il gregge del Redentore". E se si getta uno sguardo sulle differenti nazioni si vede che non solo i governi, ma i partiti opposti si forniscono dei più terribili mezzi di distruzione, col fine di mantenere la pace nel mondo. "Perché, dicono, se una nazione è armata e l’altra no, la debolezza di quest’ultima sarà una tentazione per la prima".

Oppure:

"Se il nostro partito non guadagna proseliti e non scaglia il colpo a tempo, non sarà possibile trattenere l’onda di anarchia, disordine e distruzione che minaccia di travolgere i pacifici cittadini". Altri dicono invece che se gli amanti della libertà non si uniscono per la pace, il mondo intiero si convertirà in una massa di schiavi soggetta a tutte le umiliazioni e soggetta ad interventi e controlli fino nell’intimità della vita familiare.

Di modo che se andiamo dall’uno all’altro cercando di identificarsi coi punti di vista rispettivi, abbiamo l’impressione che la logica di ciascuno sembra essere la verità limpida e pura. Tutti hanno ragione, e ogni gruppo è perfettamente convinto della giustizia delle sue proprie opinioni e persuaso che per arrivare a una vera pace deve fare o preparare la guerra. Questa fu la impressione che risultò dalla mia ignoranza ed inesperienza. Quello che si chiamava pace sembrava essere un turbine di passioni e di odii; o ciò che è peggio una sorridente acquiescenza che nascondeva la più profonda mancanza di fiducia.

Malgrado la mia inesperienza ed ignoranza non posso fare a meno di ritenere logico il pensiero che la pace non può limitarsi a desideri di genti che hanno differenti opinioni, o ad un periodo di sosta tra due guerre, durante il quale il mostro stanco si riposa per recuperare energie per un nuovo e più terribile sforzo. La pace deve convertirsi in una scienza; in qualche cosa di positivo analizzato in tutti i suoi fattori: e studiato in ciascuno di essi con cura e previsione. Qualche passo è già stato fatto in questo senso: tentativi di accordi politici e lo studio di fattori economici per facilitarli. Però anche qui ho l’impressione che questi sforzi, anche ottenendo un successo, sono soltanto rimedi temporali ed esterni. Sono come la cura di urgenza dei sintomi di una malattia. Ma applicando cure esterne ai sintomi isolati, come il dolor di testa o la impressione di asfissia non si cura la malattia del cuore che li produce; e benché questi rimedi locali si applichino con frequenza, gli infringimenti alla pace si riprodurranno fino a che non sparisca la sua causa centrale.

La pace è un problema essenzialmente umano e il fattore principale di tutti i problemi umani è l’umanità stessa. Perciò la formazione e la preparazione dell’individuo è per la risoluzione del problema della pace più importante che la politica o la economia. La conoscenza dell’anima umana deve occupare il primo posto. Il fatto che malgrado il trascorrere di migliaia di anni di civilizzazione coesistano ancora due tendenze morali, una che condanna l’uccidere, e l’altra che lo esalta, dimostra che l’anima umana non ha realizzato nessun progresso ed è tanto sconosciuta nei suoi fattori psichici come lo era nelle remote età cantate da Omero.

L’umanità deve perciò volgere su se stessa l’interesse che ha mostrato finora sulle cose esterne e che le hanno permesso di fare passi giganteschi nella civilizzazione meccanica, fino al punto di avere superato gli uccelli nel volo e di potersi fare udire pur mormorando al di là dei mari e dei continenti. L’Umanità deve adesso considerare se stessa. La educazione non può più occupare un posto secondario in rapporto coi grandi problemi sociali di oggi. Questo è già stato compreso dalle nazioni totalitarie che utilizzano la scuola per inculcare nell’infanzia e nella gioventù dei rispettivi paesi le idee del proprio regime. Ma l’anima dell’uomo, invece, deve essere studiata dalle sue origini e il suo sviluppo deve essere protetto tanto gelosamente quanto la nazione stessa per la cui difesa si fabbricano da per tutto grande quantità di armamenti.

Desidererei poter offrire per la pace una poderosa organizzazione, ma non ho niente. Solo dispongo della voce del bambino, che lotta per non essere travolto nella voragine delle macchine e nelle spaventevoli forze di una umanità frenetica. Però se questa debole voce arriva a farsi udire, indicherà un nuovo cammino verso la pace; mostrerà la semenza di una nuova umanità o piuttosto della umanità tale come dovrebbe essere, se non fosse stata deviata dai sacri sentieri che Dio le segnò. È il bambino fresco e puro, che, quando glielo abbiamo permesso, ci ha rivelato le leggi della crescenza psichica; e ha dimostrato che non ha necessità di oppressione per diventare un essere disciplinato ed efficace, che potrà condurre i nostri passi verso la pace per un cammino diverso da quello che fu seguito finora; un cammino distinto da quello dell’adulto nel quale perfino negli intenti di perdono predomina un risentimento che impedisce di comprendere il significato della parola Pace.

Il presente contributo è stato pubblicato in Vita dell’Infanzia, dicembre 2001, n. 10.

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I PERCORSO

Primo obiettivo della formazione e' quello della conoscenza di se', delle qualita' e dei difetti, delle potenzialita' e dei limiti, della propria forza e della fragilita', della valorizzazione di ognuno/ognuna per quello che e', il che comporta un rafforzamento della propria identita' e una crescita dell'autostima

 

SETTE MODI PER "SBOCCIARE"

di T. Ammistrong

COME SCOPRIRE LO STILE PERSONALE DI APPRENDIMENTO DI VOSTRO FIGLIO

A scacchi Peter riesce a battere qualunque rivale. Sally trascorre il suo tempo libero ascoltando musica lirica ed è una superatleta. Frank diverte i suoi compagni con interminabili storie di avventura. Ann ama disegnare e dipingere. A scuola June non fa che organizzare feste e comitati. David trascorre il tempo a casa, da solo, a programmare iniziative commerciali.
Tutti questi bambini sono eccezionalmente intelligenti, sebbene un tipico QI potrebbe anche non indicarlo. Ognuno di essi manifesta una particolare forza in uno dei sette tipi di intelligenza – logico-matematica, musicale, corporeo-cinestetica, linguistica, spaziale, interpersonale e intrapersonale – descritti da Howard Gardner, psicologo presso l’Università di Harvard. Ernest Boyer, della Fondazione Carnegie per l’Avanzamento Pedagogico, ha definito questo nuovo modello di intelligenza il lavoro più entusiasmante che sia mai stato compiuto nel campo dell’insegnamento. La teoria di Gardner sulle intelligenze multiple fornisce una base solida su cui identificare e sviluppare una vasta gamma di abilità del bambino.
Gardner afferma che quando si tratta di decidere chi è culturalmente più brillante, la nostra società parla soltanto di due o tre dei sette tipi di intelligenza. Proviamo ammirazione per chi ha buone capacità linguistiche perché sa leggere e scrivere bene, per chi possiede buone capacità logiche perché ragiona in modo chiaro e conciso, per il rigoroso individualista con la sua forte intelligenza intrapersonale. Esistono, tuttavia, altre forme di intelligenza altrettanto valide. Che dire di coloro che sanno cantare o ballare? Oppure di coloro che sanno dipingere, disegnare, recitare, scolpire, inventare e progettare? E quegli individui che sono grandi leader e hanno una buona intuizione? Nei dibattiti sull’intelligenza superiore questi discenti musicali, corporeo-cinestetici, spaziali e interpersonali vengono spesso trascurati.
Tale indifferenza culturale si riversa in classe. Le nostre scuole elogiano soprattutto le abilità linguistiche e logico-matematiche, quindi i bambini che hanno talento in queste discipline normalmente vanno bene a scuola, ma quelli con scarse capacità verbali o logiche di solito falliscono, anche se sono particolarmente dotati in una o più delle altre principali intelligenze. Il modello di Gardner ci fornisce un quadro completo delle potenzialità del discente, affinché tutte queste abilità ignorate siano esaltate e sviluppate.

Oltre il discente "destro-encefalico"

La teoria delle intelligenze multiple non è certamente il primo modello a essere stato elaborato sulle abilità umane. Per anni si è cercato di inventare modi per descrivere e misurare i livelli di intelligenza: tutti i livelli, dalla stupidità alla genialità. Ma ciò che rende encomiabile il tentativo di Gardner è che egli poggia il suo modello su una solida base di ricerca neurologica, test psicologici, esperimenti con animali, attività evolutive con i bambini, relazioni descrittive di abilità eccezionali, e studi interdisciplinari.
Il modello di Gardner, per esempio, rappresenta un notevole passo avanti rispetto al concetto, ormai superato nella ricerca neurologica, dell’emisfero destro e dell’emisfero sinistro. Negli anni Settanta, psicologi e pedagogisti ci dicevano che l’emisfero sinistro controllava le abilità logiche, sequenziali e verbali, mentre quello destro era responsabile delle capacità creative, olistiche e spaziali. Sebbene queste osservazioni contengano un fondo di verità, oggi sappiamo che il funzionamento neurologico (non voglio essere ironico) è qualcosa di molto più involuto. Non esiste un "discente destro-encefalo" a meno che non si tratti di qualcuno a cui sia stato rimosso l’emisfero sinistro! Noi usiamo sempre entrambi gli emisferi del cervello, poiché essi interagiscono secondo modalità complesse e con altre strutture del cervello.
Gardner afferma che i sette tipi di intelligenza sono localizzati in parti diverse del cervello. Per molti, l’intelligenza linguistica sembra risiedere nella parte sinistra. Da più di un secolo gli scienziati conoscono la zona di Broca, una sezione dell’emisfero sinistro che, se danneggiata, compromette gravemente le abilità locutorie. L’abilità spaziale e musicale sembra essere collegata alla parte destra del cervello. L’intelligenza logico-matematica coinvolge entrambe le parti, quella sinistra ricorda i simboli matematici (+, x, =, ecc.), mentre quella destra si occupa dei concetti. L’intelligenza corporeo-cinestetica comprende un buon numero di strutture del cervello, fra cui i gangli fondamentali e il cervelletto. Le intelligenze personali sono molto più complesse. Si pensa che coinvolgano i lobi pre-frontali del cervello – i quali, se danneggiati, compromettono la capacità del soggetto di essere responsabile di un altro individuo – mentre le lesioni di altre parti del cervello possono portare alla perdita di interesse per la propria persona.
Anche questa mappa neurologica è semplice ma deviante. Esistono tante eccezioni a queste regole base. Mentre le abilità musicali possono essere localizzate nella parte destra del cervello, le persone preparate musicalmente tendono a elaborare la melodia nella parte sinistra del cervello man mano che cresce la loro abilità di leggere la musica. La capacità locutoria è una funzione che appartiene prettamente all’emisfero sinistro, ma se una persona canta le parole, più che pronunciarle, la sua capacità locutoria si sposta nella parte sinistra del cervello.
Parti diverse del cervello co-operano mutualmente in molti altri modi, e ciò suggerisce che, se separati, anche i sette tipi di intelligenza impiegano molto tempo per interagire.

La cultura definisce chi è "ritardato"

Mentre la nostra società incoraggia le abilità linguistiche, logico-matematiche e intrapersonali, altre culture danno grande rilievo alle sette diverse intelligenze. Nella società Anang della Nigeria, per esempio, l’intelligenza musicale e quella corporeo-cinestetica sono altamente sviluppate. All’età di cinque anni, i bambini di questa società sanno cantare centinaia di canzoni, suonare numerosi strumenti a percussione, ed esibirsi in decine di danze complesse. Nelle culture eschimesi, l’intelligenza spaziale è una qualità superiore perché gli eschimesi attribuiscono un alto grado di sopravvivenza alla capacità di individuare sottili differenze sulle superfici innevate o ghiacciate. Preferiscono non essere sulla parte sbagliata della lastra di ghiaccio che affonda nell’acqua! Nei test di attitudine spaziale, il 60 per cento dei bambini eschimesi raggiunge lo stesso risultato del 10 per cento dei migliori bambini americani. In alcune culture delle Isole dei Mari del Sud, l’abilità di costruire e governare una canoa, e di saper navigare seguendo le stelle – il che richiede una intelligenza corporeo-cinestetica e spaziale superiore – è molto importante. In breve, molte culture non occidentali possiedono una intelligenza interpersonale altamente evoluta, ma la famiglia e i legami tribali sono così dominanti da non favorire lo sviluppo dell’identità individuale.
Una persona molto istruita della nostra cultura, con una intelligenza linguistica e logico-matematica superiore, potrebbe essere a notevole disagio in una società delle Isole dei Mari del Sud. Senza una buona abilità spaziale o corporeo-cinestetica, il loro "genio" sarebbe inutile e potrebbero anche essere definiti "ritardati nella navigazione".
Mi viene in mente un antico racconto su un maestro di scuola che aveva pagato un vecchio traghettatore affinché lo portasse dall’altra parte del fiume in una piccola imbarcazione. L’erudito chiese al vecchio se l’attraversamento sarebbe stato difficile. "Io ne so niente", replicò il vecchio. L’intellettuale, notando la scarsa grammatica del traghettatore, gli chiese: "Non sei mai stato a scuola?". "No", disse il vecchio marinaio. "Allora metà della tua vita è stata sprecata", replicò il maestro di scuola. Il vecchio tacque e cominciò il viaggio. Circa a metà strada si scatenò un violento temporale e la barca cominciò a ondeggiare. L’irritabile marinaio si rivolse all’erudito e gli chiese se sapesse nuotare. Il maestro disse di no e il vecchio replicò: "In questo caso, tutta la tua vita è stata sprecata perché stiamo affondando!".
Questa storia insegna che un’abilità in un contesto è una vera incapacità in un altro. D’altro canto, un bambino etichettato dalla nostra cultura come dislessico, ipercinetico, o ritardato nell’apprendimento potrebbe eccellere in un’altra cultura. Norman Geschwind, neurologo dell’Università di Harvard, ha detto:

Ci capita di vivere in una società in cui il bambino che esita nell’apprendimento della lettura è in difficoltà. Ma tutti abbiamo visto bambini dislessici che disegnano meglio di quelli che sanno controllare la lettura, e che hanno capacità visivo-percettive o visivo-motorie superiori. Il mio sospetto è che in una società incolta questo bambino avrebbe una difficoltà minima e potrebbe in realtà fare meglio grazie alle sue doti visivo-percettive, mentre molti di noi che non hanno problemi potrebbero ottenere scarsi risultati in una società in cui una gamma diversa di talenti sarebbe necessaria per avere successo. Acquisteremo una nuova categoria di lievi lesionati mentali man mano che le richieste di una società mutano?

Il modello di Gardner offre un nuovo modo di comprendere la persona nel suo complesso – compresi i punti di forza e le debolezze – senza relegarla per sempre alla condizione di "discente ritardato". La cosa più importante è che ognuno di noi abbia la possibilità di brillare in un’area specifica della propria esistenza. Ciò rende l’approccio di Gardner uno strumento meraviglioso per descrivere le abilità dei bambini classificati o trascurati dalla scuola nel suo frettoloso tentativo di educare secondo una definizione restrittiva di "competenza".

Come scoprire lo stile personale di apprendimento del vostro bambino

Ognuno possiede tutti i sette tipi di intelligenza in proporzioni diverse. Il vostro bambino può essere un grande lettore ma un insufficiente studente in matematica, un formidabile disegnatore ma un goffo giocatore sul campo. I bambini possono anche mostrare una vasta gamma di punti di forza e debolezze all’interno della stessa area di intelligenza. Il vostro bambino può scrivere molto bene ma avere difficoltà nell’ortografia e nella grafia, leggere molto male ma essere un ottimo narratore, giocare un’eccellente partita a pallacanestro ma incespicare sulla pedana da ballo.
Leggendo le descrizioni che seguono di ogni tipo di intelligenza, resistete alla tentazione di categorizzarlo in uno di essi, poiché il vostro bambino è molto più complesso. Lo ritroverete descritto in più sezioni. Prendete di queste descrizioni ciò che sembra più adattarsi a lui e aggiungete altre doti o debolezze osservate nelle sette diverse intelligenze. La somma di tutto costituisce lo stile personale di apprendimento del vostro bambino.

L’intelligenza linguistica

I bambini dotati di abilità linguistiche hanno capacità uditive altamente sviluppate e si divertono a giocare con i suoni del linguaggio. Spesso pensano con le parole. Hanno la testa assiduamente infilata in un libro, oppure sono occupati a scrivere una storia o una poesia. Sebbene non si divertono a leggere o scrivere, possono essere dei narratori di talento. Amano spesso giochi di parole e possono avere una buona memoria per la poesia, le canzoni e i particolari. Possono voler diventare scrittori, segretarie, redattori, esperti in scienze sociali, insegnanti di materie letterarie, o politici. Imparano al meglio con la verbalizzazione e con l’ascolto e la memorizzazione visiva delle parole. I bambini linguisticamente dotati:

• amano scrivere;
• inventano racconti esagerati e raccontano barzellette e storie;
• hanno una buona memoria per i nomi, i luoghi, le date, e le facezie;
• amano leggere libri nel tempo libero;
• non hanno alcun problema di ortografia;
• gradiscono rime senza senso e scioglilingua;
• amano fare cruciverba o giocare a giochi come Scarabeo e risolvere anagrammi.

L’intelligenza logico-matematica

I bambini dotati in questa forma di intelligenza pensano con i concetti. Prima dell’adolescenza, essi esplorano gli schemi, le categorie, e le relazioni manipolando attivamente l’ambiente circostante e sperimentando con le cose in un modo controllato e ordinato. Nell’età adolescenziale, sono capaci di forme di pensiero logico altamente astratte. I bambini dotati in quest’area si domandano e riflettono continuamente sugli eventi naturali. Preferiscono rimanere davanti al computer e giocare al piccolo chimico, cercando di trovare la risposta a problemi difficili. Amano i rompicapi, gli indovinelli logici, e i giochi che richiedono abilità di ragionamento (come gli scacchi). Questi bambini vogliono crescere per diventare scienziati, ingegneri, programmatori di computer, contabili o addirittura filosofi. I bambini dotati di una intelligenza logico-matematica:

• risolvono problemi di matematica velocemente a mente;
• si divertono a usare il computer;
• pongono domande quali "Dove finisce l’universo?", "Cosa accade quando muoriamo?" e "Quando è cominciato il tempo?";
• giocano a scacchi, a dama, o a giochi strategici, e vincono;
• ragionano sui fatti logicamente e con chiarezza;
• inventano esperimenti per verificare le cose che non comprendono;
• trascorrono molto tempo su enigmi logici come il cubo di Rubik.

L’intelligenza spaziale

Questi bambini sembrano conoscere la collocazione di tutti gli oggetti in casa. Pensano con le immagini e i disegni. Sono loro che trovano gli oggetti smarriti o mal riposti. Se doveste cambiare la disposizione dell’arredamento in casa, essi sarebbero molto sensibili al cambiamento e reagirebbero con gioia o con sgomento. Amano fare spesso labirinti e giochi di composizione. Trascorrono il tempo a progettare, a disegnare oggetti, a giocare con la Lego, o semplicemente a sognare a occhi aperti. Molti di loro sviluppano un interesse per le macchine e gli aggeggi, a volte realizzano proprie invenzioni. Può darsi che desiderino diventare architetti, artisti, meccanici, ingegneri, o urbanisti. I bambini con una forte intelligenza spaziale:

• trascorrono molto tempo in attività artistiche;
• compongono chiare immagini visive quando pensano;
• leggono con facilità mappe, cartine, e diagrammi;
• disegnano dettagliate rappresentazioni di persone o cose;
• sono contenti quando mostrate loro film, diapositive, o fotografie;
• si divertono a creare labirinti o giochi di composizione;
• sognano molto a occhi aperti.

L’intelligenza musicale

I bambini dotati di talento musicale spesso cantano, canticchiano a bocca chiusa, o fischiano dei motivi tra sé e sé. Basta suonare un pezzo musicale e questi bambini si riconoscono dal modo in cui cominciano immediatamente a muoversi e a cantare la stessa musica. È possibile che suonino già uno strumento musicale o cantino in un coro. Tuttavia, altri bambini con la predilezione per la musica mostrano le proprie potenzialità semplicemente apprezzandola. Avranno solide opinioni sulla musica che ascoltate alla radio o allo stereo. Sono loro che indurranno un gruppo a cantare in occasione di una escursione con tutta la famiglia. Sono anche molto sensibili ai suoni non-verbali dell’ambiente circostante – come il trillare dei grilli e le campane che suonano in lontananza – e sentiranno cose che gli altri della famiglia non hanno sentito. I bambini musicalmente dotati:

• suonano uno strumento musicale;
• ricordano le melodie delle canzoni;
• vi diranno quando una nota è stonata;
• vi diranno che per studiare hanno bisogno della musica;
• collezionano dischi o cassette;
• cantano canzoni quando sono soli;
• portano il tempo ritmicamente.

L’intelligenza corporeo-cinestetica

Questi bambini si dimenano a tavola mentre fanno colazione e bisogna scusarli se sono i primi a sfrecciare fuori dalla porta diretti nel giardino del vicino. Essi elaborano la loro conoscenza attraverso sensazioni corporee. Hanno "sentimenti istintivi" quando rispondono alle domande dei test scolastici. Alcuni hanno un corpo ingentilito dalle attività sportive e dalle abilità nella danza, nella recitazione e nella mimica (sono bravissimi nell’imitare le vostre qualità migliori e peggiori). Altri sono particolarmente dotati di un’ottima coordinazione motoria e possono eccellere nella dattilografia, nel disegno, nella composizione degli oggetti, nel cucito, nelle arti manuali e in attività simili. Comunicano con molta efficacia attraverso i gesti e altre forme di linguaggio corporeo. A volte possono essere classificati come ipercinetici a casa e a scuola se non esistono sbocchi appropriati per loro. Per apprendere hanno bisogno di muoversi e di tradurre le cose in pratica. I bambini che primeggiano nell’intelligenza corporeo-cinestetica:

• sono bravi negli sport competitivi;
• si muovono, si dimenano, tamburellano con le dita, o giocherellano mentre sono seduti;
• sono impegnati in attività fisiche quali il nuoto, la bicicletta, l’escursionismo, lo skateboard; hanno bisogno di toccare le persone quando parlano con loro;
• si divertono in pericolosi giri in bicicletta;
• mostrano capacità in attività come la carpenteria, il cucito e l’intaglio;
• mimano con arguzia i gesti, i manierismi e i comportamenti degli altri.

L’intelligenza interpersonale

Questi bambini comprendono la gente. Spesso sono dei leader fra i loro compagni di vicinato o in classe. Organizzano, comunicano e, nella peggiore delle ipotesi, manipolano. Sanno cosa succede a chiunque nel vicinato, a chi piace quel bambino o quella bambina e a chi quell’altro o quell’altra, chi ha litigato, chi si prenderà a botte dopo la scuola. Questi ragazzini si distinguono mediando nei litigi fra i compagni grazie alla loro misteriosa abilità di influenzare i sentimenti e le intenzioni degli altri. Da grandi vorrebbero diventare consiglieri, uomini d’affari, o fondatori di organizzazioni. Imparano meglio rapportandosi agli altri e collaborando. I bambini dotati di un’intelligenza interpersonale:

• hanno molti amici;
• socializzano molto a scuola e nel vicinato;
• sembrano adattarsi bene ai contesti urbani;
• partecipano ad attività extra-scolastiche;
• si offrono come "mediatori famigliari" quando scoppiano dispute;
• si divertono a fare giochi di gruppo con altri bambini;
• hanno molta comprensione per i sentimenti altrui.

L’intelligenza intrapersonale

Come per i bambini che hanno una intelligenza interpersonale, quelli con una intelligenza intrapersonale possiedono una forte personalità. Tuttavia molti di loro tendono a isolarsi dalle attività di gruppo e preferiscono invece "fiorire" nell’isolamento. Hanno una profonda consapevolezza dei propri sentimenti più intimi, dei propri sogni, delle proprie idee. Amano tenere un diario o hanno progetti e hobby in corso che sono quasi segreti. In loro c’è una certa dote di saggezza interiore, di abilità intuitiva, o persino una certa disposizione telepatica che accompagna molti di essi per tutta la vita. Questo profondo senso di sé li isola e li trascina verso una meta che solo loro conoscono. Possono voler diventare scrittori, piccoli commercianti che gestiscono attività creative, o dedicarsi alla vita religiosa. I bambini dotati della intelligenza intrapersonale:

• mostrano un senso di indipendenza o una forte volontà;
• reagiscono con opinioni categoriche quando si discute di argomenti controversi;
• sembra che vivano nel loro privato mondo interiore;
• amano restare da soli per coltivare un interesse personale, un hobby o realizzare un progetto;
• sembrano possedere un profondo senso di autostima;
• vanno controcorrente nel modo di vestire, di comportarsi e nelle attitudini generali;
• motivano se stessi nel riuscire bene in progetti di studio indipendenti.

Gardner mette in guardia contro l’uso di test convenzionali quando si cerca di identificare i tipi di intelligenza nei bambini. I test formali che chiedono ai bambini di rispondere alle domande oralmente, di riempire gli spazi vuoti, o svolgere altri esercizi con carta e penna, tendono a favorire gli studenti che hanno ottime abilità linguistiche e logico-matematiche, discriminando quelli che sono deboli in queste discipline ma molto bravi in una o più altre.

Purtroppo le scuole persistono in questo tipo di valutazione. Il prossimo capitolo esplora il problema della verifica nella scuola, mostrando come i test formali limitano pericolosamente la nostra percezione delle capacità del bambino. Vi presenta valide ragioni per scartare la maggior parte dei risultati dei test standard utilizzati per giudicare vostro figlio, e offre delle alternative pratiche per scoprire e descrivere il potenziale di apprendimento e di sviluppo del vostro bambino, in tutti i sette tipi di intelligenza.


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