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Appunti su valutazione e autovalutazione
Questa lettera arrivata alla nostra redazione, ci fa riflettere sul tema della valutazione- autovalutazione, due problemi sempre aperti e discussi perche' considerati strumenti inscindibili dall' attivita' didattica e quindi mezzi importantissimi per migliorare la qualita' di ogni processo educativo La valutazione da qualche anno e' infatti associata al rilevamento della qualita' dell'ambiente scolastico e del funzionamento del servizio didattico-educativo Il nuovo disegno di legge sulla riforma del sistema scolastico, ripropone il tema della qualita' in connessione con quello della valutazione
Essi sono -la valutazione scolastica di competenza dei docenti: riguarda gli apprendimenti e le certificazioni delle competenze acquisite Si parla anche di nuove forme di valutazione costituite dal portfolio per orientare i giovani nelle scelte future documentando i loro sforzi, i loro traguardi e la loro crescita nel sapere , nella capacità di esprimersi e di usare le proprie attitudini; -l'Invalsi ha invece il compito di effettuare verifiche periodiche ai fini del progressivo miglioramento della qualita' del sistema di istruzione; esse riguardano le conoscenze e le abilita' acquisite dagli allievi e la qualita' dell'offerta formativa realizzata complessivamente dalle scuole Nell'attesa dell'approvazione definitiva del DdL e i necessari chiarimenti da parte del Ministero, e' opportuno aprire una prima riflessione su questo aspetto ampio e complesso del nostro lavoro che riguarda tutto il sistema scolastico Di seguito alcuni parti significative di articoli sull'argomento, preceduti da una riflessione di Gardner "Le cose che noi scegliamo di insegnare e il modo in cui scegliamo di valutare riflettono l'idea che abbiamo di cosa e' importante nella nostra societa' e nella vita umana" Sul tema autovalutazione segnaliamo in edscuola: https://www.edscuola.it/archivio/ped/autonomia/autoanalisi.pdf
Autonomia e valutazione: un binomio indivisibile Alessandra Cenerini* "Sul tema della valutazione mi permetto di segnalarvi un seminario
nazionale che si terrà a Bologna il 28 febbraio e 1 marzo dal titolo
"Autonomia e valutazione, un binomio indivisibile" trovate tutto il
programma sul sito dell'ADi
http://www.bdp.it/adi/ *Alessandra Cenerini, presidente dell'Associazione Docenti Italiani ^^^ ^^^ ^^^ ^^^ ^^^ Di seguito due articoli sulla valutazione Il primo contiene alcuni punti di un intervento di Mario Brotini tenuto durante un corso di aggiornamento per i docenti, l'altro e' dell'ispettore Raffaele Iosa e costituisce l'introduzione ad un testo sulla valutazione Valutazione degli apprendimenti ed abilita' raggiunte in soggetti con difficolta' di Mario Brotini * Per valutare bisogna osservare, cioe' partire dalla conoscenza degli alunni Il giudizio finale, la valutazione hanno un senso se si e' stati capaci di raccogliere elementi utili mediante l'osservazione; -l' osservazione e' un problema permanente aperto -l' osservazione e' intimamente connessa con l'attivita' didattica ed educativa che si svolge -l' osservazione e' il modo di conoscere un alunno -l' osservazione, la valutazione sono facce della stessa medaglia che caratterizza il nostro modo di operare nella scuola Non si puo' programmare un'attivita' se non si conoscono i singoli ragazzi conoscenza significa osservare giorno dopo giorno eventuali variazioni, rilevare i fatti, cercare di capirne le ragioni La ricerca delle cause probabili che giustificano e spiegano le difficolta' di un alunno induce a non limitarsi a guardare i risultati delle prestazioni ma a porre attenzione alle modalita' , ai tempi , alle strategie Oggi troppi ragazzi nella scuola dell'obbligo trovano difficolta' nell'apprendimento: -cio' viene riflesso sul piano comportamentale come demotivazione La demotivazione scolastica ' sempre legata all'insuccesso -gli insegnanti devono cercare di capire il perche' di tale insuccesso e agire di conseguenza -se poi si entra nell'ambito dei ragazzi in difficolta' ci vorra' poi una diagnosi funzionale come valutazione di carattere medico psicologico Spesso gli alunni non riescono perche' mancano i presupposti che si richiedono che sono poi i prerequisiti Percio': - nella scuola materna e all'inizio della scuola elementare occorre veder se il ragazzo e' a posto - non si pensa che all'interno della normalita' ci possa essere qualcosa che non funziona e che possa poi determinare l'insuccesso scolastico -l'insuccesso , al primo incontro con gli elementi strumentali, produce difficolta' come limitazione della motivazione all'apprendimento Ci si domanda quali possono essere i prerequisiti per l'apprendimento strumentale: -il ragazzo, quando si trova di fronte un compito di apprendimento del codice alfabetico e numerico ha sempre volonta' di riuscire -ma per riuscire bisogna che la fase di sviluppo sia completa -se cosi' non e', l'apprendimento avviene in forma irregolare, imperfetta, che non gratifica e non soddisfa Percio' ogni apprendimento e' legato a certi presupposti: da questo la necessita' di un accertamento preliminare circa la fase di sviluppo dell'alunno *M.Brotini si e' occupato fino al 2000 della formazione degli insegnanti di sostegno ^^^ ^^^ ^^^ ^^^ ^^^ Raffaele Iosa* Pagella e dintorni rappresentano nella cultura scolastica italiana la metafora del potere, insomma del rapporto tra istituzione e persona in formazione. Non e' un caso che nella storia, la lotta contro il voto selettivo abbia rappresentato un topos della nostra giovinezza professionale Si tratta di un radice ancora viva, intatta nelle ragioni di fondo - qualsiasi siano le schede di valutazione in uso - per le quali valgono sempre le scelte tra due obiettivi contrapposti: se si valuta per promuovere o per selezionare Quest'antica e nuova querelle rimane il cuore del nostro discorso Chi come noi, pensa alla scuola programmazione, cerca come l'aria una seria valutazione Essa e' piu' complessa del voto selettivo e piu' onesta di quell'espressionismo didattico che giudica impossibile valutare sulla base di relativismi pedagogici Chi vuol promuovere valorizza le differenze tra i bambini , ma non sopporta le discriminazioni, riconosce che l'uguaglianza di opportunita' si realizza con azioni consapevoli per sviluppare le performances dei bambini in modo che a tutti - a tutti - sia garantita la massima espressione possibile di tutte le potenzialita' cognitive, relazionali, espressive. A questo serve la valutazione formativa La valutazione formativa quindi crede nei bambini, serve a chi insegna per adeguare la didattica ai loro bisogni, non viceversa; soprattutto rifiuta un'idea deterministica dell'intelligenza e attribuisce all'istruzione un ruolo ambientale deciso perche' a ogni intelligenza vengano offerte tutte le possibilita' di espandersi e di svilupparsi La valutazione formativa e realistica fa i conti ogni giorno con la didattica possibile, non si ferma ai desideri ne' ai miti Il rischio di illudere e' possibile se la valutazione non mette in discussione onestamente, il fare quotidiano dell'insegnante e lo migliora ogni giorno Non c'e cosa peggiore che illudere sui diritti, sarebbe l'anticamera del determinismo pedagogico Per questo motivo il tema valutazione tocca un nervo scoperto, molto caldo, dell'intero sistema formativo: la sua efficacia Non abbiamo dubbi che la rottura -importantissima-tra ruolo selettivo della valutazione e promozione attraverso l'istruzione sia la fondo di tutte le riflessioni attuali A me pare , dunque, che la valutazione riconduca alla necessita' di una piu' chiara deontologia professionale che riconosce il diritto del bambino di essere valutato e il dovere dell'insegnante di valutare superando sia l'autoritarismo dei voti che il familismo della scheda parolistica La deontologia riconosce l' asimmetria tra chi insegna e chi impara, data da un rapporto che non e' orizzontale(paritario) e neppure verticale(superiore -inferiore) ma appunto asimmetrico(diritti e doveri diversi, nel rispetto dell'altro diverso da me) Essa sottende il superamento dello spontaneismo , e la miopia(molti credono di conoscere il bambino solo attraverso empiria) per una consapevolezza che l'approccio piu' sistematico alla valutazione implica una competenza molto fine: non c'e' infatti maggior dramma di quello di riconoscere una difficolta' nel bambino, sapere che a questa si potrebbe sopperire con strategie didattiche ad hoc che -ahime'- non si conoscono: non succede cosi' che si finisce dicendo" non riesce lui" piuttosto che " non sappiamo rispondere noi"? E' certo un problema di formazione dei docenti- e a questo dobbiamo pensare di piu'- ma anche una questione generale di cultura professionale PERCHE' QUESTO E' IL BELLO DELLA VALUTAZIONE: ESSERE STRUMENTO DI INQUIETUDINE, DI CONTINUA RICERCA-AZIONE, DI SOLUZIONI E STRATEGIE, IN QUELL'INCONTRO-DEONTOLOGICO APPUNTO-TRA I DIRITTI DEL BAMBINO AD IMPARARE E LA NOSTRA RESPONSABILITA' DI FARE TUTTO IL POSSIBILE PER LUI *Raffaele Iosa, Ispettore ministeriale ……………………………………………………………. Di seguito le indicazioni bibliografiche richieste
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