A PROPOSITO DI CONCORSI
di Pino Santoro
"Quam angusta et arta sit via quae ducit ad vitam". La citazione biblica non paia peregrina perché veramente biblici appaiono, a questo punto, i tempi di approvazione del disegno di legge 4754. Sembrava che questa vicenda potesse finalmente concludersi: i più ottimisti speravano che entro dicembre, massimo gennaio, il Senato approvasse definitivamente il provvedimento. Ed invece l'accidentatissimo, impervio ed interminabile iter parlamentare subisce un ulteriore stop a causa di una imperdonabile svista: se il testo uscito dalla Camera venisse infatti approvato senza modifiche in terza lettura al Senato, la stragrande maggioranza dei precari in servizio nelle Accademie e nei Conservatori dal '90 a oggi verrebbero definitivamente espulsi da queste scuole (e pensare che le commissioni parlamentari ci avevano messo degli anni per concordare il testo approvato dall'aula!).
Quindi dopo il Senato di nuovo alla Camera, in una sorta di grottesco balletto!
Non si sa se ridere o piangere. In un paese diverso dal nostro una vicenda come quella che ha caratterizzato la vita di questo provvedimento sarebbe impensabile. Siamo, da questo punto di vista, molto poco europei: una repubblica delle banane, forse, sicuramente non un paese serio e responsabile, governato da una classe politica all'altezza delle situazioni.
Ma tant'è. Nel frattempo Berlinguer si accinge a firmare i bandi per l'indizione dei concorsi ordinari, complicando ulteriormente una situazione di per sé ingarbugliata e complessa. Logica e buon senso infatti avrebbero voluto che il corso-concorso riservato precedesse quello ordinario, ma i tempi della politica pare non ammettano che logica e buon senso orientino comportamenti e decisioni. Quindi prepararsi a questo appuntamento, dato per prossimo se non addirittura imminente (sic!), con francescana rassegnazione perché, purtroppo, altre vie non ci sono (a questo punto) che possano condurci "ad vitam".
Oltre a questa spiacevolissima novità, che non fa che aumentare il disagio ed il disappunto di centinaia di migliaia di precari, che attendono di conoscere, una volta per tutte, quale sarà il loro destino prossimo venturo, che cos’altro ci riserva l’anno nuovo, a proposito di corsi e concorsi?
Una delle novità più significative è l’emanazione, il 21 dicembre u.s., del D.M. n. 487, con il quale il Ministero ha apportato due correzioni al decreto n. 354/98 relativo alla costituzione degli ambiti disciplinari.
La prima di queste riguarda le prove aggiuntive necessarie per acquisire l’abilitazione, il cui svolgimento non sarà più subordinato, come nella stesura finora nota, al superamento delle prova comune: verrà invece subordinata la valutazione. Il tutto per garantire tempi più rapidi di svolgimento del concorso, ovvero per consentire il conseguimento delle diverse abilitazioni in un’unica tornata concorsuale.
La seconda riguarda l’ambito disciplinare n. 6, il quale ricomprende le classi 75A e 76A: i docenti non di ruolo, abilitati nella classe 75A, dovranno comunque sostenere tutte le prove per essere abilitati anche nella classe 76A.
Ma rispetto al testo approvato al Senato, che cosa è veramente cambiato alla Camera relativamente al disegno di legge 4754?
Non è sempre facile cogliere le novità introdotte prescindendo dal contesto. Mi sforzerò pertanto di rendere chiari ai non addetti ai lavori il senso ed il significato di alcune di queste modifiche, trascurando quelle che interessano fasce molto ristrette di personale.
Riguardo ai concorsi ordinari
Riguardo alla sessione riservata
Insegnanti di sostegno e servizio prestato sul sostegno
Passaggio del personale ATA degli enti locali alle dipendenze dello Stato
Disposizioni varie
Queste, in estrema sintesi, le novità uscite dalla Camera. Attendiamo pertanto il nuovo passaggio al Senato (la Commissione parlamentare ha ottenuto la sede deliberante, per cui i tempi di approvazione dovrebbero essere molto rapidi) per la modifica dell’art. 3 (che riguarda il personale delle Accademie e dei Conservatori di cui abbiamo detto), prima del ritorno, finalmente e speriamo per l’approvazione definitiva, alla Camera.
Non sempre la virtù è punita: questa consapevolezza conforti, nell’attesa, le centinaia di migliaia di precari. Qualche luce si intravede, forse, in fondo al tunnel.